Alla Red Bull Arena succede l’imponderabile. La Lazio, dopo il 4-2 dell’Olimpico nella gara di andata, si butta via in quattro minuti e subisce una clamorosa sconfitta (4-1) con gli austriaci che la ribaltano e volano in semifinale. La Lazio saluta l’Europa League. Una grande delusione per i biancocelesti, che a Salisburgo vedono sfumare il traguardo delle semifinali sprecando la vittoria per 4-2 ottenuta nella gara d’andata. In Austria finisce 4-1 per la formazione di Marco Rose, capace di ribaltare il match con quattro gol negli ultimi trentacinque minuti dopo aver subito la rete del vantaggio firmata da Ciro Immobile. Fino a quel momento, al minuto 55, la Lazio sembra in pieno controllo di una gara molto tattica. Pur consapevoli di dover attaccare per recuperare lo svantaggio dell’andata, gli austriaci dimostrano infatti di aver capito la lezione dell’Olimpico e non lasciano spazio alle letali ripartenze biancocelesti. Ecco perché nei primi quaranta minuti l’unica occasione capita sui piedi del vivace Hwang, poco conosciuto dagli uomini di Inzaghi perché assente per squalifica sette giorni fa: Strakosha è attento e reattivo nel respingere il tentativo ravvicinato del sudcoreano al 5’, ma l’azione disegnata dal Salisburgo rivela il piano dei padroni di casa. Rispetto alla gara d’andata, il tecnico Marco Rose abbandona infatti il 4-3-1-2 e disegna un 4-3-3 puntando forte sui tagli degli esterni, appunto Hwang e il tedesco Yabo, anche lui assente a Roma. Pur lasciando a lungo il pallone tra i piedi degli avversari, però, la Lazio è attenta e ordinata nel difendere la porta di Strakosha e, in pratica, non concede altre occasioni nel primo tempo, che finisce invece con due fiammate biancocelesti firmate dal bomber Ciro Immobile: al 40’ l’attaccante napoletano non riesce a sfruttare nel migliore dei modi l’assist di Milinkovic-Savic, mentre tre minuti più tardi è bravissimo il portiere Walke a respingere con i piedi il suo sinistro dopo lo splendido colpo di tacco di Luis Alberto.
La ripresa comincia esattamente allo stesso modo, con altre due fiammate di Immobile: Walke è ancora bravo in uscita sulla prima occasione, ma al 55’ il centravanti napoletano capitalizza al meglio l’assist di Luis Alberto e porta in vantaggio la Lazio. Da qui in avanti, però, la partita cambia radicalmente. Il Salisburgo trova il pareggio nel giro di sessanta secondi grazie anche ad un pizzico di fortuna, vista la deviazione decisiva di Luiz Felipe sul tiro di Dabbur. Una doccia fredda per la formazione di Inzaghi, che spegne la luce nella propria metà campo mentre i padroni di casa partono all’arrembaggio spinti dal proprio pubblico. Al 66’ Schlager va vicino al vantaggio con un gran sinistro dalla distanza che finisce sul palo, poi per la verità Luis Alberto avrebbe sui piedi l’occasione per chiudere i conti, ma spreca in modo incredibile un contropiede tre contro uno con un tiro debole e centrale. E allora, pochi secondi dopo, arriva il 2-1 del Salisburgo, complice Strakosha che pasticcia sulla conclusione di Haidara dai venti metri. Siamo al minuto 72, la Lazio sarebbe ancora qualificata per le semifinali ma nei successivi quattro minuti subisce altre due reti da Hwang e Lainer, con la difesa colpevolmente immobile. La reazione nel finale è inesistente, la Red Bull Arena esplode al triplice fischio dell’arbitro sloveno Skomina. Per la Lazio resta soltanto l’amaro in bocca.