Massimo Ciccognani
KIEV (Ucraina) E’ tutto pronto o quasi, con la macchina organizzativa dell’Uefa che sta mettendo a punto gli ultimi dettagli. Poi sarà Real Madrid-Liverpool, la finale della Uefa Champions League di domani sera. Le due squadre sono arrivate a Kiev ieri a distanza di pochi minuti l’una dall’altra, ma non si sono incrociate in aeroporto. Lo faranno domani sera in campo. Una sfida tra due delle squadre più blasonate d’Europa, ma anche il remake dell’ultimo atto della Coppa Campioni del 1981 quando al Parc des Princes di Parigi i Reds si imposero 1-0 con la rete di Kennedy all’81’. Uno snodo cruciale per i Merengues che da allora non hanno più perso una finale. Il Real arriva da due vittorie consecutive, tre negli ultimi quattro anni, una vera e propria macchina da guerra. Dodici champions/coppe campioni per gli spagnoli, cinque per gli inglesi. Nelle cinque sfide tra la due squadre non ci sono mai stati pareggi, con 3 vittorie dei Reds e 2 dei Merengues che però, fino al 2014 l’anno della Decima, avevano proprio nel Liverpool uno dei pochi tabù europei. Le vittorie degli spagnoli sono arrivate negli ultimi due incontri lasciando aperta una serie positiva. La vera differenza in questa sfida, la farà l’abitudine a giocare questo tipo di partite. Se nei Reds non c’è un giocatore che abbia mai giocato una finale di Champions League, il Madrid è invece alla terza finale consecutiva, pronto a diventare il primo club a riuscire a conquistare la Champions moderna per tre anni di fila dopo aver infilato la doppietta. L’obiettivo è il trofeo numero 13, magari con Cristiano Ronaldo in gol per la quarta finale su quattro, mentre per il Liverpool sarebbe la sesta che porterebbe il club al terzo posto in solitaria in Europa dietro proprio al Real (12) e al Milan (7). Tredici anni dopo l’ultima vittoria, quella di Istanbul proprio contro i rossoneri all’Ataturk, sede della finalissima nel 2020.
ZIDANE CONTRO KLOOP Quella di domani è partita che promette scintille tra due squadre che giocano un calcio spettacolare, che fanno dei rispettivi attacchi il loro giore all’occhiello, e con due allenatori in panchina, dalle filosofie opposte. Da una parte l’equilibrio di Zidane, fine tattico e straordinario gestore di un gruppo di campioni. Dall’altra Kloop, padre del “Gegenpressing e del gioco offensivo. Ed entrambi con un piccolo, se così lo vogliamo definire, neo, quello di difese piuttosto allegre. Zidane, da due anni e mezzo sulla panca del Real, ha dimostrato di sapere solo vincere, avendo fatto ricredere tutti coloro che non avrebbero scommesso un soldo bucato sulle qualità del francese chiamato a sostituire dalla sera alla mattina Rafa Benitez. Zidane ha dimostrato di essere un gestore straordinario capace di leggere le partite tatticamente e soprattutto mentalmente, imponendo ai suoi giocatori, una mentalità del lavoro vincente. E ha ancora fame di vittorie questo Real che gioca la quarta finale degli ultimi cinque anni, squadra solida che poggia le sue certezze su capitan Ramos, sulle doti di Kroos e Modric in mezzo, sull’estemporaneità di Marcelo, aggiunta all’equilibrio che Casemiro ha saputo dare in mezzo al campo e poi lo stellare attacco, con all’occhiello il pallone d’Oro Cristiano Ronaldo, sostenuto da gente come Bale, Benzema, e dal nuovo che avanza Lucas Vazquez, Asensio e Isco. Liverpool all’opposto con un tecnico preparato tatticamente, se vogliamo un rivoluzionario del pallone, al gioco d’attacco, ai tanti gol che i reds riescono a concretizzare. Una macchina che quando funziona a meraviglia è imbattibile, ma che vive sempre in bilico tra l’impresa e il flop clamoroso. Ed è esattamente così si presenterà a Kiev: probabilmente l’unica squadra in grado di far impazzire il Real Madrid nella migliore delle ipotesi, oppure la vittima sacrificale del pragmatismo di Zizou. Certo il numero di finali di Champions giocate dai giocatori in rosa, zero, non aiuta. Kloop si affiderà al collaudato 4-3-3, con i tre assi là davanti Salah, Firmino e Manè a provare a far male ai campioni. Ma serve la partita perfetta e Kloop lo sa, come sa altrettanto bene Zizou che domani ci vorrà il Madrid più bello di sempre per avere ragione degli inglesi e portare a casa il terzo trofeo di fila.