Da certi sogni sarebbe meglio non svegliarsi. Il sogno della nostra nazionale femminile che gioca dopo vent’anni un mondiale da sogno. A risvegliarci è l’Olanda, la squadra campione d’Europa in carica, presumibilmente la più forte del lotto, che ai quarti ci rispedisce a casa, con tante lacrime, ma con la consapevolezza che la storia azzurra è appena cominciata. Il mondiale azzurro finisce qui. Vince l’Olanda che vola in semifinale. Il cuore azzurro non è bastato. Ha vinto la squadra più forte, più organizzata, che gioca a memoria di squadra. L’Italia ha giocato un gran primo tempo, tutto controllo e ripartente, ma non ha avuto la freddezza nel piazzare il colpo che avrebbe minato le certezze olandesi. E nella ripresa, la freschezza e la qualità delle orange è uscita fuori col piglio della grande squadra che ha spinto, messo all’angolo l’Italia, caduta su due palle inattive. L’Olanda ci mette la testa, con Miedema e van der Gragt e in dieci minuti si prende la semifinale. L’Italia esce a testa alta, sapendo di aver fatto il massimo. E proprio da questo quarto mondiale, deve ripartire. La strada è quella giusta.
Così in campo La ct azzurra Bertolini lascia in panchina Girelli e schiera Valentina Giacinti come unica punta con Barbara Bonansea e Valentina Bergamaschi a supporto in un 4-5-1 che può trasformarsi in 4-3-3 in fase di possesso. In mezzo al campo torna titolare Aurora Galli. Difesa confermatissima rispetto alle ultime uscite. L’Olanda recupera in extremie Lieke Martens in attacco, con la calciatrice del Barcellona, che affiancherà Van de Sanden e il bomber Miedema. In difesa Van der Gragt la spunta su Dekker al fianco di Bloodworth. A centrocampo Van de Donk in regia con l’espertissima Spitse e Groenen mezzali.
Andamento lento Ritmi bassi in avvio, anche per il grande caldo dovuto a un orario che non è piaciuto alle due ct, con l’Olanda che parte meglio sfruttando la velocità delle due ali e i raddoppi dei terzini, mentre l’Italia prova a chiudere tutti i varchi e pressare a tutto campo per poi lanciare lungo per sfruttare gli spunti di Giacinti. Zero occasioni da rete però nel primo quarto d’ora. La prima occasione arriva al 18° ed è per l’Italia con Bergamaschi che calcia debolmente da buona posizione dopo una sponda aerea di Bonansea: Van Veenendaal blocca senza problemi. L’Olanda risponde con Van de Donk – respinta due volte da Linari – e Miedema che però non fa male a Giuliani. Nel finale di primo tempo ci provano ancora Giacinti, conclusione a lato, e poi il duo Martens-Spitse che però calciano debolmente e centralmente senza creare problemi alla numero uno azzurra.
Solo Olanda In avvio di ripresa le Oranjeleeuwinnen mostrano un altro piglio e nei primi 10 minuti cingono d’assedio la difesa azzurra con Miedema e Martens vicine al gol anche se sarebbe di Groenen l’occasione migliore, se la numero 14 decidesse di tirare in porta anziché provare un assist impossibile per una compagna. Poi Van de Donk spaventa l’Italia calciando a giro dal limite e colpendo una clamorosa traversa e subito dopo è Spitse a spaventare le azzurre con una punizione dal limite che finisce di un soffio a lato. A venti dalla fine l’Olanda la sblocca. Vantaggio meritato, con il centravanti Miedema che anticipa tutte su un cross di Spitse su punizione e di testa gira alle spalle di Giuliani. Per la numero 9 è la terza rete contro l’Italia in due match. Dieci minuti dopo arriva anche il raddoppio, ancora di testa: cross della solita Spitse – questa volta dalla destra – e testata di Van der Gragt che da due passi batte Giuliani e gela l’Italia.
A testa alta L’Italia prova nel finale a trovare almeno la rete della bandiera, con Gama ultima ad arrendersi, ma non riesce a creare molto contro un’Olanda che bada a controllare e gestire le forze in vista della semifinale. Piangono le ragazze di Bertolini a fine gara, ma il loro cammino mondiale è solo da elogiare. Grazie.