Simone Dell’Uomo
Un Manchester City forte, esperto, pungente e velenoso spazzia via l’Arsenal e rovina sia il debutto di Emery sia la domenica dei 60.000 dell’Emirates. Decide la realizzazione di Sterling in apertura, raddoppia in piena ripresa un Bernardo Silva nettamente più al centro della manovra celeste, specialmente per l’assenza del suo collega David. Guardiola riparte dunque da dove aveva finito: una squadra vera e potente che annienta le speranze di un gruppo eterogeneo alle dipendenze di un tecnico spagnoleggiante. Guardiola non ha infatti stravinto il possesso palla, ma ha stravinto quello dei palloni recuperati, delle ripartenze, della bellezza estetica di guadagnare metri e campo con qualità, intelligenza e pennellate straordinarie. La difesa continua a crescere, anche se aiutata tantissimo da un lavoro di squadra senza precedenti. Non disastroso il debutto di Emery, ma il tecnico dovrà sciogliere le riserve e capire quale sistema di gioco valorizzerà di più le qualità della sua rosa. Unaj ama il 4-2-3-1, la rosa forse sa esprimersi al massimo col rombo. Non è un caso che le palle gol più pericolose siano arrivate proprio alla fine. Il trionfo celeste all’Etihad chiude il primo weekend di premier ed in particolare una domenica che aveva visto stravincere anche l’altra big, quel Liverpool di Klopp che ha rinforzato i suoi punti deboli e adesso sa perfettamente sia quel che vuole che come ottenerlo. Non solo ripartenze: gioco fluido, veloce, rapido, ma non soltanto contropiedi. Così si scardinano belle e ingenue realtà come il nuovo spavaldo West Ham di Pellegrini, travolto 4-0 ad Anfield: apre Salah, doppio Manè, il buon vecchio Sturridge chiude il festival del gol. Ottimo il debutto dei nuovi Alisson e Keità. In chiusura 0-0 tra Southampton e Burnley: poche emozioni, poca voglia di farsi male, pochi tiri. Insomma, un punteggio che stona con bellezza e fascino della prima giornata.