Stefano Sale *
Un anno fa di questi tempi la Roma batteva il Barcellona ed era in semifinale di Champions League. Oggi non sappiamo neanche se riuscirà a vincere una partita da qui alla fine del campionato. Non lottano e non corrono. Ma non da adesso, ma da inizio campionato. Tante figuracce. Ricordiamo Chievo, Atalanta, Bologna, poi Spal, Udinese , Cagliari, per finire con tante altre prestazioni indecenti e la figura barbina di Firenze. La squadra è a pezzi, mentalmente e fisicamente, ma da questa estate. Ora tutti a alla ricerca di un capro espiatorio. Ci sono le aspettative del tifoso romanista, legittime, contro la realtà delle cose, e tutto quello che ruota intorno al mondo Roma. La piazza sputa sentenze ed i giudizi cambiano a seconda delle situazioni. Alla fine siamo sempre alla ricerca di un colpevole. Fino a tre settimane fa Di Francesco era il male di tutto, modulo, cambi, scelte. Non era da Roma, non era capace, puo’ solo allenare a Sassuolo, si diceva. Poi Monchi, il cassiere di Siviglia che smantella la squadra, compra solo brocchi ed e’ interessato solo a fare plusvalenze. Poi, quando ha visto le brutte ha tagliato la corda. Cosi dicono. Poi, arriva Ranieri il Messía, tutti ad acclamare il Romanismo e la “normalizzazione delle cose”, bentornato Claudio. Adesso, dopo 3 partite sentiamo gente gettare la croce su Ranieri, è vecchio, inadeguato, pensionato, sa solo fare catenaccio. Alla faccia della coerenza alziamo le mani. Che Di Francesco andava mandato via per dare una scossa, eravamo un po tutti d’accordo. Anche se adesso va pure peggio. Va bene Ranieri, un Romanista per cercare di normalizzare le cose, eravamo d’accordo pure qui, ma pur sapendo che non poteva fare miracoli. Troppo facile adesso accollare a lui il fracasso. Ecco, qui dobbiamo fermarci. Ragazzi, questa è la Roma quest’anno, non di adesso, ma da questa estate! Allora, bisogna partire da lontano per capire un po meglio. L’era decennale americana ha visto uscire Montella e l’entrata di Luis Enrique, fino a Ranieri, passando per Zeman, Rudi Garcia, Andreazzoli, Spalletti e Di Francesco. Una miriade di giocatori, collaboratori, dirigenti, preparatori atletici, marketing guru e quant’altro. Una lista infinita. Questo perche’ Pallotta si e’ affidato al suo referente principe, qualcuno residente tra Londra e Sudafrica. Pallotta non capisce nulla di calcio, ed e’ giusto che deleghi e si affidi a chi dovrebbe capirne per portare avanti il “progetto” . Che lui sia venuto qui per fare business e per lo stadio siamo tutti d’accordo. Lecito e comprensibile, non possiamo aspettarci che lui sia come Dino Viola o Franco Sensi. Ma c’e qualcun’altro che vuole prenderla, non so, qualche palazzinaro a Roma o viperette cinematografiche a Genova? Staremmo in mani migliori sicuramente. Oppure magari il Sor Pallotta sta solo aspettando il via libera definitivo per la costruzione dello stadio, con la Qatar Airways pronta a prendersi tutto? Attenzione, perchè il recente viaggio a Doha è significativo. La verità è che sbraitare è colpa di questo o di quello serve a poco in questo momento. Staremmo qui per ore ed ore a parlare di Monchi o di Pallotta, o chicchessia. La verità viene da lontano. Quello che deve fare Pallotta è smetterla di fidarsi di chi ha finora scelto strane filosofie e strategie, chi continuato a cambiare sbagliando quasi sempre. Francone è sempre li, tra un libro di Paulo Coelho e passaggiate in giro per Hyde Park o a li a smistare macchine del caffè a Cape Town. E’ un Baldini diverso da quello battagliero dell’era di Franco Sensi. E’ stato affascinato da un calcio diverso ma utopistico, ma che non può esistere nel mondo del calcio appunto. Ha sbagliato tanto e continua farlo. Non può essere lui a continuare a decidere.
Ecco, adesso è arrivata l’ora del cambio in questo senso. E ora di mettersi intorno al tavolo solo con Totti e De Rossi, e tagliare tutti gli altri fuori dalla discussione. Adesso, non a giugno, Champions Leaague o Europa League. Pianificare adesso. Totti lo ha detto, lui e’ pronto. Deve avere il potere di riorganizzare la parte tecnica. Col nuovo Direttore Tecnico, si riporti Bruno Conti magari con Claudio Ranieri dietro le quinte, ed un DS che compri solo giocatori scelti dal futuro allenatore. Con una strategia chiara e trasparente davanti ai tifosi. Quell’allenatore potrebbe essere Daniele De Rossi, soluzione suggestiva per il momento, specialmente se la squdra dovesse ridimensionarsi, magari inizialmente affiancato da qualcuno. Contratto per i prossimi 5 anni, per tutti, continuita’ a prescindere. Poche teste a decidere, ma teste normali, con cuori romanisti. Pallotta e Baldissoni pensino solo a costruire lo stadio, e se riusciranno a farlo che non sia solo per i ricchi, che sia uno stadio da 60mila e che abbia due curve a prezzi popolari, non faccia un torto alla citta’, senno’ allo stadio ci andra’ solo lui con gli amichetti in questione.
Avevamo visto giusto. Dopo lo scempio visto col Napoli era lecito aspettarsi qualcosa in più, ma non molto. Ed infatti contro una scarsa Fiorentina la Roma prende un punto inutile e niente più. Abbiamo visto un po piu’ di verve in campo ma la squadra mostra le stesse lacune. Vincere una partita da qui alla fine del campionato non sarà facile. Tutto nasce dalla scorsa estate. Confusione di varia natura a livello societario-dirigenziale, qualche acquisto sbagliato, condizione psico mentale e problemi di natura ambientali che ha intaccato il telaio di tutto l’apparato. Sul campo abbiamo visto il peggio da tanti anni a questa parte. Tante figuracce. Ricordiamo Chievo, Atalanta, Bologna, poi Spal, Udinese , Cagliari, per finire con tante altre prestazioni indecenti, la figura barbina di Firenze e l’ultima col Napoli. Ora tutti a alla ricerca di un capro espiatorio, alla ricerca di un colpevole. Che non c’e. Prima era Di Francesco, poi Monchi e Pallotta, e adesso c’è chi ha il coraggio di prendersela col povero Ranieri che ha solo raccolti i cocci e sta cercando in tutte le maniere di rattoppare una squadra che non si regge dall’inizio del campionato. Troppo facile. L’era decennale americana ha visto una lista infinita tra allenatori, dirigenti e giocatori. Manca una continuità. La scelta di Pallotta di mandare avanti Francesco è una mossa sensata ma anche furba da parte del Presidente. Ma va bene cosi. Con Totti al comando, Franco Baldini deve per forza uscire di scena. Non sarebbe sbagliato ripartire dai romani e romanisti, che non significherà vincere ma almeno riportare un po di serenità e normalità, quel senso di appartenenza e chissà anche tanta gente allo stadio. Eppoi, se davvero la Qatar Airways potrebbe acquistare la società col pacchetto stadio, chissà, potremmo essere ad un’altra svolta epocale dietro l’angolo. Forza Roma.
* Roma Club Dublino, tifoso Roma