Massimo Ciccognani
E’ la rivalità più accesa degli ultimi anni, quella tra Juventus e Napoli che non se lo sono mai mandate a dire, ma c’è una novità in vista della prossima partita allo Stadium, quella del 31 agosto, perché nelle restrizioni per la la vendita dei biglietti, questa sarà vietata come al solito ai residenti in Campania, ma stavolta, con una decisione insolita, anche a chi in Campania è nato. Una restrizione inedita che ha già portato anche a una querelle con la Questura di Torino costretta a diramare un comunicato per smentire di non essere stata coinvolta e soprattutto di non condividere la decisione. Al comunicato ne è seguito un altro, questa volta targato Juve, in cui i bianconeri hanno precisato di aver condiviso la scelta con la Questura che è soggetta alle valutazioni dell’ONMS. Querelle verbali che contano relativamente anche perché, da quanto si può intuire, la restrizione pare essere stata presa proprio dal club bianconero. Una restrizione che potrebbe chiamare in causa anche un certo Maurizio Sarri che qualora avesse intenzione di vedere la partita, non potrebbe accedere allo Stadium in quanto nato a Napoli. E con lui magari anche un ex juventino come Fabio Cannavaro. Per fortuna di Maurizio Sarri è che lui adesso siede sulla panchina bianconera e pertanto non ha bisogno di biglietto. Resta il fatto che si tratta di una restrizione generalizzata che rischia di penalizzare anche i tanti juventini/napoletani e chiude le porte ad una vasta platea di spettatori. Non dimentichiamo che tra gli abitanti di Torino, circa 32mila sono nati in Campania, molti sono di fede bianconera e pertanto non potranno acquistare il biglietto. L’esempio di Maurizio Sarri è lampante ed è il corollario più assurdo della notizia che sta agitando le acque di una rivalità mai doma. Signori, Juve-Napoli è cominciata. Nel peggiore dei modi perché questo è “razzismo applicato” è discriminazione territoriale. Lo dice il prefetto di Torino, Claudio Palomba. Non noi.