di MASSIMO CICCOGNANI
Un anno di grandi emozioni dalla Juve campione d’Italia per il quinto anno consecutivo al Real padrone d’Europa e del Mondo. Ranieri che illumina Leicester e vince la Premier, l’Azzurro a tinte forte di Antonio Conte, Ronaldo ancora Pallone d’Oro. E poi la tragedia della squadra brasiliana della Chapecoense spazzata via dalla sciagura aerea di Medelin. La “morte” calcistica di Blatter e Platini,l’arrivo alla Fifa di Gianni Infantino e finalmente la Var, la moviola in campo tanto cara ad Aldo Biscardi. Questo il report di un 2016 che vogliamo ricordare così.
TRIONFO RANIERI
La grande sorpresa della stagione calcistica arriva dall’Inghilterra. Il campionato più bello del mondo si tinge di azzurro grazie a Claudio Ranieri, il tecnico di Testaccio che prende per mano il piccolo Leicester e dopo una galoppata pazzesca lo porta sul tetto più alto della Premier League. Un trionfo destinato a fare epoca, che scrive una bella fetta di storia del calcio inglese. Ranieri ci mette tanto del suo e lo fa grazie ad un gruppo che si mette agli ordini del tecnico romano con una vocazione ed una abnegazione unica. Giornata dopo giornata la piccola Leicester comincia a sognare. Nessun risveglio brusco all’alba del trionfo, quando il Leicester si scopre campione. Per Claudio Ranieri, tecnico serio, bravo e preparato, un premio alla carriera meritatissimo. La nuova stagione il Leicester non si ripete, fatica a ritrovare il passo e la qualità della passata stagione e dalla vetta si ritrova a Natale insabbiato nei bassifondi. Ranieri vola basso, stavolta il nuovo scudetto sarà la salvezza. Fa però bene in Champions. Girone passato da prima della classe. A febbraio si ricomincia. Ripetersi non sarà facile, ma provarci non costerà nulla.
MIRACOLO CONTE
Tre scudetti di fila con la Juventus, la panchina di una Nazionale, si disse, troppo vecchia per poter sperare in un Europeo di grande sostanza in Francia. E invece il salentino lavora a testa bassa, gli negano stage, la qualità dei convocati non è quella di vecchie spedizioni, arriva in Francia con quello che lui ama definire gruppo, tutti per uno. Allenamenti blindati a Montpellier, dietro le quinte una squadra pronta a stupire. L’Italia vince facile il girone, doma Belgio e Svezia, ma passando da prima si ritrova nella parte peggiore del tabellone. Subito la Spagna, campione d’Europa in carica, che gli azzurri spazzano via con grande autorevolezza. Ai quarti c’è la Germania campione del mondo, ma l’Italia c’è tanto da costringere i tedeschi a subire l’Italia. Decidono i calci di rigore, malefici e ingenerosi con gli azzurri. Clamorosi gli errori di Pellè, ma soprattutto di Zazza che vanificano il grande lavoro di Conte. Italia fuori a testa alta. Antonio piange, la rabbia del giorno dopo in parole che pesano come macigni. Finisce a Bordeaux l’avventura di Conte, che prima della partenza per la Francia aveva annunciato l’addio all’Azzurro (al suo posto arriva Giampiero Ventura). Conte vola ad abbracciare il Chelsea, mortificato da alcune stagioni che più nere non si potrebbero. Partenza al cloroformio, con una squadra non attrezzata, senza gli acquisti chiesti dal salentino che dopo otto giornate è già sulla graticola. Le sconfitte con Liverpool e Arsenal sono mortificanti, qualcuno parla anche di esonero. Conte, al bivio, cambia tutto, si affida al 3-4-3 e sceglie i suoi uomini. E non si ferma più. Mette in fila tredici vittorie di fila e si prende con distacco la testa della Premier. Il City arranca e scivola a -10, lo United di Mourinho che pure ha fatto follie in sede di mercato, lontanissimo dalla vetta. Resiste solo il Liverpool a -6. La Premier 2017 sarà cosa loro. Il lavoro paga, Conte sorride, la Londra Blues può tornare a volare alta.
