Bundesliga: Lipsia squadra più odiata in Germania. E contro il Bayern in Coppa altro gesto di antisportività

Daniele Orieti

Ieri sera in Germania si è giocata una partita valida per il secondo turno della coppa nazionale che suscita più di una curiosità. Per di più una sfida anche importante da dentro o fuori tra la squadra più odiata di Germania il Lipsia, contro la più amata, il Bayern Monaco. E la partita è stata al centro di velenose polemiche. motivo, il Var che in Coppa di Germania fino ai quarti non c’è. Ed è questo il motivo che ha acceso gli animi. Durante il primo tempo della gara, finita 1-1 e poi vinta ai rigori dai bavaresi, Arturo Vidal tira la maglia Forsberg al limite dell’area di rigore e poi lo stende sulla linea. L’arbitro Zwayer fischia il rigore, che c’era ma dopo un consulto col guardalinee assegna solo un calcio di punizione dal limite. A fine primo tempo il ds del Lipsia, Ralf Rangnick, dalla tribuna è sceso in campo col cellulare in mano per mostrare all’arbitro il filmato dell’episodio con tanto di proteste dei giocatori del Bayern. Ma il ds ha seguito l’arbiyro fin dentro gli spogliatoi, facendo infuriare Hummels. Nel secondo tempo però, sempre sul risultato di 0-0, l’arbitro ha assegnato un rigore dubbio al Lipsia. Polemiche con i bavaresi che l’hanno preso come un condizionamento del direttore di gara tanto che a fine partita Hummels, è stato categorico. “E’ assurdo che un dirigente faccia vedere un filmato all’arbitro e il rigore dato poi al Lipsia sa tanto di compensazione”. Polemico anche il tecnico del Lipsia che ha rimproverato l’arbitro, vicinissimo all’azione, di aver cambiato la sua decisione” ascoltando un guardalinee che stava a circa 40 metri. L’arbiro ha rovinato la partita”.  Magari anche due, visto che sabato le due squadre si ritroveranno in campo per la Bundesliga a Monaco.  La prima della classifica Bayern contro i secondi, a solo un punto di distanza, del Lipsia. Ma qualcuno si interroga sul perché il Lipsia sia la squadra più odiata dai tifosi tedeschi.  La storia è particolare ma breve allo stesso tempo, dato il fatto che la squadra dell’ex Germania Est ha solo otto anni di “vita”. La squadra viene fondata solo per scopi commerciali nel 2009 dalla multinazionale austriaca Red Bull, che dovendo scegliere una città per creare poi una squadra, mettono gli occhi sulla cittadina della ex repubblica popolare tedesca. Un investimento mirato per portare il calcio in questa parte problematica di Germania e in più perché nel 2006 per i mondiali di calcio venne costruito uno stadio con la capacità di quasi quarantaquattro mila posti. La Red Bull non perde l’occasione fondando la squadra e comprando anche dal comune lo stadio per la cifra di settanta milioni di euro, aumentando la capacità fino a cinquantamila posti. Investimenti mirati portano in pochissimi anni, il Lipsia dal giocare tra i dilettanti fino alla promozione in Bundesliga dello scorso anno, arrivando addirittura seconda e entrando dalla porta principale in Champions League. Da qui inizia l’odio da parte dei tifosi tedeschi, attaccati fortemente alla tradizione e alla storia. Il rispetto, secondo loro, si guadagna dalla storia. Per di più la Red Bull è l’esempio classico dello sport moderno e addirittura aggira spesso le regole con dei ‘sotterfugi’. La multinazionale austriaca arriva anche a cambiare il nome della squadra, RasenBallsport, (Sport da palla su prato) la traduzione in italiano, ovviamente come le iniziali della Red Bull. Per il regolamento della Bundesliga sulle maglie delle società non si possono scrivere nomi di multinazionali ma con questa furbata sulle proprie maglie possono mettere le iniziali della propria azienda. Questo ha fatto indignare maggiormente i supporter di molte squadre. Vari episodi di protesta nei confronti del Lipsia già si sono verificati, come quando i tifosi del Colonia hanno fatto ritardare il fischio di iniziò di una partita bloccando il pullman dei giocatori della RasenBallsport, oppure disertando le partite in trasferta o con proteste più forti come il lancio in campo di una testa di toro ( simbolo della Red Bull) da parte dei tifosi del Werder Brema. Proprietari anche di altre società di calcio negli Stati Uniti, New York Red Bull, in Austria, Salzburg Red Bull, e fino al 2014 addirittura una squadra in Africa, tenteranno di arrivare ad una vittoria importante. Tradizione contro modernità si affronteranno e si sfideranno: al campo la sentenza.

 

 

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