Simone Dell’Uomo
Finisce nel migliore dei modi la campagna russa del Belgio di Martinez, che vince la finale terzo e quarto posto, conquista la medaglia di bronzo e chiude col sorriso un Mondiale ben giocato in cui ha saputo mandare messaggi importantissimi al mondo calcistico. Una deludente e stremata Inghilterra battuta 2-0, decidono le reti di Meunier e Hazard, uno dei trascinatori tecnici dei diavoli rossi. Il fantasista del Chelsea raccoglierà con ogni probabilità l’eredità di Ronaldo a Madrid, in Russia ha spiegato perchè: sempre scintillante, qualitativamente eccelso, il vero e proprio numero 10 della formazione rossa. Straordinario come Kevin De Bruyne, probabilmente il centrocampista offensivo più completo, forte e potente del momento. Malissimo l’Inghilterra di un Southgate che tradisce le parole della vigilia e consegna ai direttori di gara una starting line pregna di riserve ed elementi che hanno giocato meno. Finisce male un Mondiale comunque positivo per la Nazionale dei Tre Leoni, un gruppo giovane che ha avviato il nuovo ciclo della Football Association e che comunque ha riconquistato fiducia e passione del popolo britannico. Particolarmente deludente il finale di Kane, che vincerà la scarpa d’oro della competizione, ma che poteva far molto molto di più nelle ultime due apparizioni, nonostante un team non propriamente ideale per valorizzare le sue caratteristiche. Nel primo tempo troppo netta la differenza qualitativa tra le formazioni in campo, col Belgio nettamente superiore soprattutto tenute presenti le caratteristiche estremamente fisiche del centrocampo di Southgate. Fuori tutti i centrocampisti britannici titolari, dentro Dier, Loftus-Cheek e Fabian Delph. I Red Devils, praticamente in campo con tutti i titolari, evidenziano sin dalle prime battute le loro qualità quando c’è da gestire e finalizzare una transizione: palla mossa velocemente a centrocampo, saltate le linee britanniche, apertura a sinistra per Nacer Chadli, cross al bacio per il signor Meunier che anticipa il deludente Rose e insacca l’1-0. L’Inghilterra prova a reagire ma Kane sciupa l’opportunità del pari non riuscendo a sfruttare un’ottima giocata di Sterling: uragano stanchissimo, appannato, stremato dopo una stagione infinita. Il primo tempo si chiude su ritmi lenti, da rannoverare soltanto un’occasione di Alderweireld che da pochi passi sfiora la traversa. Nella ripresa Southgate sceglie l’artiglieria pesante per cambiare le sorti della finalina. Entrano Lingard e Rashford, aumenta naturalmente la mole offensiva. Aumentano conseguentemente anche gli spazi a disposizione del Belgio, che con Hazard e De Bruyne è forse la miglior compagine in circolazione a ribaltare l’azione. Lukaku sbaglia un controllo decisivo a tu per tu con Pickford, mostrando ancora grosse lacune realizzative quando c’è da timbrare nelle occasioni che contano: entra Mertens al suo posto, Martinez sceglie l’attacco leggero. Inizia ad esprimere buone qualità l’Inghilterra: gran sortita offensiva di Dier, scavetto a saltare Courtois, sicurezza Alderweireld salva sulla linea. Lingard regala apprensione tra le linee rosse, Trippier divora la fascia, ma Kane non riesce a segnare. Anche Maguire sfiora il gol del pareggio, e allora le ripartenze fulminee dei terribili diavoli rossi chiudono la partita: prima Meunier sfiora la doppietta, poi Mertens non riesce a trovare la conclusione giusta, quindi Hazard imbeccato da De Bruyne fredda Pickford e chiude virtualmente la partita al minuto 83. Finisce così, per il Belgio un terzo posto strameritato. Battuta due volte l’Inghilterra, eliminati Giappone e Brasile; De Bruyne e compagni rientreranno in patria con orgoglio e sorriso.