L’EUROPA E IL MONDO AI PIEDI DEL REAL
Zinedine Zidane ha scritto da calciatore tante pagine importanti nella storia del Real Madrid, ma quello che ha fatto in appena un anno e mezzo alla guida dei Blancos non ha eguali. Subentra in corsa a Rafa Benitez che in pochi mesi ha fatto danni inenarrabili. Liga e Coppa del Re andate già a dicembre. Zizou, che tanto ha imparato alle spalle di Carlo Ancelotti, lavora soprattutto sulla testa. Fatica, ma non demorde mai. Va avanti in Champions, anche con un briciolo di fortuna. La svolta al Camp Nou quando affonda il Barcellona con il suo gioco. Nasce il nuovo Real che conquista la finale di Champions in un altro derby contro l’Atletico Madrid. A San Siro trionfa il madridismo, undecima coppa dei campioni per il Madrid che si ripete a Trondheim contro il Siviglia conquistando la Supercoppa Europea. In Liga il Real vola, +7 sul Barcellona, +9 sull’Atletico mortificato sulle rive del Manzanar. E per ultimo sale sul tetto del mondo in Giappone battendo a Yokohama il Kashima. Stagione fantastica, ma non è finita perché Zizou e il Real adesso strizzano l’occhio a Liga e Champions. Un crescendo di emozioni, 35 risultati utili consecutivi, nessuno come Zidane che ha vinto l’85% delle partite giocate, un record. Certo, tanti campioni, a cominciare da Cristiano Ronaldo, ma la mano di Zidane ha fatto quello che nessun altro era riuscito a fare prima.
JUVENTUS PADRONA D’ITALIA
In Italia i bianconeri non hanno rivali, vincono il quinto scudetto di fila nonostante una partenza handicap. Troppo forte la squadra bianconera sul resto di una comitiva con troppi alti e bassi. Napoli e Roma non reggono il passo e debbono accontentarsi del “piazzato” con i giallorossi che solo al fotofinish centrano il terzo posto e il preliminare Champions. Che tramonta in un misero amen. Il Porto fa fuori i giallorossi che sbagliano le due partite che valgono una stagione e debbono accontentarsi dell’Europa League. In bianconero arrivando Pjanic e Higuain strappato al Napoli per 90 milioni, con chiaro indebolimento delle avversarie dirette. Juve a +7 sulla Roma a Natale, campione d’inverno con due turni di anticipo. Bianconeri straripanti anche in Europa. Passano da primi e con autorevolezza il girone, così come il Napoli che soffre un po’ ma alla fine si qualifica da primo. A Febbraio ritorna la Champions. Sorteggio benevolo per i bianconeri che pescano il Porto, rischia invece il Napoli che si troverà davanti i campioni in carica del Real. In Europa League passano facile Roma e Fiorentina, vanno fuori il generoso Sassuolo e l’Inter che con Pioli alla guida adesso può solo concentrarsi sul campionato per ritornate a rivedere l’Europa. L’ultima della stagione si consuma a Doha con la Supercoppa Italiana tra Juventus e Milan, ma stavolta i bianconeri o steccano, con i rigori fatali agli uomini di Allegri che perdono il primo trofeo stagionale. Risorge invece il Milan, Berlusconi firma l’ultimo trofeo della sua gestione e Montella vince il primo trofeo della sua carriera. E da domani la nuova avventura con la proprietà cinese.
