Dall’inferno al paradiso: manita Real al Dortmund

Nella foto: l'esultanza di Vinicius Junior - Credit Uefa - (Photo by Florencia Tan Jun - UEFA/UEFA via Getty Images)

Massimo Ciccognani

MADRID Non c’è rivincita, ma non ci sarebbe stata anche in caso di risultato diverso, perché la finale di Londra, e la quindicesima Champions vinta la Madrid, resteranno nella storia. Nella replica di Londra, al Bernabeu finisce con la manita degli uomini di Carlo Ancelotti, dopo lo spavento iniziale visto che all’intervallo i gialloneri tedeschi erano andati al riposo avanti di due gol. I fischi della gente di Madrid che non apprezza un Real troppo sulle gambe che fa la partita ma che incassa due gol in fotocopia in appena quattro giri di lancette, con Malen Bynoe-Gittens, che da centro area trovano il tempo per battere Cortuois. Ma il Real riprende a fare la sua partita senza farsi condizionare dai due gol incassati. Bellingham e Rodrygo centrano due traverse incredibili sotto misura. Porta stregata, o quasi. Perché nella ripresa non c’è storia perché non bastano due gol di vantaggio al Dortmund per spuntarla. La riapre Rudiger di testa, e due minuti dopo arriva il pari di Vinicius. La freccia la mette Lucas Vazquez, ma il monologo continua con ilpoker calato ancora da uno scatenato Vinicius Jr in controgioco. Ma il brasiliano è affamato, senza l’odore del sangue e affonda con uno slalom in area e sinistro sotto la traversa che vale il 5-2. Dall’inferno al paradiso, ma quando si tratta di Real, mai dire mai. E poi Vinicius, che punto diritto al Pallone d’Oro. Sorride Ancelotti, fa festa il popolo di Madrid e vai a spiegare alla gente perché da queste parti continuano a cantare “como no te voy a querer”. Perché il Real, è impossibile da non amae.

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