Maurizio Carfizzi *
Ed eccoci arrivati alla seconda sosta di questo campionato, che arriva dopo la vittoria a due facce contro il Sassuolo. Secondi in classifica, dietro, ovviamente la Juventus, accreditati come maggiori antagonisti dei bianconeri, ma sei punti in meno rispetto al campionato scorso, con un Jorginho e un Reina in meno, ma con diversi rinforzi in più e con il cambio di guida tecnica, con l’addio del Comandante e l’avvento di Carletto Ancelotti. Bilancio finora positivo per il nuovo Napoli di Ancelotti, considerando soprattutto la prestigiosa vittoria in Champions League contro il Liverpool di Jurgën Klopp, ma pesano in campionato i k.o. contro Sampdoria e Juventus, da mettere comunque in preventivo, considerando il passaggio di testimone tra i due tecnici. Sconfitte ovviamente diverse e figlie di contingenze particolari: a Genova il Napoli era semplicemente assente, a Torino, dopo 20 minuti spettacolari, gli azzurri sono calati, complice anche il concittadino di Allegri, il sig.Banti, che, con un arbitraggio scientifico, ha indirizzato il match verso il risultato finale. Mi hanno preoccupato anche l’andamento e le scelte fatte da Ancelotti contro il Sassuolo: certo se fosse finita 3-0 al 25′ del primo tempo tutti zitti e plausi al mister, ma non è andata proprio così. Da ex giocatore e addetto ai lavori, resto perplesso quando vedo cambiare 8 giocatori dopo 2 partite. Il Napoli ha sbandato dopo non essere riuscito a chiudere il match e Ancelotti deve ringraziare Ospina che ha salvato più volte la porta con parate che hanno ricordato ai più il mitico Claudio Garella, portiere del primo storico scudetto del Napoli. Dobbiamo in ogni caso essere positivi e guardare con fiducia al futuro; abbiamo avuto un calendario ostico, rispetto alla Juventus, che addirittura nelle prossime partite avrà Genoa, Empoli e Cagliari, mentre il Napoli dopo Udine se la dovrà vedere con la Roma e poi con il PSG. Ma siamo in scia, considerando una rosa comunque fresca, con i ritorni sempre più vicini di Meret e Ghoulam, senza dimenticare il tedesco Younes, che potrà essere alternativa a Insigne. Già Insigne, croce e delizia di questo Napoli. Nessuno poteva aspettarsi un Lorenzo così prolifico, ma non basta: deve diventare un vero leader e prendersi il Napoli sulle spalle, come ha fatto col Liverpool, anche fuori casa, in stadi pesanti, come a Torino, Parigi e diventare meno lezioso e più letale. Non sarà mai il numero 10, né tantomeno potrà mai indossare la maglia di Maradona, ma essere il leader di questo Napoli sì, alzando finalmente qualche trofeo, che potrebbe consacrarlo nella storia del club. Continuiamo a crederci e a migliorare sempre per far sentire il fiato sul collo ai padroni di questo campionato: vietato mollare e forza Napoli sempre.
* ex calciatore, tifoso Napoli