Simone Dell’Uomo
Una della partite più attese dell’imminente turno di Serie A è senz’altro il derby della Lanterna, il derby di Genova, quello tra Genoa e Sampdoria, posticipo serale della domenica alle 20.30. Sarà il primo derby dopo il crollo del ponte Morandi: Marassi sarà gremito, come sempre, pieno di colori e coreografie. Sarà l’opportunità per ripartire, dove una tanto acerrima quanto sana rivalità calcistica riporterà la città al centro dei riflettori nazionali. Stavolta nessun dramma, stavolta nessun dolore, stavolta soltanto per la bellezza e il fascino di uno dei derby più antichi e sentiti d’Italia. Un derby in cui si affrontano due società storiche, che vivono però momenti diametralmente opposti. Solida la proprietà Ferrero, che vanta un organigramma d’alta scuola composto dal recuperato Walter Sabatini, da Osti e da Romei. Una società che sa quello che vuole, gente che vuol far grande la Samp. Dall’altra regnano polemiche, contestazione e tanta tanta incertezza, con Preziosi che sogna un compratore a cui vendere il pacchetto completo del club. Mantenere la categoria la condizio sine qua non per offrire un prodotto attraente. Due squadre però divise da un solo punto in classifica: avanti i doriani, che hanno cambiato tanto e venduto un asse come Viviano, Silvestre, Torreira e Zapata. Doria che però fin qui ha espresso le sue potenzialità a corrente alternata, una discontinuità che vede Giampaolo sul banco degli imputati, perchè sembra esser stato proprio lui a voler le evitabili cessioni di Zapata e portiere. Dall’altra parte un Genoa che tanto per cambiare ha cambiato manager in corsa: quel mangiallenatori di Preziosi non ha saputo resistere e ha scelto di silulare anche Davide Ballardini alla prima sconfitta gravosa, quel 3-1 interno col Parma che ha visto il presidente cogliere la palla al balzo e salutare quel guru che nei vicoli di Corso Italia chiamano zio Balla. Era l’unica figura di riferimento degli ultimi anni, l’unica garanzia di solidità in un ecosistema che vede tanta incertezza. Adesso non c’è più nemmeno lui. Preziosi ha richiamato Juric, che fin qui escluso il pari di Torino ha raccolto ben poco. Sia Juric che Giampaolo sono dunque al banco di prova decisivo, chi perde può salutare. Chi perde rischia seriamente di rientrare drammaticamente nelle turbolente acque della zona rossa di classifica. Sarà il primo derby di Krzysztof Piątek, sorprendente bomber genoano che dopo una partenza pazzesca contraddistinta da 9 gol in 8 partite adesso sembra aver smarrito quel pizzico di smalto che lo aveva proiettato su tutte le prime pagine dei giornali sportivi italiani. Per gli amanti del Grifone non c’è partita più importante: Piatek lo sa, e vuole entrare nel cuore dei tifosi genoani. Dall’altra parte sarà l’ennesimo derby di uno straordinario evergreen come Fabio Quagliarella, giocatore fantastico, che sul viale del tramonto continua a regalare gioielli e non dar mai punti di riferimento alle difese avversarie. Derby nel derby le folate di Defrel e Kouame, da una parte e dall’altra, analisi tattica da non sottovalutare. Sarà il classico rombo di Giampaolo contro il solido 3-5-2 di marca genoana. Un rombo che dovrà necessariamente esser più dinamico per scardinare l’organizzazione difensiva rossoblu. per questo le ultime segnalano il rilancio di Jankto, fiore all’occhiello della campagna acquisti doriana pagato ben 15 milioni ma fin qui incredibilmente mai schierato da Marco Giampaolo. L’ex tecnico di Siena ed Empoli probabilmente affiderà le chiavi della difesa a Lorenzo Tonelli, leader esperto che sa bene come interpretare emotivamente queste partite. Al suo fianco la rivelazione Andersen, ricercato in Premier. C’è da riscattare risultati. Sulla trequarti ballottaggio tra artisti troppo pigri, come Saponara e Ramirez, che sognano momenti elettrizzanti come questi per tornare a viaggiare sulle giuste onde sonore. Dall’altra parte esperienza e cuore affidati a Mimmo Criscito, tornato a casa e pronto a dar battaglia in un derby che negli anni d’oro di Milito e Motta lo vide protagonista, eccome. Insomma, non mancano gli ingredienti. Si giocherà in un calderone in cui partecipano tutte le componenti, un filone tra tensione e qualità. Già, tensione, il designato Doveri lo sa. Ogni rimpallo, ogni canto, ogni deviazione potrà far la differenza. Specialmente se come tradizione vuole il secondo tempo dovesse esser giocato sotto le rispettive curve. Genoa-Samp, a voi lo spettacolo della domenica sera. Vietato sbagliare, brividi veri.