Stefano Sale *
E’ successo quello che non doveva succedere. In comodo vantaggio sul 2-0 la squadra si abbassa improvvisamente e si lascia andare, inspiegabilmente. E poco c’entra l’entrata in campo di De Rossi e il cambio di modulo improvviso. La squadra già sbandava prima. Di Fra ha visto l’andazzo e ha messo il Capitano in campo, sperando che l’esperienza potesse dare una sicurezza in più. Ed invece è andata pure peggio, con la squadra che si sgretola in pochi minuti. Pareggio rocambolesco del Chievo ed Olsen che al’ultimo secondo ci salva da una beffa a dir poco incredibile. Un ulteriore dramma evitato per fortuna. Superare un Chievo cosi non era certo un’impresa, ma ordinaria amministrazione. Avevi la partita in mano, un buon primo tempo giocato dalla Roma, in vantaggio di due goal, tutto semplice, nessun pericolo in vista. E allora? Lasciamo un attimo da parte Pallotta, Monchi ed il mercato. Secondo noi il problema qui è tecnico-tattico. Giocatori e allenatore. Preparazione e motivazione. A parte i nuovi arrivati, ma vogliamo parlare delle prestazioni dei nostri giocatori di più esperienza dall’inizio del campionato? I veterani Kolarov, Fazio, Manolas e ora pure Dzeko? Dove sono finiti? Sbandamenti in difesa, stracci bagnati di tiri, colpi di testa a un metro fuori. Se ieri facevi il tuo, avevi vinto 3-0 o 3-1. Invece, hai mancato occasioni davanti che non devi sbagliare e hai fatto figure barbine in difesa. Poca corsa, poca cattiveria, poca convizione. Il tifoso romanista è deluso e arrabbiato. Come giusto che sia. L’ ennesima chance buttata in questa maniera è davvero imperdonabile. L’avevamo detto. Questa partita era troppo fondamentale da vincere per il prosieguo della stagione. Un segnale di distensione, per calmare le acque, per i tifosi, per la squadra. E per rimanere aggrappati alla testa della classifica. Siamo solo alla quarta giornata ma sembra tutto in salita, quasi compromesso. Ma non è cosi. Il campionato è lungo, molto lungo, per tutti, non solo per la Roma. Lo dice la storia, andate a riguardarvi la cronostoria degli ultimi dieci campionati. L’importante è stare aggrappati al treno a fine dicembre-gennaio. Certo, se continui cosi la Juve non la riprendi più, ma neanche l’Inter o il Napoli staranno al passo della Juve. Specialmente la grande Inter, l’anti-Juve come dicono quelli bravi fuori il raccordo anulare. Se la povera Roma è già da buttare al secchio cosa dovrebbero dire i tifosi dell’Inter dei “fenomeni” e regina del mercato, con 4 punti in classifica dopo 4 giornate, già con 2 sconfitte? Cacciare Spalletti, Nainggolan, Ausilio e Suning? Non mi sembra sia così. L’erba del vicino non è sempre più verde. Tornando alla Roma, anche Madrid in Champions ha detto che non c’è ancora oggi una idea di gioco, tutto improvvisato. La difesa è la stessa della passata stagione, quindi collaudata, ma i meccanismi non funzionano. In mezzo c’è poco movimento, Kolarov sulla fascia non è più un Frecciaargento ma in regionale, Nzonzi anch’egli troppo lento con Zaniolo unico che abbia provato a dare opzioni di passaggio. Dzekop svogliato, Kluivert in tribuna quando poteva essere una buona opzione, Schick impalpabile. Si sono salvati Olsen che non è poi da buttar via che qualcuno sosteneva, e l’immortale De Rossi.Bernabeu da favola, Real che ti fa innamorare del gioco del calcio, ma personalmente sono andato in Spagna per vedere la Roma. Che spero di ritrovare presto, perché il tempo stringe e solo tra dieci giorni c’è il derby.
* Roma Club Dublino, tifoso Roma