dall’inviato Massimo Ciccognani
MOSCA C’è un tempo per tutto, ma non sempre quel tempo dura abbastanza per fare ciò che si vuole. Cosi la Coppa del Mondo prende il volo per Parigi e il sogno della Croazia tramonta in un misero amen. La vince una Francia all’italiana come gli ha insegnato Didier Deschamps che nel nostro Paese ha apprezzato molto l’arte del catenaccio, delle ripartenze. Vince la Francia, campione del mondo per la seconda volta nella sua storia, vent’anni esatti dal trionfo di Parigi. Il cielo sopra Mosca si colora di Bianco,rosso, blu, con le note della Marsigliese che stanotte riecheggiano in tutta la Francia. Si arrende la Croazia, bella, generosa: nel ’98 venne sbattuta fuori sempre dalla Francia in semifinale, stavolta non ce l’ha fatta a ribaltare il pronostico. I croati ci hanno provato, con cuore, temperamento, quella voglia di non arrendersi mai, ma hanno finito col cedere ad una squadra che nel primo tempo ha controllato e approfittato delle occasioni capitate per poi andare in estasi in una ripresa in cui con i suoi gioielli ha messo il definito punto esclamativo sulla sfida. Vantaggio francese con l’autorete di Mandzukic, pari di Perisic che qualche minuto dopo provoca il rigore trasformato da Griezmann. Nella ripresa solo Francia, colpiscono Pogba e Mbappè, inutile il 4-2 di Mandzukic su paperona di Lloris cui stasera lo spogliatoio perdona tutto. Vince la Francia, meritatamente, per aver interpretato meglio il match nell’arco dei novanta minuti. La Croazia torna a casa a testa alta, ma non gli basta. Nessuna novità nei due schieramenti. Francia al completo con il suo 4-3-3 classico che in corso d’opera Deschamps modella in 4-2-3-1, con Matuidi a galleggiare tra le linee, sorretto in mezzo dalla qualità di Pogba e dalla quantità di Kantè, pronti ad innescare le bocche da fuoco Griezmann, Mbappè e Giroud. Nella Croazia Perisic ha recuperato ed è regolarmente in campo nel tridente con Rebic e Mandzukic, con Modic e Rakitic alle loro spalle in 4-1-4-1 che in fase di non possesso diventa 5-4-1, mentre Brozovic si posiziona davanti alla difesa a fare schermo. Emozioni e brividi prima del via, l’arrivo sul prato del Luzhniki della Coppa del Mondo, gli inni nazionali e poi il via dell’argentino Pitana. Tanta Croazia in avvio, la partita prevista con la Francia coperta, ad aspettare. Far sfogare l’avversario per poi provare a colpirlo in controgioco. Ma la Croazia concede poco o nulla. Vida si attacca a Giroud, Lovren non concede spazi a Griezmann e Mbappè deve preoccuparsi di tenere a bada Strinic che in fase di ripartenza spinge con Vrsaljko dalla parte opposta. Pogba si abbassa per creare spazi, bello il suo duello con Rakitic. Modric dalla parte opposta spazia sull’intero fronte d’attacco senza mai dare punti di riferimenti e limita Matuidi. Perisic spinge che è un piacere e Pavard non ha vita facile, mentre Umtiti si prende Mandzukic ed Hernandez tiene sotto controllo Rebic. Bello e convincente l’inizio dei croati che tengono palla ma zero tiri. L’equilibrio si spezza intorno al ventesimo e nasce dal nulla, da una punizione francese battuta da posizione defilata da Griezmann, Mandzukic salta più alto di tutti ma la mette alle spalle del proprio portiere. Doccia gelata per i croati che fino a quel momento avevano tenuto meglio il campo. Soffre Kantè e prende il giallo per fermare lo spunto di Perisic lanciato a rete. Risveglio Croazia che alla mezz’ora la rimette sui binari di parità. Palla in mezzo a centro aerea francese, doppio tocco e palla a Perisic, decentrato al limite, finta su Kantè poi incrocia con un diagonale imprendibile sul secondo palo. E siamo 1-1, giusto. Perisic, croce e delizia croata, perché la gioa del pari dura pochi minuti, il tempo per aggiustare una palla con il braccio un cross dalla destra. C’è bisogno dell’intervento del Var e Pitana, dopo aver visionato l’azione, dice che è calcio di rigore che Griezmann trasforma senza pensieri con Subasic che si getta con anticipo rispetto al tiro dell’attaccante dell’Atletico Madrid: 2-1 Francia con il quale si va al riposo, con la Croazia che ci riprova subito. La Francia soffre, balla un pochino dietro, stringe i denti e arriva indenne all’intervallo. Copione che non cambia ad inizio ripresa. Carattere da grande per i croati che riprendono l’iniziativa, prendono in mano il boccino del gioco e producono subito brividi per la retroguardia francese che aspetta e prova il controgioco. Mbappé parte bene in campo aperto, Subasic esce con tempismo e chiude. Ma che partita, mentre i soliti idioti (quattro) eludono la sorveglianza e invadono il terreno, bloccati e portati fuori a braccia dalla sicurezza. E si riprende con Deschamps che richiama un Kantè in difficoltà per inserire N’Zonzi. La Croazia affonda a pieno organico ma si espone alle ripartenze francesi che in campo aperto possono far male. Perisic sfonda ancora a sinistra, centro da dimenticare. Francia che tiene i ritmi bassi e la controlla senza pericoli. E in ripartenza fa ancora male: Griezmann fa da torre per Pogba che calcia di prima intenzione col francese pronto a riprendere la corta respinta e gelare Subasic. Tre a uno a mezz’ora dalla fine. Ctroazia che accusa il colpo, e adesso, sotto di due, si fa davvero dura. Giro palla francese in scioltezza, di chi sa di avere in pugno la partita tanto da chiuderla qualche minuto dopo grazie al capolavoro di Mbappè che dal limite, da fermo, la piazza dove Subasic non può arrivare: 4-1 e la Coppa del Mondo pronta a salire sull’aereo per Parigi. Quattro gol per il gioiellino del Psg, tanti quanti ne ha realizzati Griezmann. Croazia che non si arrende ma che non ne ha più. La Francia fa torello in mezzo, gioca il finale quasi fosse un’infrasettimanale in famiglia, senza più pressione, senza più il fiato sul collo di una Croazia bella e generosa. Lloris ne combina una da circo equestre e nel tentativo di dribbing si fa uccellare da Mandzukic che la mette dentro a porta vuota e prova a regalare sale e pepe al finale di gara: 4-2 quando alla fine ne mancano appena venti. Kramaric per Matuidi quindi Tolisso per Matuidi, mentre la Croazia adesso spinge ventre a terra. Tanto da perdere c’è più nulla, illuminata dalla saggezza di un Modric che continua a non perdere di vista acume e senso tattico. Ultimi cambi, fuori Giroud e Strinic, dentro Fekir per la Francia e Pjaca per la Croazia quando inizia il count down francese verso il trionfo. Pitana fischia la fischia la fine, la Francia è campione del Mondo 2018. Deschamps entra tra gli eletti: solo lui, Zagalo e Beckembauer hanno vinto il mondiale da calciatore prima e da allenatore poi. La Croazia torna a casa a testa altissima, ha pagato quell’errore sul finire di tempo, il rigore che ha cambiato la partita e spostato gli equilibri. Per la Francia, una volta tornata avanti, un gioco da ragazzi tenere il controllo fino alla fine. Catenaccio e ripartenze. E anche su Mosca, un pizzico di vecchia Italia, non guasta.