Antonello Spanu
CAGLIARI C’è la trasferta dell’Olimpico di Roma per un Cagliari in ripresa che si avvarrà anche del ritorno dell’ex Radja Nainggolan. Rolando Maran però elogia lo spirito dell’intero gruppo. “La squadra ha giocato bene anche con Nainggolan, ma abbiamo provato qualche soluzione per essere pronti a qualsiasi situazione. Inizialmente cerco sempre di avere due attaccanti, ma le dinamiche delle partite portano anche a dover essere pronti a cambiare. Dobbiamo però cercare di mantenere la nostra identità forte, che deve fare sì che siamo bravi a determinare la nostra prestazione al di là degli accorgimenti. Siamo cresciuti nella compattezza, ma dobbiamo crescere a livello di identità per avere più continuità. Domani non sarà facile. La Roma è una squadra completa, con l’organico tra i migliori della Serie A, specie in avanti. Dovremo essere bravi a contenerli a livello di manovra, ma credo che nonostante gli impegni hanno una rosa molto ampia”.
Fermare Edin Dzeko, l’obiettivo principale. “Credo sia uno degli attaccanti più completi del campionato: ha tecnica, è intelligente, dovremo essere bravi a schermarlo il più possibile. Ma la Roma non è solo Dzeko, credo abbiano trovato un certo equilibrio per cui sono da tenere tutti sotto controllo”.
Cagliari che proverà a sfruttare le debolezze difensive giallorosse visto che in trasferta riesce ad esprimersi al meglio. “Abbiamo giocatori che per caratteristiche si adattano bene in spazi stretti, a maggior ragione con spazi grandi riusciamo ad esprimerci meglio. Castro imprescindibile? Ha fatto bene, un po’ come gli altri. Sono tutti giocatori importanti, come squadra, nessuno è imprescindibile. Castro ha ancora qualche postumo che gli fa perdere ogni tanto qualche allenamento, ma è in grosso progresso. Domani mancheranno 6 giocatori, ma tutti dovranno essere pronti a giocare da squadra”.
Per Radja Nainggolan sarà invece una partita diversa dalle altre. Secondo il belga ai giallorossi manca ancora qualcosa. “Secondo me faticano perché non hanno molti giocatori di personalità. Per giocare a Roma ci vogliono le palle. Chiudere a Roma la carriera mi sarebbe piaciuto, ma era complicato dopo l’addio di Totti e De Rossi. Ma se mi avessero chiesto se pensassi di chiudere lì la mia carriera, avrei detto di sì. Ero felice, davo l’anima, avevo tutto. Mi dispiace solo essere andato via per motivi di bilancio. E’ assurdo dover vendere i giocatori per forza. Così non si vince, e gli uomini diventano numeri”.