Il Milan nella tana del Toro. Gattuso: “Squadra rognosa, bisogna starci soprattutto con la testa”

Gianluigi De Angelis

Il pari con il Napoli ha regalato l’ennesimo Milan tutto cuore e sentimento, ma Gattuso guarda oltre. Domani c’è il Toro e il tecnico non si fida affatto. “Dono una squadra rognosa, fisica, che punta molto sulle ripartenze. Se non andiamo lì con la testa giusta rischiamo una figuraccia. Leggendo i giornali si evince che si fanno pochi gol. Si costruisce tanto, la mole di gioco è importante. Dobbiamo migliorare la finalizzazione, ma non sono preoccupato. Siamo decimi nei gol segnati, ma l’importante è costruire, poi miglioreremo negli ultimi 20 metri. Giochiamo da squadra. Col Toro dobbiamo giocare di squadra, loro hanno nel dna il cuore Toro, hanno senso di appartenenza. Col Napoli abbiamo speso tanto, domani dobbiamo riproporre quello che abbiamo fatto e dare continuità senza fare passi indietro. Mi aspetto massima concentrazione, se non andiamo con la testa giusta rischiamo di fare una grande figuraccia. Abbiamo giocato due giorni fa, oggi faremo la conta per capire chi sta bene. Si può fare tutto nella vita, ma oggi è più improvvisazione che organizzazione, bisognerà provare un tanto al chilo, per dire, perché davvero c’è da capire la situazione fisica di ognuno. Ma il Milan di oggi – continua Gattuso – è più bello di quello della vittoria a Roma. Nella gestione della palla, nelle idee, è migliore oggi. Mi aspetto tanto da tutti, è il collettivo che sta bene. Guardate col Napoli, ci davano per spacciati e invece abbiamo tenuto il campo. È tutta una questione di testa. Non possiamo accontentarci delle belle prestazioni, bisogna dare continuità: devi dare la sensazione di essere sempre squadra”. Davanti si ritroverà Belotti che ha allenato tempo fa. “Lo avevamo visto all’Albinoleffe: si vedeva, dopo Sheva mi aveva impressionato lui. Tirava e prendeva sempre lo specchio della porta. Ha attraversato un momento negativo ma ha grande forza fisica, è concreto. Quando salta di testa sta su, è impressionante. Mi è sempre piaciuto, in questi anni ha fatto stagioni importanti. È un ragazzo con la testa sulle spalle, nei 20 giorni in cui l’ho allenato abbiamo avuto un ottimo rapporto. Se me lo aspettavo così forte? Ha il veleno dentro, è normale che venisse fuori”. Ma forse il vero problema del Milan è la classica coperta corta, visto che giocano quasi sempre gli stessi. “Non c’entrano i giocatori, voi non mi ascoltate. Riguarda come la squadra copre il campo. Non è che sono sempre gli attaccanti esterni ad andare ad aiutare i terzini. Non è a livello numerico questa affermazione. Sono Mirabelli e Fassone a scegliere i giocatori, io devo allenare la squadra che ho e arriveranno pochissimi giocatori. Io sono contento così perché i miei giocatori sono i migliori al mondo. Ne arriverà qualcuno, pochi, per migliorarci e darci una mano, ma pensiamo al presente e a questa sfida che ho nella testa. Il Toro ha esterni bravi, ha gamba. È una squadra che tante volte gioca di rimessa, chiudono gli spazi e ripartono con qualità e forza fisica. Non costruisce molto dal basso, loro riconquistano e ripartono. Me li aspetto così. Noi – conclude – dovremo essere bravi a fare quello che abbiano preparato, starci soprattutto con la testa. E basta. Il resto lo lasciamo al campo”.

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