Sulla carta la sfida di domani a Verona contro l’Hellas si presenta semplice per la Juventus, ma “Sulla carta non conta, quel che conta è il campo”, ha risposto Massimiliano Allegri in conferenza stampa al Media Center di Vinovo. Il tecnico bianconero ha poi aggiunto: “Tra l’altro la Juventus non vince a Verona dal 2001 e ha perso tante volte. Domani è una partita in cui bisogna prendere i tre punti, altrimenti buttiamo all’aria quello che abbiamo fatto in questo mese. Bisogna continuare a stare vicino al Napoli e chiudere questa prima parte della stagione nel migliore dei modi”. L’allenatore livornese dovrà però ovviare ad alcune assenze importanti: “Pjanic non c’è come non ci sono Buffon, De Sciglio e Cuadrado. Il colombiano ha di nuovo un problema di infiammazione al pube, speriamo di averlo mercoledì. O giocherà uno tra Betancur e Marchisio o passeremo al centrocampo a due”. In avanti, invece, “di riposare non ha bisogno nessuno, da due settimane lavoriamo con intensità diversa”. E allora, con Dybala, Higuain e Mandzukic a disposizione “può darsi, anzi è probabile, che giochino tutti tre e insieme”. A proposito di Dybala “è sereno, ha fatto una bella settimana di allenamento”, ha spiegato Allegri che parlando ancora del numero dieci argentino ha detto: “Dybala è arrivato tre anni fa alla Juventus, è cresciuto molto, la Juve ne ha messo ancor di più in risalto le qualità e ha ancora tanti margini di miglioramento. I paragoni fatti all’inizio sono stati dannosi, lui è intelligente e ha capito. Non lo si può paragonare a tre mostri sacri (Messi, Ronaldo e Neymar), Paulo deve fare il suo percorso e non deve essere paragonato a nessun altro calciatore”.
Tra i giovani in crescita c’è anche Bentancur: “È un ragazzo del ’97, in una rosa importante come quella della Juventus è sempre stato chiamato in causa, sta crescendo e deve migliorare soprattutto perché è un ragazzo molto giovane”. Si parla invece di un possibile prestito a gennaio di Marko Pjaca: “Parleremo con il ragazzo e valuteremo insieme, rientra da nove mesi che non gioca e ha bisogno di giocare. Valuteremo per il bene suo e della Juventus”. Rumors di mercato delle ultime ore, invece, parlano di un’offerta choc per Mario Mandzukic: “Mandzukic non chiederà consigli a me per il semplice fatto che Mario è talmente competitivo che difficilmente accetterebbe di andare in un campionato con poca competizione. Mario rimarrà alla Juventus”, ha chiuso il discorso Allegri. Domani, a Verona, la Juve ritroverà Moise Kean, il talento cresciuto nella primavera bianconera che è andato in prestito agli scaligeri e che nei giorni precedenti ha speso parole di elogio per Allegri, duro con lui al punto di non fargli montare la testa: “Sta facendo bene a Verona, è un ragazzo del 2000 che ha qualità fisiche importanti e deve migliorare dal punto di vista tecnico. Il fatto che abbia capito che bisogna fare sacrifici, è una cosa importante”. Tornando alla gara di domani e al possibile centrocampo a due, quando al tecnico juventino è stato chiesto quale sarebbe la coppia ideale in mezzo, ha risposto: “non cè. Khedira-Matuidi, Bentancur-Khedira, Marchisio-Matuidi, ce ne sono di coppie da far giocare insieme. Devo solo valutare Matuidi che ha saltato un mezzo allenamento”.
In difesa, invece, un dubbio in mezzo e uno a sinistra: “Quello che riposa è Barzagli. Giocano due tra Benatia, Chiellini e Rugani. Rientrerà Lichtsteiner a destra e poi a sinistra devo scegliere tra Alex Sandro e Asamoah”. Allegri probabilmente valuterà anche in vista della prossima gara: “Tra l’altro mercoledì abbiamo un quarto di finale di Coppa Italia, un derby, dove noi dobbiamo andare avanti”. Mentre non saranno le recenti statistiche che vedono la Juve molto prolifica con il centrocampo a tre a condizionare Allegri, almeno a detta del tecnico stesso: “L’anno scorso giocavamo con i due di metà campo e i quattro offensivi ma i due esterni aiutavano molto, all’inizio di quest’anno sotto quest’aspetto abbiamo sofferto, poi magari tra due mesi giocheremo con uno a centrocampo o giocheremo con i tre dietro, dipende dai momenti. La cosa più importante è che la squadra sappia giocare con vari sistemi di gioco e sappia interpretare le partite a seconda di come vanno affrontate. Questo mi dà la possibilità di cambiare”.