Premier. Disastro City, orgoglio Tottenham

Daniele Oliviero

Il ritorno dei sorrisi, e il continuo pianto di chi è caduto di nuovo. Nel sabato della dodicesima giornata, la Premier è scesa in campo indossando le maschere teatrali. L’Arsenal torna a sorridere piegando il Nottingham per 3-0 grazie a Saka, Partey e Nwaneri. Sentimento opposto per il City, che viene asfaltato in casa dal Tottenham (0-4) per mano della doppietta di Maddison, Porro e Johnson. La commedia da una parte, la tragedia dall’altra. I Gunners tornano al successo dopo quattro giornate che non vedevano i tre punti e agganciano al terzo posto il Chelsea, che con Jackson e Fernandez espugna Leicester per 1-2. Conto salato invece per i Citisenz, che vedono la vetta sempre più lontana. In caso di successo del Liverpool domani contro il Southampton ultimo in classifica, la capolista salirebbe a +8 dal secondo posto. Non un buon modo per festeggiare il rinnovo di Guardiola, che colleziona la sua quinta sconfitta di fila tra campionato e coppe.

Tottenham asfalta il City con un poker

E pensare che per i primi dieci minuti il City sembrava riuscito a scacciare il fantasma che li perseguita da quasi un mese. E in invece si è trattato di una grande illusione che, come conseguenza, ha portato una grande delusione. Subito si mette in mostra Haaland, che servito da Foden colpisce da posizione defilata ma trova la deviazione del difensore, per poi ripetersi con un tiro a botta sicura. Ma non si arriva nemmeno al quarto d’ora di gioco che gli Spurs si portano avanti con Maddison, pescato da Kulusevski, che buca la difesa dei Citizens mettendo il tap-in vincete a pochi metri (0-1) Doccia fredda per Guardiola e suoi, che a breve diventerà ancora più fredda. Gli Spurs continuano a ritmi alti approfittando dei tanti errori degli avversari, e raddoppio è soltanto un appuntamento rimandato. Il numero dieci degli Spurs si ripete con il tocco sotto dopo uno scambio con Son. Dopo venti minuti il tabellone dice 0-2 per gli Spurs, che non si accontentano e con Solanke mandano di poco sopra la traversa. Foden e Savinho sono gli unici che tentano di riprendere in mano la situazione, ma senza creare grandi problemi. Nella ripresa arriva anche il tris degli Spurs dopo cinque minuti. Kulusevski è un toro scatenato che prima fa partire il contropiede, poi vede l’inserimento di Solanke che aggancia e scarica dietro per Pedro Porro che batte Ederson con una traiettoria micidiale. I padroni di casa, colti da un barlume d’orgoglio, cercano la reazione con Haaland che approfitta di una disattenzione della retroguardia ma la conclusione sbatte sulla traversa. Non è giornata per il norvegese. Guardiola pesca dalla panchina l’asso nella manica che porta il nome di De Bruyne. In effetti il belga mostra qualche spunto, per esempio mettendo davanti porta Haaland che viene respinto da Vicario, ma non porta la freschezza giusta almeno per diminuire il vantaggio e rendere la sconfitta meno amara. Anzi, allo scoccare del recupero il piatto diventa ancor più amaro con Johnson che mette il sigillo definitivo siglando il poker per gli Spurs (0-4). E per il City arriva finalmente il triplice fischio che concretizza l’ennesima prestazione incolore, con l’ennesimo risultato indecente. Dopo la legnata agli ottavi di Carabao Cup, il Tottenham ci prende gusto e castiga ancora una volta i Citizens. Postecoglu sale al sesto posto insieme a Nottingham e Aston Villa, a -3 dal Brighton.