La storia. Beinranvand, il portiere “pastore” che ha parato un rigore a Ronaldo

dall’inviato Massimo Ciccognani

MOSCA Parare un rigore non è mai cosa facile, figurarsi poi se lo pari a uno che di nome fa Cristiano Ronaldo. Farlo addirittura in una competizione come il mondo, con gli occhi del mondo addosso, ha una valenza ancora superiore. Liui Alireza Beiranvand, portiere iraniano che ieri sera ha ipnotizzato dal dischietto il divin Cristiano. Ma fin qui niente di strano, può accadere, non fosse che Beinranvand ha alle spalle una storia pazzesca, di quelle che ti fanno innamorare solo a sentirla raccontare. Anni fa è scappato da una famiglia di pastori nomadi, senza una casa, ha dormito sul ciglio della strada, adattandosi a fare i lavori più disparati. Ha fatto il lavavetri ai semafori, il pizzaiolo quando gli ha detto bene. Poi i destino gli ha regalato una grande opportunità vista la sua abilità nel lanciare pietre che non c’entra un bel niente con quel vecchio motivo di Antoine. Lui le pietre le lanciava come divertimento e non solo visto che era assai bravo ad usarle come strumento di caccia nel Lorestan. Un gesto naturale affinato da bambino che oggi, da portiere professionista e nazionale, può essere considerato un biglietto d’ingresso nel calcio che conta. Quando era piccolo, Beiravand sognava da grande di fare il calciatore, voleva fare l’attaccante, fare gol. Il destino invece gli ha riservato l’altra faccia del pallone. Nel suo villaggio di Sarabias, l’infortunio del portiere titolare, lo fece finire proprio a difendere la porta della sua squadretta. Ed è come incontrare la prima volta l’amore della propria vita, un autentico colpo di fulmine anche se per realizzare il suo sogno ha dovuto combattere contro tutto e tutti, famiglia compresa. “Mio padre – racconta Beiranvand – non amava il calcio e non voleva che gli allenamenti sottraessero tempo al lavoro per la famiglia – ha raccontato il portiere in una intervista al “The Guardian – A volte mi strappò i guanti e ho dovuto parare a mani nude”. Una convivenza impossibile con tanto di fuga dalla famiglia in direzione Teheran: su un autobus della capitale il destino si palesò nelle forme di Hossein Feiz, allenatore che gli diede una chance e un posto dove dormire dopo diverse notti passate all’aperto. Giocando e lavorando, come pizzaiolo, spazzino, in un autolavaggio per i SUV, nel 2011 la chance con il Naft Teheran che dopo un solo anno lo fece passare dalle giovanili alla prima squadra, accendendo su di lui l’attenzione dei media per una grande qualità: rilanciare lontanissimo i palloni con le mani. Beinranvand detiene anche un record importante nella marcia di avvicinamento al mondiale di Russia, visto che con la Nazionale non ha subito gol nelle 12 partite di qualificazione. E una volta approdato al mondiale, a quel sogno che nutriva da bambino, ha finito con lo scrivere la storia, non solo del suo Paese, parando un calcio di rigore propri a Cristiano Ronaldo, il calciatore più forte del pianeta. Un gesto straordinario, da ricordare nel tempo perché certi momenti non si dimenticheranno mai.

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