Fiorentina domenica a Udine, un anno dopo la morte di Astori

Domenica la Fiorentina torna a Udine a distanza di undici mesi da quel maledetto 4 marzo quando morì il capitano viola Davide Astori. E non saranno giorni facili per i viola perché domenica si ritorna al Friuli e nello stesso albergo dove perse la vita il capitano. Dieci di quei calciatori presenti a Udine lo scorso anno, e ancora oggi in squadra, non c’è giorno che pensano a Davide perché il pensiero del Capitano non li abbandona mai. Il centro sportivo dove si allenano tutti i giorni porta il suo nome. Federico Chiesa che ha aperto le marcature contro la Roma dopo sette minuti, lo ha ricordato mostrando con le dita l’1 e il 3, componendo il 13 numero di maglia di Davide, rifacendolo poi a fine gara, gli occhi al cielo. Poi la tredicesimo, il silenzio di uno stadio, che è quello di una città, con in testa lo speaker del Franchi che all’annuncio delle formazione, a voce altissima, grida “e come sempre con noi il nostro capitano Davide…” e il pubblico a intonare il cognome del capitano. Un amore indissolubile, che anche oggi, ha voluto rimarcare Stefano Pioli, pensando al ritorno in quella Udine che ha segnato una pagina di dolore per tutta Firenze. “Purtroppo certe coincidenze esistono – ha spiegato il tecnico – abbiamo chiaro in mente che Davide aveva giocato l’ultima partita proprio contro il Chievo, aveva anche servito l’assist per il gol di Biraghi, e poi dopo siamo partiti per Udine, lo stesso calendario di quest’anno. Sono situazioni che vanno affrontate, Davide aveva il pregio di saper dire la cosa giusta al momento giusto e col modo giusto. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo, ma era inevitabile che anche giocatori che lo avevano sfiorato appena dimostrassero affetto e riconoscenza verso la sua figura”. Emozioni e commozione nelle parole di Pioli.  “Lo avevo già sfiorato in passato, doveva venire a giocare nella Lazio quando la allenavo e ci eravamo parlati diverse volte al telefono, poi dopo era andato alla Roma. Ma quando sono andato a Firenze avevo individuato in Davide la persona giusta per rappresentare un inizio nuovo, una persona che avesse la personalità e la forza di sostenere un rinnovamento così totale: il nostro è stato un rapporto di grande sintonia e chiarezza. Abbiamo vissuto insieme il lavoro quotidiano con grande condivisione, per me è stata una figura molto importante. Io ho l’ufficio davanti alla mensa, lui era sempre il primo a passare al mattino a darmi il buongiorno. Oggi è German Pezzella a farlo, che guarda caso è anche il nuovo capitano. Quando facciamo le riunioni con la squadra mi ricordo benissimo qual era la posizione di Davide, noi tutte le volte che stiamo insieme sentiamo la sua presenza. Mi piace ricordarlo tutti i giorni Davide. E dove me lo sono tatuato non posso non vederlo. È vero che non c’era bisogno di questo gesto perché io, come entro nel centro sportivo, lo vedo, lo penso. Però sentivo questa necessità e sono contento. E anche domenica sarà con noi, salirà in pullman con noi e scenderà in campo con noi, ma lo fa tutti i giorni e quindi ci sarà anche domenica a Udine”.