Clamoroso a Madrid, Zidane lascia il Real: “Serve un cambio”

Massimo Ciccognani

Un fulmine a ciel sereno squarcia il cielo di Madrid sponda Real ad un nulla dalla terza Champions consecutiva conquista dai Blancos. Ed è una notizia clamorosa: Zinedine Zidane lascia la panchina del Madrid dopo due anni e mezzo e tre Champions di fila. L’annuncio in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il tecnico ed il presidente Florentino Perez.  “Non sarò più l’allenatore, questo è il momento giusto per lasciare. Alla squadra serve un cambio”. Che sarebbe stata una conferenza difficile lo si è capito dalle prime parole di Florentino “Sarà Zidane a comunicare una decisione inattesa, ma io sono al suo fianco”. E subito la parola al tecnico francese, schietta, subito diritto al problema. “Ho deciso di non continuare sulla panchina del Real Madrid. Ho voluto parlare con lui per spiegare i miei motivi. E’ un momento duro e importante. Questa squadra deve continuare a vincere e per questo ha bisogno di un cambio in panchina. Parlo di altre metodologie di lavoro, per questo ho preso questa decisione. Voglio bene a questa squadra e al presidente, a cui sarò grato per sempre, ma oggi per me e per la squadra è giusto cambiare. Per questo ho scelto di non continuare”. Si ferma, si guarda intorno tra lo sgomento di chi seduto nella sala stampa di Valdebebas, non si aspettava una simile decisione. “Può essere un arrivederci, il Real mi ha dato tutto. Io continuerò ad essere vicino al club. Per molti non può avere senso, ma per me era il momento di cambiare, sia per me che per i giocatori. Dopo quasi tre anni era la decisione più giusta. Ripeto, capisco i dubbi. Io però voglio solo ringraziare i tifosi e i giocatori che mi hanno sempre appoggiato. In una stagione ci sono momenti complicati e i fischi ci possono stare, lo capisco visto che siamo il Real Madrid. Io però li ringrazio per tutto, non solo loro ma anche le persone che lavorano nel club dagli uffici ai magazzinieri fino ai dottori. Le vittorie sono di tutti, non solo di poche persone. Ci sono momenti buoni, momenti complicati e momenti spettacolari. Uno deve sempre riflettere sul suo percorso, ripeto, per questo è il momento giusto per dire addio soprattutto perché i giocatori hanno bisogno di un cambio di guida tecnica. Il Real è un club esigente, la sua storia è grande e ai giocatori è richiesto sempre di più. Ora è giusto che abbiano altri stimoli per continuare a vincere”. Una notizia che Zidane, prima di andare in salta stampa, ha comunicato ai suoi calciatori, quelli che per tre anni, hanno diviso con lui momenti di grande entusiasmo e trionfi. “I giocatori lo sanno già, gli ho mandato dei messaggi. Ho parlato solo con Sergio Ramos e con gli altri capitani della squadra. Questo è solo uno sviluppo naturale della situazione. Il 20 di febbraio non pensavo a questa situazione. Ho sempre detto che in questo club può succedere di tutto e che l’importante è il giorno dopo giorno. Io non sono stanco di allenare, faccio questo lavoro da soli tre anni. Ora però è il momento in cui la squadra deve continuare a vincere e per farlo è giusto cambiare. Io non cercherò un’altra squadra”. Le domande lo incalzano, magari alla base della decisione del tecnico potrebbero esserci motivi legati al mercato, oppure l’idea che questa squadra abbia chiuso un ciclo.  “Non voglio parlare di questo e di possibili cessioni. La rosa è valida e lo ha dimostrato in questi anni. Ciò che succederà da ora in poi non dovrò commentarlo io”. E neppure l’eventualità che Cristiano possa lasciare il Real, sembra aver influito sulla decisione. “Assolutamente no. Volevo trasmettere serenità, sia da allenatore che oggi in conferenza. I giocatori non hanno niente a che vedere con la mia decisione. Dopo tre anni di successi per un allenatore è difficile continuare così. O almeno per me sarebbe stata dura. A me piace vincere, in ogni cosa. Ora avevo la sensazione di rischiare di non vincere e per questo serviva un cambio. E’ successo lo stesso anche da giocatore: quando credevo di non poter vincere ho sempre scelto di cambiare. Il giorno della decisione invece non ve lo comunicherò”. Dispensa sorrisi Zizou.  “Mi sento bene. Non è un giorno triste. Ripeto, per me è solo un arrivederci, sarò sempre vicino a questo club”. Accanto a lui Florentino Perez che evidentemente non ha del tutto metabolizzato la decisione presa dal tecnico. E lo si capisce perfettamente dalle sue parole. “Oggi è un giorno triste per il Real Madrid. Accettiamo e rispettiamo la decisione di Zidane. Ieri, quando ho saputo la cosa, ho avuto un sussulto. Non ero preparato ad una notizia del genere. Per me non è un addio, ma un arrivederci a presto. Se ha bisogno di un po’ di riposo è giusto che se lo prenda”. Fine dei giochi. Con Zidane si chiude un ciclo meraviglioso che ha portato il Real a scrivere la storia, vincendo tre Champions League consecutive, due supercoppe Europee, due mondiali per Club, una Liga di Spagna ed una Supercoppa di Spagna. Da domani si volta pagina, ma di sicuro, senza Zizou, non sarà più la stessa cosa. Escluso Ramos, spiazzati tutti gli altri componenti la rosa che aspettavano la conferenza per sancire il rinnovo del contratto. Invece adesso il Madrid si ritrova senza un punto fermo e da stasera stessa comincerà la caccia al successore. Nomi? Difficile farne anche se è sempre piaciuto l’attuale tecnico del Tottenham Mauricio Pochettino che ha una clausola per liberarsi prima della scadenza del contratto solo in caso di chiamata del Real. Guardando in casa, come fatto dopo l’esonero di Benites che ha portato al salto in prima squadra di Zidane, è Guti, ma occhio ad Antonio Conte che ha tati estimatori ed è destinato tra qualche giorno a rimanere senza panchina visto l’addio ormai vicino al Chelsea. Semplice suggestione, ma non certo da scartare. Quanto a Zizou per ora si gode l’ultimo trionfo e le vacanze. Poi magari, dopo il Mondiale, potrebbe esserci la panchina della sua Nazionale. Hai visto mai.