PORTOGALLO SUL TETTO D’EUROPA
La sorpresa a Euro 2016 arriva in finale, il classico veleno nella coda. Allo stadio di Saint Denis per l’ultimo atto della competizione, arrivano i padroni di casa della Francia, grazie ad un calendario tutt’altro che irresistibile, e la sorpresa Portogallo preso per mano e trascinato da quell’immenso campione che è Cristiano Ronaldo. Ma la finale sembra segnata. Dopo otto minuti i lusitani perdono la loro stella, Cristiano Ronaldo, toccato duro da Evra e Payet. Sembra l’inizio della fine, le lacrime di Cristiano in panchina. Ma è proprio da lì che il Portogallo cresce e inizia a minare le certezze dei galletti. La Francia non graffia, il Portogallo cresce e nei supplementari un gol di Eder manda in Paradiso i lusitani e spedisce all’inferno i francesi. Fernando Santos in trionfo, Ronaldo adesso può sorridere. Gli mancava un trionfo con la sua Nazionale dopo il galoppo di Euro 2004 e l’ha ottenuto.
RONALDO, QUARTO PALLONE D’ORO
Un’altra stagione segnata dai record. Vince Champions e Supercoppa Europea con il Real, il campionato d’Europa con il Portogallo e per ultimo, mette in bacheca il quarto Pallone d’Oro della sua straordinaria carriera. Semplicemente il migliore di tutti. Ragazzo semplice, dalla faccia pulita. Mai spocchioso, generoso e sempre pronto ad aiutare il prossimo. Uno dei migliori giocatori al mondo di tutti i tempi, una carceriera straordinaria timbrata prima con lo United poi con il Real, a suo di gol e trofei. Mai sazio in campo dove per lui conta solo vincere perché chi vince scrive la storia, gli altri possono solo leggerla, e lui l’ha scritta e continuerà a farlo per continuare a dimostrare di essere sempre il migliore. Dalla Cina gli è arrivata anche un’offerta faraonica: 100 milioni all’anno e 300 al Real, ma non ha tentennato neppure davanti a una proposta irrifiutabile. Lui ha detto no, perché i soldi non sono tutto nella vita. Lui vuole continuare a vincere, a sognare e a far innamorare la gente con quella camiseta blanca che ormai ha tatuata sulla pelle.
LA FINE DI BLATTER E PLATINI
Un ciclone si abbatte su Fifa ed Uefa. Tradotto significa corruzione. Ne fanno le spese Blatter e Platini costretti a lasciare il timone dopo gli scandali che hanno devastato la Fifa e minato la credibilità del calcio. Alla Fifa eletto presidente Gianni Infantino, italo-svizzero che a piccoli passi sta cambiando il calcio. Per primo si è circondato di gente di calcio come l’ex stella olandese Marco van Basten cui ha affidato l’applicazione della Var, per noi comunemente moviola in campo, sperimentata con successo al mondiale per club in Giappone. Ma la rivoluzione continua. Fair Play finanziario e allargamento del mondiale le prossime missioni. Un uomo dalle idee chiare per cambiare il pallone, restituirgli credibilità .
DRAMMA CHAPECOENSE. MUORE CRUIJFF
La squadra brasiliana doveva giocare la partita della vita contro i colombiani dell’Atletico National, ma quella partita, la finale della Copa Sudamericana, non è stata mai giocata. La squadra brasiliana è stata infatti coinvolta in un disastro aereo. Nei pressi di Medelin. Il quadrimotore sul quale viaggiava è precipitato a 50 km da Medelin. A bordo c’erano 77 persone, solo sei i sopravvissuti. In seguito alla tragedia la Conmebol, su proposta dell’Atletico National, ha deciso di assegnare la Copa Sudamericana alla Chapecoense. Ma nel 2016 ci ha lasciati anche un grande monumento del calcio mondiale, l’olandese Johan Cruijff morto a Barcellona il 24 marzo. Argento nel ’74 ai mondiali, bronzo agli europei in Jugoslavia nel ’76, considerato l’interprete del calcio totale olandese, uno dei migliori giocatori della storia del calcio. Era soprannominato il Profeta del gol e anche il Pelè bianco, tre palloni d’oro vinti in carriera ali pari di Michel Platini e Marco van Basten. E’ uno dei sette allenatori ad aver vinto la Coppa dei Campioni dopo averla conquistata da giocatore