Massimo Ciccognani
Una telefonata rubata che diventa subito virale sul web. Ormai la conoscete tutti, con il presidente Lotito che al telefono in strada parla con un certo Simone (Inzaghi ovviamente): “Già te l’ho detto, decido io, non decidi tu”, e tanto altro in una chiacchierata tra padrone e dipendente che mai avrebbe dovuto essere divulgata, tanto più dall’uomo di strada che per una notte, tra lampi e fulmini, ha voluto prendersi la scena. Quella chiacchierata era e doveva rimanere privata, come la famosa telefonata con Iodice, anche quella vergognosamente rilanciata a gran voce. Il presidente Lotito ha sbagliato nulla, se vogliamo è l’unico remake di un calcio che non c’è più, quello degli Anconetani, dei Costantino Rozzi, persino dello stesso Franco Sensi che sapevano come far sentire la voce del padrone. E non se ne deve dolere Simone Inzaghi che è ottimo tecnico, bravo e preparato. Claudio Lotito è questo, può piacere o meno, ma le cose le dice sempre in faccia col suo modo schietto di fare, in pubblico come davanti alle telecamere. Offendersi di che cosa? Di voler sapere come è la situazione dentro lo spogliatoio? Ma per carità, lasciamo stare. Alla Lazio comanda Lotito, fino a prova contraria, un uomo che al massimo può rapportarsi con il suo direttore sportivo, un tantino sottovalutato per quello che ha prodotto in questi anni. Il resto deve ascoltare e basta. Dittatura? No, semplicemente la mano e le parole del padrone, che ha dimostrato di essere intelligente e capace. In un calcio come il nostro, dove spesso mancano gli interpreti sanguigno, spunta la figura di Claudio Lotito che qualcuno ha ritenuto invadente nel suo ruolo in Nazionale tanto da farci interpellanze e tanto altro. Se c’era Lotito e Tavecchio non fosse rimasto solo, forse anzi, togliamo pure il forse, anche a Ventura sarebbe arrivata una telefonata dello stesso tenore e magari Italia-Svezia sarebbe finita diversamente. Lui è la Lazio, nessuno gli può togliere il diritto di alzare la voce perché sono anni che regala al suo popolo stagioni importanti, senza sbavature di mercato. Bilanci a posto, biancocelesti sempre in Europa. La sua chiacchierata con Simone Inzaghi, rientra nel gioco delle parti. E non è colpa di Lotito se in mezzo alla strada ha trovato chi, con la scusa del selfie, lo stava riprendendo. Si chiama rispetto della privacy e quella telefonata non doveva essere divulgata. E i contenuti sono parte di vita quotidiana, che avvengono anche nelle migliori famiglie. Ecco perché io sto con Lotito.