Sconsolato il presidente Florentino Perez
Zidane ha conquistato tre Champions di fila con il Real

UNA STORIA SCRITTA A PELO D’ERBA

Quello che ha fatto Zidane sulla panchina del Real è qualcosa di unico. Subentrato a Rafa Benitez nel gennaio del 2006, con un campionato maledettamente compromesso. Accolto con scetticismo vista la sua poca esperienza in panchina avendo allenato fino a quel momento la seconda squadra di Madrid, Zidane, ha scritto la storia recente del Real conquistando nove titoli.  Una carriera iniziata come secondo di Ancelotti nel 2013 con il ruolo anche di direttore sportivo. L’anno successivo è diventato tecnico del Real Madrid Castilla, la seconda squadra che gioca nel campionato di terza divisione. Poi il salto, datato 4 gennaio 2016, subentrato alla guida della prima squadra al posto di Benitez. Appena due anni e mezzo di gestione, pochi se vogliamo, ma abbastanza per farlo entrare nella leggenda. Da allora Zizou ha vinto tre Champions League, due Coppe del Mondo per Club, due supercoppe Europee Uefa, una supercoppa di Spagna e d una Liga. Nessuno avrebbe scommesso su di lui, ma Zidane ha sentito tutti con i fatti, facendo registrare uno score incredibile. Per questo sarà difficile sostituirlo.

E Zidane…. chiuse la porta
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