Simone Dell’Uomo
Tre turni di Premier negli ultimi 10 giorni. Gentilissimi amanti del calcio inglese, se pensate che sia finita qui, vi sbagliate di grosso. Domani riflettori tutti puntati su Stamford Bridge, teatro di un classic assoluto degli ultimi anni: Chelsea-Manchester City. C’è Sarri contro Guardiola, Pep torna a Londra, in uno degli stadi più significativi della sua carriera. Proprio lì prese definitivamente il volo la sua carriera, così come egli stesso che decollò dopo il pari di Iniesta che valse la finale di Champions 2009, poi vinta all’Olimpico di Roma con un netto 2-0 in cui aprì il ciclo di successi sul Man United di Sir Alex Ferguson. Il Manchester United quello vero, distantissimo della mediocri latitudini in cui viaggia quello di oggi. Proprio a Stamford Bridge Guardiola ottenne altresì la vittoria più significativa dei suoi anni al City, quell’1-0 firmato Kevin De Bruyne che aprì una straordinaria corsa verso un titolo strameritato, quello dello scorso anno, quello vinto riscrivendo la storia del calcio inglese grazie ad un football talmente scintillante mai visto in precedenza. E domani Pep scenderà di nuovo a Londra, di nuovo sotto gli stessi riflettori, di nuovo contro Sarri, tecnico che stima tantissimo, in quanto tra cultori dell’attractive football non può che vigere amicizia, così come stima e rispetto. Parole al miele l’uno verso altro anche in conferenza stampa, ma alle 18.30 bando alle ciance: conterà il campo. Il Manchester City sta marciando a ritmi straordinari, tanto per cambiare. Meritatamente primo in classifica, Pep non può però permettersi di perdere punti: il Liverpool incalza, eccome. Sarri vive invece il momento più delicato da quando allena i blues: solo 4 punti conquistati nelle ultime 4 gare, rovinosa la sconfitta di Wolverhamtpon, una sconfitta che l’ha allontanato forse definitivamente dalla vetta. Serve la grande vena di Eden Hazard per battere il City e tornare a sognare, un fantasista troppo in ombra nelle ultime settimane. Il problema di Sarri è sempre lo stesso: un gioco troppo tattico, troppo vero, troppo bello, ma purtroppo interpretabile solo dai suoi 12 o 13 pupilli. Quando lascia spazio al turnover, viene spesso castigato, come coi Wolves. Sarri potrebbe affidarsi a Giroud, perchè Morata continua a non mostrare continuità e Olivier, campione del mondo, sa interpretare al meglio le grandi sfide: il campione del mondo ama le responsabilità, ama prendersi la squadra sulle spalle, sa come aiutare i centrocampisti quando c’è da accorciare le distanze e difendere in 11 contro avversari di questo calibro. Conquistati gli ottavi di Champions Pep potrà schierare il suo undici migliore: Aguero favorito su Gabriel Jesus, sugli esterni Mahrez, Sanè e Sterling in tre per due posti. Potrebbe giocare Gundogan, per regalare equilibrio al centrocampo e sostenere gli sforzi di Fernandinho. Più 4-2-3-1 che 4-1-4-1, staremo a vedere, a Stamford Bridge previsto il pubblico delle grandi occasioni che accompagnerà le oltre 200 nazioni collegati. Spettatore naturalmente interessatissimo Jurgen Klopp, reduce dalle tre vittorie più pesanti della sua gestione rossa: il Liverpool deve vincere domani a Bournemouth per scavalcare momentaneamente Guardiola e mettere pressione ai rivali al titolo. Si giocherà all’ora di pranzo, ma i reds sembrano aver preparato la gara nei migliori modi. Le Cherries esprimono bel calcio, allegro e genuino. Rappresentano la preda perfetta per le sanguisughe rosse, pronte a colpir velenosamente le ingenue retroguardie delle matricole di Premier. Dopo Chelsea-Manchester City tornerà il posticipo del sabato sera: sarà un gustosissimo Leicester-Tottenham dal sapore storico. Le volpi stanno bene e tanto per cambiare non avranno nulla da perdere contro gli Spurs, loro acerrimi rivali nella corsa al titolo 2015-16 che vide Ranieri trionfare e scrivere una delle storie più belle dello sport moderno. Pochettino, terzo in classifica, vuol continuare a viaggiare a ritmi spediti per rinforzare il proprio posto Champions, sfruttando magari un altro passo del Chelsea. Occhio però, il Tottenham martedì affronterà il Barcellona al Camp Nou, match che deciderà la loro stagione in Coppa dei Campioni: vietato sottovalutare l’impegno, testa sul pezzo, altrimenti Vardy sarà pronto a far male e castigare ancora Hugo Lloris. Chi sta benissimo è l’Arsenal, che dopo la sontuosa prestazione di Old Trafford vuol tornare a vincere: all’Emirates arriva l’Huddersfield, pronostico chiuso. Ranieri farà visita a Mourinho: sogna il colpaccio, d’altronde la differenza reti vede il suo Fulham ancora all’ultimo posto in classifica. Derby salvezza tra Palace e West Ham, dove i martelli sognano la definitiva maturazione e la terza vittoria consecutiva dopo i punti ottenuti con Newcastle e Cardiff che hanno scacciato gli incubi della relegation zone. Nelle acque torbide il Burnley di Sean Dice, sprofondato al penultimo posto dopo l’ultima infinita serie di risultati negativi: moralmente troppo pesante la prematura eliminazione europea di agosto, un’eliminazione che ha inesorabilmente distrutto la splendida cavalcata della passata stagione. Domani il Burnley affronterà un Brighton in salute, eppure il pareggio potrebbe non bastare. Alle 16 anche un Cardiff-Saints da brividi, l’austriaco Hasenhuttl al debutto di fuoco in un match da dentro o fuori. Siamo lontani da fine aprile, quando sarà davvero tempo di far quadrare i conti, ma ogni minimo punticino autunnale potrà far la differenza, statene certi. Domenica un solo posticipo, un posticipo che trasmette calcio inglese a gogò: al St James’ Newcastle-Wolves, spettacolo garantito tra squadre finalmente tranquille. Monday night al Goodison Park: Everton-Watford, partita tradizionalmente aperta a mille ribaltamenti di fronte. Tutto questo per un altro cocktail delizioso offerto dalla casa più prestigiosa del football, la Premier League.