Si avvicinano i quarti di Champions League e l’appuntamento per la Roma è di quelli da far tremare le vene ai polsi. C’è il Barcellona, una delle squadre più forti al mondo. Andata al Camp Nou il 4 aprile, ritorno il 10 all’Olimpico. E in casa giallorossa si sogna, senza troppa esaltazione, con i piedi per terra, tenuto soprattutto conto il valore dell’avversario. E c’è anche chi vede nel quarto con il Barça, il “derby” spagnolo. Trattasi del ds romanista Monchi, approdato quest’anno alla Roma dopo i successi di Siviglia e ce conosce molto bene l’ambiente Barcellona. “Arrivare ai quarti è un grande traguardo, si può sognare – ha detto il ds della Roma in una intervista a Mundo Deportivo – ma ancor prima di questa partita c’è un impegno di campionato da non mancare, quello di Bologna dove la Rona deve continuare il suo processo di crescita. Noi ci riteniamo soddisfatti del nostro cammino europeo. È stato un anno difficile perché in un colpo solo sono cambiati l’allenatore, il direttore sportivo, Francesco Totti si è ritirato e alcuni giocatori importanti sono andati via, ma adesso la Roma ha trovato il giusto equilibrio e può sognare. Dobbiamo essere soddisfatti per quello che abbiamo fatto in Champions, non solo per essere arrivati ai quarti ma anche per essere arrivati primi in un girone difficile davanti a Chelsea e Real Madrid e sfido chiunque il giorno del sorteggio a Montecarlo ad inserire la Roma tra le protagonista della stagione”. Sarà pur vero che all’orizzonte bussa l’impegno di sabato Santo a Bologna, ma è innegabile che il pensiero sia tutto per la sfida con i blaugrana. Difficile ma non impossibile. “Ripeto – continua Monchi – prima della prima partita contro il Barcellona dobbiamo andare a Bologna, c’è tempo per preparare la sfida alla squadra che sta dominando la Liga. Non mi preoccupa il sistema con il quale affronteremo i blaugrana, so che il mister preparerà la squadra nel miglior modo possibile per contrastare la forza e la capacità del Barcellona che non è soltanto Messi. Leo ha delle capacità impressionanti per decidere il match riscontrabile in pochi altri. Noi dobbiamo provare a capire e provare a neutralizzarlo, ma bisogna anche provare a fermare il gioco collettivo di una squadra con giocatori molto importanti. Messi è la perfezione ma bisogna arginare l’intero collettivo e non sarà facile”.