Daniele Orieti
MADRID Umiliata, offesa e strapazzata. L’Argentina esce con le ossa rotte dal Wanda Metropolitano, subisce una sconfitta clamorosa e pesante e non bastano le assenze per giustificare un fallimento di questa portata. Sei a uno per le Furie Rosse, semplicemente pazzesco. E’ vero che nel tabellino non figuravano Messi, Aguero e Di Maria, ma la portata della sconfitta deve indurre a qualche riflessione. Le convocazioni di Sampoli, tanto per cominciare. Fuori Icardi che mal si adatta al gioco dell’Albiceleste, fuori Dybala che con Messi non ha spazio. Riflessioni che attengono al ct argentino. Di certo la sberla di Madrid rischia di lasciare il segno in una Nazionale, quella argentina, che rischia di presentarsi al mondiale con poca lucidà e che dipende troppo dalla sua stella. L’esatto contrario di una Spagna che gioca a memoria, trascinata dalla qualità e dall’estro del fantasista del Real, Isco, e assecondata da un gioco che è un piacere da vedere per gli occhi. L’Argentina non inizia male anzi, dopo una manciata di minuti Higuain spreca un gol fatto davanti a De Gea che avrebbe potuto cambiare il corso della gara. L’esatto contrario della Spagna che al primo affondo la mette dentro: assist al bacio di Asensio e palla dentro dell’idolo di casa Diego Costa. Argentina stordita e a stretto giuro arriva il raddoppio. Ancora Asensio che duetta con Isco che mette a sedere Romero e firma il raddoppio. Tutto facile, troppo facile anche se l’Argentina prova a riaprire il match con Otamendi sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ma è nella ripresa che l’Argentina crolla definitivamente, sepolta dalla Spagna che trova il terzo gol ancora con Isco e il quarto con Thiago Alcantara che chiude un triangolo dello scatenato Isco. Sul 4-1 Sampaoli capisce che è il momento di cambiare, dentro il neo interista Lautaro Martínez per Higuain. Otamendi centra il palo, prima che l’Argentina piombi nel peggiore degli incubi. Iago Aspas firma la manita e lo scatenato Isco firma la sua personale tripletta con il sesto gol che ha innervosire gli argentini e a più riprese si rischia la rissa in campo con un finale troppo caldo senza che il direttore di gara metta mano ai cartellini che placare gli animi. Sorride la Spagna, ingoia rospi l’Argentina. La strada verso il mondiale è già tracciata.