La Nazionale è tornata al lavoro dopo un giorno di riposo, in vista dell’amichevole in programma martedì sera a Londra contro l’Inghilterra. Un’altra sfida di lusso sulla strada dell’Italia, decisa a voltare pagina dopo l’eliminazione dal Mondiale e a dimenticare i novanta minuti giocati venerdì contro l’Argentina. Il commissario tecnico Luigi Di Biagio va avanti con la linea verde. Dopo l’ultima mezz’ora della ripresa giocata a Manchester, in rampa di lancio c’è il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini, classe ’96, vecchia conoscenza del ct che lo ha avuto nell’Under 21. Cresciuto a Cinecittà, Pellegrini ha nel dna la voglia di vincere, e non solo con il suo club. La maglia della Nazionale è per lui motivo di orgoglio. “Credo nel lavoro – sottolinea l’azzurro – e questa squadra ha giocatori forti. Abbiamo davanti a noi un po’ più di tempo per concentrarci e prepararci agli impegni del prossimo anno, per risalire tutti insieme. Non è una cosa che avviene dalla mattina alla sera, ma sono convinto che il lavoro paghi sempre”. Poi lancia il messaggio che conta: “Dobbiamo ricominciare tutti insieme, senza creare problemi che non esistono. Dobbiamo soprattutto crescere insieme, per noi, per l’Italia e per l’orgoglio di questa Nazionale: ci siamo un po’ stancati di vedere sempre gli altri fare qualcosina in più”. La sconfitta con l’Argentina brucia ancora. “C’è un po’ di delusione ed amarezza – continua Pellegrini – tutte le squadre che affrontiamo hanno l’obiettivo di far girare la palla, noi dobbiamo migliorare tanto sotto questo aspetto con le qualità tecniche che abbiamo. Possiamo divertirci e crescere, cercando di rubare agli altri quello che noi ancora non abbiamo. Giocatori come Bustos, Lo Celso, Lanzini non hanno molto più di noi, se non l’esperienza internazionale”. Conclude parlando di Di Biagio. “E’ stato molto diretto con noi, non gli interessa se viene chiamato ct o altro. E’ molto ambizioso, ha voglia di dimostrare e crescere, incarna l’italianità che ha voglia di fare un ulteriore step non solo a livello calcistico. Tante cose non dipendono da noi o da lui, noi dobbiamo fare quello che ci chiede il mister per cercare di crescere insieme. Perchè alla fine questo è importante: conoscersi e formare un gruppo – conclude Pellegrini – per tornare fra qualche anno dove l’Italia merita di essere”.