Il Milan non sfonda: col Toro finisce pari

Simone Dell’Uomo

Porte chiuse a San Siro e Milan che non sfrutta l’occasione di accorciare dall’Inter. Al Meazza i rossoneri non vanno oltre lo 0-0 contro un ambizioso Toro, che in virtù del pari restano in zona Europa. La Lazio resta a -1, la lotta Champions resta aperta più che mai. Bene il Milan nel finale, ma nel complesso continua a vigere la netta sensazione che questa squadra non riesca a mettere sotto avversarie di rango inferiore. E questo è quello che succede: dopo 4 punti con Lazio e Parma i rossoneri tornano a fermarsi. Non c’è continuità, sono due punti. Tornano a fermarsi anche perchè stasera contro ogni pronostico il Toro è partito forte, alzando la pressione e spingendo sin dalle prime battute. Soprattutto, la notizia è che è proprio la squadra granata a condurre il gioco e fare la partita. Ansaldi a sinistra viene giù che è una bellezza: il ragazzo ha voglia di riscatto in uno stadio che probabilmente l’ha bocciato troppo presto. Esperienza da vendere, sembra quello di Genoa o di Madrid. Dai suoi piedi nascondo due colossali palle gol per il Torino, anche perchè Suso non segue mai l’uomo evidenziando i problemi del nuovo 4-4-2 rossonero. Donnarumma è mostruoso sul colpo di testa di Baselli, qualche minuto dopo Belotti sciupa un’altra occasione clamorosa. Il Toro sembra averne di più, anche sul piano fisico, perchè Meitè e Rincon sovrastano Kessiè e Bakayoko. Dovrebbe esser il Toro a colpire in contropiede e invece ci prova il Milan, ma prima Higuain poi Suso non riescono a condurre al meglio la transizione negli ultimi metri, sciupando due grosse potenziali palle gol. L’argentino non è tranquillo: ha fame, ha rabbia, vuole il gol per riscattare le ultime burrascose settimane. Nel secondo tempo partita aperta, possesso palla in parità, transizioni da una parte e dall’altra. Senza Biglia e Bonaventura per forza di cose è cambiato anche il Milan: meno palleggio, più fisicità e verticalizzazioni. Sarebbero Suso e Calhanoglu a dover costruire più gioco, ma mentre lo spagnolo nonostante la giornata opaca e imprecisa dà sempre l’impressione di poter esser pericoloso, il fantasista turco appare inesorabilmente ancora lontano dal giocatore splendente ammirata nella seconda fase della scorsa stagione. Così per regalare più imprevedibilità Gattuso inserisce al suo posto Samu Castillejo. Gattuso comprende che per vincere la partita occorre creare l’uomo in più sulle corsie esterne, come algebricamente detta un 4-4-2 che affronta il 3-5-2. Castillejo premia Rodriguez, Suso premia l’intraprendente Calabria, i rossoneri costruiscono diversi cross bassi pericolosissimi per il tandem Higuain-Cutrone puntualmente però anticipato dalla maiuscola prestazione della coppia Izzo-Nkolou. Mazzarri, alla faccia del difensivista, non ci sta e carica pesante: fuori la fantasia d Falque e Baselli, elementi perfetti per unire i reparti e muoversi tra le linee, dentro l’artiglieria pesante. Entra infatti Simone Zaza, coppia davanti col gallo Belotti. Errore potenzialmente fatale quello di Walter Mazzarri: il Torino si apre, i reparti si staccano, il Milan spinge e San Siro pure. Doppia clamorosa palla gol per il Milan a 5 dalla fine: prima Suso sbaglia da ottima posizione concludendo col destro sull’esterno della rete, poi Cutrone sugli sviluppi di un calcio piazzato si ritrova a tu per tu con Sirigu ma si divora a pochi metri dalla porta il gol che avrebbe fatto esplodere il Meazza. Sono gli ultimi metri quelli dove agisce l’esemplare d’area di rigore: stavolta il predestinato non trova il guizzo giusto. Nei 4 di recupero il Milan spinge forte ma senza particolare ingegno: azione confusa, palle lunghe, Higuain e Kessiè provano a sfondare il muro granata ma senza successo. Finisce 0-0 a San Siro, il Toro esce a testa altissima, per il Milan un piccolo passo indietro dopo i 4 punti conquistati con Lazio e Parma. Un mezzo passo falso per Gattuso, che sognava di sganciare i capitolini e di arrivare ad un punto solo dall’Inter. Invece no, la corsa resta apertissima, per un campionato da vivere fino in fondo. Alla corsa partecipa anche l’ambizioso Toro, altrochè: Mazzarri sorride in virtù dei suoi 22 punti. Tra le poche note positive dei rossoneri la stoica prestazione di capitan Ignazio Abate, bravissimo da centrale ad arginare la molle offensiva granata: nonostante il cartellino giallo ad inizio gara, spavalda la sua prestazione fuori ruolo.

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