Io tifo Roma. “Prendiamo le cose buone di questa serata e testa al Milan”

Stefano Sale *
Un pareggio dai due volti. Il colpo di biliardo di Pastore accendeva subito la serata romanista e oscurava la rabbia per la partenza improvvisa di Kevin Strootman. La partenza perfetta. Una fiammata. Poi, l’impensabile. Faccio fatica a comprendere cosa sia successo in campo. La Roma scompare, come per magia, presa d’assalto da una Atalanta che riprende subito in mano la partita e come uno schiacciasassi riduce la Roma in un mucchio di macerie. Primo tempo in balía di un avversario che gioca ad un’altra velocità. L’ Atalanta sembra quasi il Barcellona, giropalla quasi a nascondere la sfera, poi sterzate sulle fasce, pochi tocchi per arrivare in porta da Olsen, poi trafitto due volte.  Centrocampo sovrastato, difesa in bambola, attacco che non punge quasi mai. Così brutta da non volerci credere. Approccio, condizione atletica e mentale e la formazione iniziale. Tutto storto. Che l’allenatore può sbagliare le scelte ci può stare, ma poi in campo ci vanno comunque undici giocatori. E lasciamo perdere il modulo, che durante una partita cambia in continuazione per i movimenti dei giocatori. Ecco, la differenza la fanno proprio i movimenti e la corsa. Abbiamo buttato un tempo intero perché in tanti non hanno dato ciò che il mister si aspettava. Facile ora dare la croce ai giovani Cristante e Pellegrini, per via della partenza di Strootman,  ma anche i veterani Kolarov, Manolas e Fazio hanno deluso molto. Come dice il mister, ne avrei cambiati almeno otto. Chiaro,  nel secondo tempo abbiamo visto un’altra squadra ed un altro piglio, grazie anche ai cambi. Nzonzi ha portato piú fisicitá, Kluivert e Schick più estro e profondità. Proprio loro potevano anche dare una vittoria insperata nel finale, ed il rammarico c’è, ma alla fine é un risultato che fa sorridere piú la Roma che l’Atalanta, per come si era messa la partita. Ora, serve che la squadra con l’allenatore riflettano su cosa non è andato bene e come ripresentarci a San Siro venerdi. Non esistono più titolari o riserve. Niente gerarchie.  Gioca chi se lo merita. Strootman forse lo aveva intuito ed ha preferito tornare da Rudi. Buona fortuna lavatrice.
* Roma Club Dublino
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