Massimo Ciccognani
E ‘ la partita dal dentro o fuori. L’Inter festeggia i suoi primi 110 anni e il popolo nerazzurro si augura che la festa sia anche in campo domani sera al Meazza quando la truppa di Spalletti riceverà un Napoli ferito dalla sconfitta di domenica scorsa contro la Roma ed intenzionato a ritornare sulla cresta dell’onda. Come l’Inter che vuole continuare a volare alto per centrare la zona champions. Siamo ad un crocevia importante della stagione perché domani sera chi si ferma è perduto. Lo sa benissimo Luciano Spalletti che però non ammette discussioni. “E’ una gara importantissima, non firmo per il pari”, il pensiero del tecnico di Certaldo. San Siro pronto a soffiare alle spalle dei nerazzurri contro un Napoli molto arrabbiato. “Il fattore San Siro può creare imbarazzo agli avversari ma anche a te – aggiunge Spalletti -. Quando hai tanto affetto ma anche aspettative addosso, si sente. Quando fai qualcosa di buono, il pubblico amplifica quel momento e ti può aiutare ancora di più. Sulla partecipazione del pubblico fino a questo momento: loro la Champions se la sono già mertitata. Ad essere arrabbiati siamo in due, noi un po’ di più del Napoli perché arriviamo da un periodo di passi falsi, quindi la nostra arrabbiatura è sicuramente superiore. Ci sarà da essere praticamente perfetti. La squadra di Sarri potrebbe dare spunti a chi dovrà decidere su quali concetti ripartire con il nostro calcio. Diciamo sempre che il calcio bello è quello che vediamo in tv dei campionati esteri, ma il Napoli è uno degli esempi migliori”. Una partita che può cambiare il corso della stagione. “Si è già detto anche delle partite scorse, la classifica si è accorciata, è così sempre da qui in poi. Ovvio, questa è ancora più importante ma proprio perché non abbiamo fatto punti prima. Ci mancano 12 partite, solo 5 in casa: non possiamo più fare i calcoli. Anche se in un match non riusciamo a gestire il pallone per un periodo, dobbiamo adattarci e lasciare la palla agli avversari, senza pensieri negativi. Noi dobbiamo pensare ai gol e ai punti. Probabilmente i miei calciatori sentendosi sotto schiaffo prendono più responsabilità e convinzione. Ci sono giocatori abituati a vincere e a non lasciare nulla per strada. Le intenzioni dei miei calciatori sono sempre molto sante”. All’andata fu pari con una condotta attenta da parte dell’Inter. Si riparte da quella gara? All’andata – aggiunge Spalletti – abbiamo palleggiato basso molto bene, prendendoci dei rischi di troppo, quindi una situazione da non riproporre. Ci era mancato l’ultimo passaggio, sbagliando i palloni dietro alla loro difesa. Certo, ci sentivamo sicuri. Ma i giocatori hanno capito l’importanza della partita, si vede che lo percepiscono e che hanno voglia di fare, so che ci sarà questa disponibilità. In questo periodo negativo non mi pare si sia salvato qualcuno. La sconfitta ti tira dentro in quelli che sono i tuoi doveri. Non abbiamo fatto risultati e il momento ha tirato per i capelli sotto la linea della sufficienza”. Parole al miele per Sarri: “Lo candido ad essere un allenatore che fa vedere un calcio importante, fatto di ricerca di pressing non appena tu muovi la palla fino al 90′, vuole far gol con costanza, con tanti giocatori, sempre allo stesso modo. Ha ricevuto i complimenti degli allenatori europei”. Il dopo Astori con uno spirito sicuramente diverso. “Sono cose che ti rimangono addosso. Siamo molto più legati di quanto si possa vedere da fuori. Siamo molto più amici e affezionati di quanto possa sembrare. In questo caso la cosa fondamentale che ho detto è che Astori non era solo il capitano della Fiorentina, ma era il capitano del calcio. Ci lascia in eredità un esempio importante di quanto la lealtà renda sottilissimo il confine tra compagno di squadra e avversario. Mi ricorderò sempre del momento in cui i miei giocatori sono venuti nel mio ufficio a darmi la notizia. Il segno che lascia è infinito”. E poi pensiero al Napoli e a quel tridente che mette paura. “Davanti loro sono fortissimi: hanno velocità, palleggio, tecnica, gol. Sono calciatori che sentono la porta, hanno la personalità di fare scelte importanti. Non mi sento di dire che però qualche giocatore del Napoli sia migliore dei miei, sono forti anche i miei”. Spalletti ci crede, sa che la sfida di domani può indirizzare la stagione. E vuole vincerla. “Non firmo per nessun risultato, aver paura di perdere non è mai una strategia. Può essere una strategia far venir fuori un pareggio tentando di vincerla per 90′ minuti. Mi aspetto questo, anche se ora la palla gira meno bene rispetto all’andata, abbiamo bisogno di una vittoria per la complessità della classifica. Dobbiamo giocare per vincerla e fare scelte e giocate importanti che possano determinare gli episodi”. Sulla formazione Spalletti non si apre. Sarà 4-2-3-1 con Handanoc tra i pali, Cancelo, Skriniar, Miranda e D’Ambrosio sulla linea a quattro di difesa, Gagliardini e Vecino in mezzo, Candreva, Rafinha e Perisic ne tridente alle spalle di Mauro Icardi. Arbitra Ordsato, domani a San Siro via alle 20.45.