Il Milan riparte da Giampaolo: “Sono in un top club, pronto alla sfida”

Paolo Dani

Riparte anche il Milan. Chiusa l’era Gattuso, è iniziata oggi quella di Marco Giampaolo con l’ex tecnico della Samp che si è presentato con idee chiare. “Sono felicissimo e motivatissimo di allenare il Milan, con una società gloriosa e tra i club più conosciuti al mondo. Per me è una grande opportunità, attraverso il sacrificio ho meritato questa chance. Si impara anche dagli errori, ma oggi sono felice e motivato di raccogliere questa sfida e ci sono arrivato al momento giusto”.

Quando è arrivata la chiamata? “Stavo salpando in barca per la Croazia, ho preso il primo aereo e sono venuto a Milano. Vi lascio immaginare, 5 anni fa per ripartire sono andato a lavorare in serie C, ho avuto il coraggio e la follia di accettare e ripartire. Ma nutrivo rabbia perchè volevo tornare in serie A. La chiamata di Maldini mi ha reso un uomo felice. Sono pronto a raccogliere questa sfida”.

Cosa vuole proporre? “Il Milan ha sempre raggiunto i risultati attraverso il gioco. Il Milan ha sempre avuto un’identità, gli obiettivi sono tanti e il percorso è lungo, ho in mente tante cose. La cosa è che i calciatori devono riconoscersi in quello che fanno e avere senso di appartenenza”.

I tre punti cardine della tua filosofia? “Il mio slogan è testa alta e giocare a calcio. Il progetto è di offrire un calcio apprezzabile, uno spettacolo apprezzabile che viene sostenuto da risultati. Il Milan deve giocare per l’obiettivo massimo, cerco però di programmare tutto con un passo alla volta. Parlerò con i giocatori, capire le loro impressioni, creare una mentalità, un modo di essere e di fare”.

Qual è la sua sfida? “Nessun allenatore può fare bel calcio senza giocatori di qualità, e il Milan ha diversi giocatori con queste caratteristiche. Ho sempre pensato che l’anno scorso il Milan potesse essere la sorpresa del campionato. Poi il campionato è lungo e possono succedere tante cose. Cercheremo di scegliere i giocatori che possono portare avanti il tipo di progetto e della filosofia che abbiamo”.

Ci vuole tempo? “Il tempo sarà il mio primo alleato. Forse ha la rosa più giovane del campionato e a questo gruppo va trasmesso il concetto di ambizione. Un esercizio di mentalità, va trasmessa la mentalità vincente. Boban e Maldini hanno esperienza da vendere, contribuiranno per fare crescere i giocatori nella loro responsabilità”.

Il modulo? “Domani sarà il primo giorno. Devo capire ed entrare nella pancia Milan. Devo capire dove sono, le dinamiche. Non partirò dal modulo ma delle caratteristiche dei calciatori. Sicuramente giocheremo con quattro dietro. Voglio fare valutazioni e sbagliare il meno possibile.

Parlando di qualità, dove mancano giocatori di qualità in questa squadra? “Voglio conoscere bene e fino in fondo i calciatori della rosa del Milan. Mi spiace che Kessie, Laxalt, Paquetà, Cutrone, Bonaventura che spero che possa recuperare, Caldara, non siano ora a disposizione e non poter contare su di loro. Prima di muoversi seriamente in qualsiasi direzione voglio capire chi potrà soddisfare le nostre idee e chi, pur essendo forte, non sarà funzionale all’idea. In questo senso qualche periodo di riflessione voglio prenderlo, mi dispiace non poter studiare i sei di prima. Partiamo con un numero di calciatori ridotto ma questo ci metterà in condizione di costruire al meglio la squadra”.

Dove vedrebbe bene Suso? “E’ un giocatore di qualità e a me piacciono i giocatori così, ha dribbling e personalità. Senza calciatori di qualità non vinci le partite. Non mi focalizzo sul modulo, Suso sarà elemento di valutazione non in quanto valore del calciatore ma per la posizione, per farlo rendere per lui e per la squadra”

Si tratta di una rivincita personale? “Non è rivincita ma un percorso lungo e complicato. Sono rimasto deluso dalle esperienze negative ma non mi sono mai arreso. Ho sempre studiato, mi piace aggiornarmi perchè penso non si finisca mai di imparare. Non è una rivincita ma la passione che ho nel mio lavoro che mi ha portato qua e spero mi possa far restare qua il più possibile”

I punti di riferimento da cui ripartire? “Sono 24/25 giocatori, portiere compreso, dove il Milan è al di sopra degli interessi particolari. La differenza la fa un gruppo di calciatori al servizio della squadra. Non ci sono prime donne o privilegiati ma giocatori del Milan”.

Questo Milan può raggiungere il terzo posto? “L’obiettivo finale devo costruirlo, non posso partire da questo. Parlare di obiettivo finale senza costruirsi step non ha senso. E’ chiaro che si guarda verso l’obiettivo finale ma lo devo costruire su step”.

Sarri? “C’è antica amicizia, ci sentiamo spesso, abbiamo frequentato il corso insieme. Viene in vacanza vicino a casa mia, ci vediamo, parliamo di esperienze. Lui è l’esempio di chi si è sbattutto nelle categorie inferiori ma ha vinto, ha raccolto grandi soddisfazioni attraverso il sacrificio. Gli devo molto, è lui che mi ha suggerito alla dirigenza dell’Empoli quando allenavo a Cremona. Questo è frutto della stima reciproca. Negli anni ci siamo sempre rubati delle idee, siamo cresciuti in questo modo”

Il mercato? “Io traccio profili, la ricerca la fa il club. Io mi esprimo sui calciatori che ho allenato, posso farlo perchè ne conosco vita, morte e miracoli. I leader di gioco sempre, poi ci sono i calciatori che con la qualità arricchiscono la squadra. I calciatori forti rendono le idee dell’allenatore migliori rispetto alle proposte”.

Un giocatore ideale? “La sintesi tra Maldini e Boban”

Praet, Veretout, Andrè Silva e Cutrone? “Approfitto per ringraziare Ferrero, mi ha fatto vivere tre anni di calcio appassionato, mi ha fatto esprimere e mi ha dato la possibililtà di venire al Milan, liberandomi dal contratto. Praet lo stimo ma non so se diventerà un giocatore in più per il Milan perchè abbiamo già quattro mezze ali, certo lo stimo, l’ho allenato e non è un giocatore del Milan. Siamo coperti in quel ruolo. Parlo dei miei giocatori, Andrè Silvae Cutrone, a pelle, sono calciatori diverse per caratteristiche. Devo valutarli insieme alla rosa del Milan ma sono giocatori di livello, devo capire come metterli insieme, capire chi è funzionale e chi meno. Ad oggi sono calciatori forti del Milan, poter scegliere è già una bella cosa”

Cosa può portare al Milan Theo Hernandez? “Theo è un calciatore per cui il club ha fatto una ricerca importante. E’ giovane, è un calciatore di potenzialità, mi hanno chiamato apposta anche per far crescere i giovani di grande qualità. Sono curioso anche io di capire che giocatore sia. Si porta dietro l’ambizione di poter diventare tra qualche anno uno dei calciatori migliori in quel ruolo. Ha caratteristiche più vicine a Laxalt, diverse da Rodriguez e anche lì dovremo capire in che direzione muoverci”.

I commenti positivi ricevuti? “Quando si è stimato dalle persone aumentano le responsabilità, c’è poi la condizione di tradire la fiducia. Non ho paura di niente, ho soltanto paura di arrivare in ritardo domani all’allenamento (ride n.d.r.)”.