Massimo Ciccognani
BOLOGNA Voleva e sognava un altro debutto Roberto Mancini. Voleva i primi tre punti della sua gestione ma ha finito con l’accontentarsi di un pari contro la Polonia nell’esordio nella Nations League che ha messo in luce l’attuale momento del calcio italiano. Troppi giocatori fuori condizione, altri poco impiegati nei rispettivi club. La Polonia ha fatto il minimo indispensabile, cinica e spietata nel primo tempo chiuso avanti grazie al gol di Zielinski. Nella ripresa tanto cuore e volontà che hanno portato al pari di rigore di Jorginho. E nulla più. Un punto per ricominciare, ma per Mancini c’è tanto da lavorare. Biraghi titolare a sinistra, Balotelli confermato al centro della prima linea, Gagliardini a sorpresa i mediana, le scelte di Mancini per questo esordio. Nella Polonia Milik in panchina, Lewandowski a guidare l’attacco con accanto l’azzurro napoletano Zielinski. Un primo tempo quasi al cloroforio con l’Italia che pure non parte affatto male ma che concede troppo dietro. Così il primo brivido lo regala lo scatenato Zielinski che dopo un gran suggerimento di Lewa si ritrova a tu per tu con Donnarumma che lo ipnotizza. Sono passatoi appena sei minuti. Gli Azzurri provano a reagire giocando palla sugli esterni, con Insigne e Bernardeschi che fanno due cose bellissime, stop al bacio dello scugnizzo dopo un cambio gioco e un inserimento velenoso dell’ex viola. Un po’ pochino. Che l’Italia sia in riserva lo si capisce da subito visto che a referto il migliore della prima parte di gara è Chiellini che sbroglia più di una matassa. Polonia ordinata, fraseggio corto e ripartenze fulminee che mandano in affanno una retroguardia niente affatto solida, con Biraghi e Zappacosta che faticano e non poco. In mezzi tanti problemi perché Jorginho non è ispirato e nel gioco stretto uno contro uno finisce quasi sempre per avere la peggio, con Gagliardini che gioca una prima frazione impalpabile e stesso dicasi per Pellegrini che non sfrutta mai le sue peculiarità. E così la Polonia, palla a terra ragionata, fa la voce grossa. Davanti gli Azzurri non graffiano perché Balotelli non solo ha qualche… grammo di troppo, ma soprattutto una condizione approssimativa. Passeggia in mezzo al campo e l’unica volta che gli riesce la conclusione dal limite la spara in curva. Sfortunato invece Bernardeschi che entra bene in area, ma il siuo esterno bacia il palo. Limiti di condizione e di poco utilizzo degli uomini in campo nei rispettivi club: per questo l’Italia fatica. La Polonia non fa nulla di eccezionale, ma sa tener palla, Lewandowski è troppo isolato e spesso chiama a sostegno Zielinski che risponde sempre presente. E proprio il “napoletano” gela il Dall’Ara con un destro di piatto al volo dopo un assist al bacio di Lewa sul quale Donnarumma può nulla. Ma che errore ijn uscita Jorginho. In precedenza il portiere rossonero aveva neutralizzato su Krychowiak. Polonia alla fine meritatamente avanti, col Mancio infuriato con Balotelli che non risponde alla chiamata, quasi anarchico. Ripresa col cambio Bonaventura per Pellegrini ma subito Polonia pericolosa e vicina al raddoppio. L’Italia prova a scuotersi: Biraghi stavolta va sul fondo e la mette in mezzo di giustezza ma Balotelli aspetta senza andare incontro al pallone. Bernardeschi è animato, conclusione da fuori fuori di un nulla. Lo spirito c’è, Balotelli sempre meno e Mancini non glielo manda a dire. Szymanski rileva Klick nella Polonia, mentre si prepara Belotti che poco dopo prende il posto dello spento e impalpabile Balotelli. Fuori anche Zielinski, l’autore del gol polacco per far posto a Linetty quando alla fine ne mancano venticinque. L’Italia prova l’affondo, l’azione è confusa con Gagliardini e Bonaventura che vanno vicino al colpo grosso, ma tutto fermo, entrambi erano in offside. Fuori Insigne, dentro Chiesa quando alla fine ne mancano meno di venti, con Mancini che adesso gioca il tutto per tutto. Ci prova proprio l’attaccante viola, gran destro sul primo palo, Fabianski è attento e chiude a terra. L’Italia insiste, uno-due Belotti-Chiesa con il viola steso in area: rigore netto. Dal dischetto Jorginho, glaciale, palla da una parte, portiere dall’altra, e siamo 1-1 e alla fine ne mancano dodici più recupero. Si può fare. L’Italia attacca ventre a terra, i polacchi si difendono a denti stretti. Quattro di recupero, ma non bastano. Finisce 1-1, non bellissimo, tanti errori, tecnici e di scelte che alla fine hanno partorito un pari che va bene ai polacchi, meno agli Azzurri. Mancini voleva un altro esordio, deve accontentarsi di un brodino e di una parte finale di gara dove lo spirito non è mancato. La qualità sì. Ed è quella che l’Italia deve ritrovare.