Paolo Dani
MILANO Privo di Ibrahimovic, il Milan non va oltre l’1-1 contro il Verona. L’Hellas gela San Siro dopo 13 minuti: cross di Zaccagni, Faraoni sorprende Theo Hernandez e da pochi passi insacca. Il pari del Milan arriva con un po’ di fortuna, grazie a una punizione dal limite di Cahlanoglu con la deviazione decisiva di Verre che inganna Silvestri. Nella ripresa gialloblù vicini al nuovo vantaggio ma il palo salva Donnarumma in due occasioni, prima su Pessina e poi su Zaccagni. L’espulsione di Amrabat al 68′ lascia la formazione di Juric in dieci, il Milan spinge ma alla fine rimedia un solo punto, con legno finale di Castillejo. Occasione persa dal Milan che doveva approfittare del pareggio fra Cagliari e Parma, ma non va oltre un pari sofferto. Senza Ibrahimovic, Kjaer, Krunic, Bennacer e Conti, gli uomini di Pioli faticano a entrare in partita contro un Hellas compatto e dal gioco fluido, sceso in campo senza attaccanti di ruolo e senza dare punti di riferimento alla difesa. Verre scalda dopo pochi minuti i guanti di Donnarumma, poi Faraoni va in gol bruciando sul tempo Théo Hernandez su cross dalla sinistra di Zaccagni. Senza il suo leader, il Milan prova ad affidarsi a Rebic, ben più intraprendente di Leao. Trova il pareggio direttamente su punizione: fallo al limite dell’area di Faraoni su Bonaventura e Calhanoglu finalmente fa vedere la sua specialità, superando Silvestri grazie alla deviazione decisiva di Verre. Il pareggio cambia l’inerzia dell’incontro, col Milan trasformato e dominante. Nella ripresa Milan fortunato, con Pessina e Zaccagni che centrano il palo. Ancor di più quando Amrabat, fra i migliori in campo, entra col piede a martello su Castillejo a centrocampo: rosso diretto ed Hellas in inferiorità numerica dal 67′. Pioli si gioca le carte Paquetá, in campo 18 giorni dopo l’ultima volta, e Saelemaekers, all’esordio in Serie A, impiegato nel ruolo di terzino destro al posto di un Calabria non al top della condizione ma autore di una buona prestazone. Il Milan prova a giocarsi la carta delle palle alte, ma senza Ibrahimovic non ci sono torri e i palloni sono tutti di Silvestri. Castillejo ha una grande occasione nei minuti di recupero, ma trova il palo.
Esordio Maldini jr Gli ultimi secondi di gara servono a far entrare nella storia la dinastia Maldini: al 93′ entra il figlio di Paolo e nipote di Cesare, Daniel, 18 anni. E 3899 giorni dopo, un Maldini si vede su un campo di Serie A. Al 93′ della partita contro l’Hellas Verona fa il suo esordio nel massimo campionato Daniel Maldini, secondogenito di Paolo. Il padre giocò la sua ultima partita il 31 maggio 2009 contro la Fiorentina. La dinastia arriva ufficialmente alla terza generazione, considerando il capostipite Cesare, giocatore dal 1954 al 1966 dei rossoneri. Daniel accolto dall’ovazione di San Siro.