Sprofondo biancoceleste. Perde di brutto la Lazio che in Germania finisce sepolta dall’Eintracht Francoforte che si impone per 4-1 con la Lazio che finisce la gara in nove per le espulsioni di Basta e Correa che hanno complicato, e non poco, i piani di Simone Inzaghi. Eintracht avanti dopo quattro minuti con Da Costa, il pari di Parolo prima che un grossolano errore difensivo permettesse a Kostic di firmare il nuovo sorpasso. Sul finale del primo tempo, l’arbitro tira fuori due gialli in pochi minuti per Basta. I biancocelesti dovranno giocare tutta la ripresa in 10 uomini. Ad inizio ripresa i tedeschi firmano il 3-1 con Jovic e calano il poker allo scadere con Da Costa. E alla fine l’unica buona notizia arriva da Apollon-Marsiglia. Un pareggio (2-2) che lascia tutto aperto nel girone e che rappresenta l’unica nota positiva in una serata da incubo per i biancocelesti. A Francoforte la banda di Inzaghi mostra infatti il lato oscuro di questo gruppo, bissando in buona sostanza la prestazione amara del derby. Con l’Eintracht si è vista una squadra deconcentrata, molle. A tratti assente. Soprattutto dal punto di vista fisico e caratteriale. L’impressione, infatti, è che tecnicamente non ci fosse partita. E invece il campo ha raccontato tutta un’altra storia, coi tedeschi a farla da padrone e a candidarsi a un posto da protagonista nel Gruppo H. A Francoforte hanno steccato un po’ tutti. La difesa, imbarazzante, il centrocampo, lento e confuso, e l’attacco, sterile e prevedibile. Discorso diverso invece per l’Eintracht, che con la Lazio ha messo in campo grinta, corsa, tecnica e voglia di stupire. Tutto condito da un pubblico stupendo, che ha spinto gli uomini di Hütter per tutto il match, riducendo i biancocelesti al ruolo di comprimari e di spettatori non paganti. Alla Commerzbank Arena, Inzaghi si presenta con un mini-turnover. Una scelta accorta, per lanciare un segnale alla squadra e confermare i dei timori della vigilia. Accanto a Immobile, in attacco c’è Correa, con Basta e Durmisi sulle corsie e Parolo, Leiva e Milinkovic in mediana. Il solito 3-5-1-1, con qualche interprete diverso per cercare alternative tecniche e stimoli diversi. Soluzione che nella bolgia di Francoforte sbatte subito contro il 4-4-2 compatto di Hütter. Con Rebic in panca, l’Eintracht la mette sulla corsa e dopo quattro minuti sblocca la gara con Da Costa, bravo a sfruttare una mezza dormita di Milinkovic e Leiva su calcio d’angolo. Un gol che fa esplodere la Commerzbank Arena, ma che sveglia anche la Lazio. Immobile testa i riflessi di Trapp, poi la squadra di Inzaghi comincia a macinare gioco sulla sinistra e pareggia i conti con Parolo, pescato perfettamente da Correa in mezzo all’area. A ritmi alti e con la “spina” Gacinovic tra le linee, i biancocelesti giocano solo a sprazzi, lasciando campo alle ripartenze e all’aggressività dell’Eintracht. In fase di impostazione, del resto, il palleggio della Lazio è lento e la banda di Inzaghi arriva sempre dopo sulle seconde palle. Troppo poco per giocarsela ad armi pari. E così i tedeschi affondano ancora il colpo con Kostic, riportandosi avanti dopo un doppio errore in chiusura di Wallace e Leiva. Una rete che fa saltare il banco e anche i nervi di Basta, che nel giro di dieci minuti si prende due gialli e nel recupero del primo tempo lascia la Lazio in dieci. In inferiorità, nella ripresa gli uomini di Inzaghi provano subito ad attaccare a testa bassa a caccia del pari, ma crollano miseramente. La manovra bianconceleste è confusa, prevedibile e frenetica. E i tedeschi ringraziano, ripartendo ogni volta in contropiede senza difficoltà. Haller porta a spasso Acerbi e Wallace, difendendo bene la palla in ogni zona del campo, poi serve a Jovic la palla del tris che chiude il match. Anche perché subito dopo Correa entra col piede a martello e si fa espellere, mandando in fumo qualsiasi possibilità di rimonta. Nel finale va in scena una specie di monologo tedesco, con i biancocelesti che arrancano e incassano anche il quarto gol nel recupero. Un poker maro. Amarissimo. Dopo la sconfitta nel derby, la Lazio torna dalla Germania con le ossa rotte anche in Europa. Certo, nulla è perduto. Ma un tonfo del genere non è mai un buon segno. Per Inzaghi c’è molto lavoro da fare per rimettere la squadra in carreggiata.