All’Ekaterinburg Arena, la Svezia doma il Messico calando il tris ed aggiudicandosi la vetta del girone F. Le reti scandinave siglate tutte nella ripresa: Augustinsson, Granqvist di rigore ed un autogol clamoroso di Alvarez schiacciano i messicani. La nazionale di Osorio graziata dalla sconfitta tedesca passa comunque il turno forte delle due vittorie nelle prime due giornate. Il girone più equilibrato del Mondiale, vede come vittima illustre la Germania. I tedeschi proseguono la maledizione dei campioni incarica che vengono eliminati ai gironinell’edizione successiva. Si attende questa sera l’esito del girone E, per conoscere chi tra Brasile, Svizzera e Serbia sfiderà gli scandinavi ed i messicani. Due moduli, due mentalità e credi calcistici a confronto. Da una parte Il 4-2-3-1 messicano basato su un calcio frizzante, di verticalizzazioni e di contropiede con un parco attaccanti leggero. Dall’altra parte come analizzato più volte, il 4-4-2 collaudato e roccioso: difesa fisica, linee strette, centrocampo denso ed attacco pesante. Prima frazione costellata da numerosi spunti offensivi e capovolgimenti di fronte. La vivacità ed il tanto movimento di entrambe le nazionali non vengono però capitalizzati. Si parte subito con intensità e voglia di fare. Dopo appena dieci secondi dall’inizio, Gallardo viene ammonito per un fallo su Toivonen. Avvio Sprint degli svedesi. La difesa messicana si salva prima con la retroguardia che sventa il colpo di testa insidioso di Berg per Granqvist e poi con Ochoa il quale mostra la sua reattività sul calcio di punizione di Forsberg. Gli scandinavi approcciano bene alzando il baricentro e schiacciando il Messico, la squadra di Andersson continua a macinare gioco ed azioni. Sugli sviluppi del calcio d’angolo Berg opta per la rovesciata, esecuzione che va fuori di poco. La risposta messicana arriva dal tiro a giro con il mancino di Vela, la sfera va a lato a pochi passi dalla via del gol. Non c’è tempo per rilassarsi perché Forsberg mette ancora i brividi ma non concretizza. Al 27’ gli europei lamentano un calcio di rigore per un tocco di braccio da parte di Hernandez in area. Interviene il VAR per levare ogni dubbio e l’arbitro lascia proseguire. I gialloblu spingono come non avevano mai mostrato finora, il cuore e la grinta infondono brio e forza nelle gambe svedesi. A fermare i sogni gialloblu c’è uno strepitoso Ochoa, il portiere si supera su Berg. Dopo una prima parte a tinte gialloblu, il Messico esce fuori nel finale dei primi 45 minuti. E’ Vela il più attivo ma la difesa svedese regge bene all’onda d’urto messicana grazie anche agli interventi duri ma corretti ed efficaci di capitan Granqvist. Si chiude a reti inviolate un primo tempo spregiudicato caratterizzato da tante palle gol. La ripresa non delude. La Svezia non molla e rientra in campo con grande determinazione. Il Messico lascia a desiderare sotto il profilo difensivo e gli scandinavi tirano fuori il loro pragmatismo. Il tiro completamente sbagliato di Claesson si trasforma in una carambola ma soprattutto nella traiettoria-assist per Augustinsson. Il terzino arriva velocissimo da dietro riuscendo ad inserirsi alla perfezione e colpendo al volo. Risultato? Ochoa battuto ed equilibri spezzati. Il Messico è stordito e la Svezia ne approfitta. Berg di mestiere si mette davanti a Moreno, il difensore è irruento in scivolata e atterra il numero 9. Senza ombra di dubbio viene fischiato calcio di rigore e ammonizione per Moreno. Dagli undici metri si presenta il solito Granqvist capitano e simbolo degli svedesi. Gran botta, gran rigore e due a zero. A questo punto gli scandinavi amministrano il gioco tranquillamente complice le poche idee messicane in zona offensiva. A chiudere definitivamente i conti l’autogol clamoroso di Alvarez il quale in anticipo pasticcia toccando anche il pallone con la mano e propiziando l’autorete. L’occasione per il gol della bandiera viene sprecata da Vela, girata di Hernandez serie di deviazioni e pallone che finisce sui piedi dell’ex Arsenal il quale non riesce ad insaccare. Attenzione alla Svezia, una delle rivelazioni di questo Mondiali. E’ noto dell’importanza delle difese ferree in gare secche ed in competizioni del genere dove è importante essere solidi e cinici, aspetti che contraddistinguono gli scandinavi. Da rivedere il Messico, ottimo nelle prime due uscite ma deludente all’esame di maturità.