Francesco Raiola
Nessun gol, un punto per testa, e alla fine il Napoli può mangiarsi le mani fino a un certo punto. Perché, se il conto dei legni recita due traverse e un palo colpiti dagli uomini di Carlo Ancelotti, è altrettanto vero che il Genk ha tenuto testa agli azzurri e ha messo in difficoltà Alex Meret, a conti fatti comunque tra i migliori dei suoi. Il Napoli torna a casa con un punto in in sacco, qualche rammarico per l’imprecisione di Arek Milik (più goffo che sfortunato il polacco nelle due traverse colpite) e il gol divorato da José Callejon, unico acuto di un secondo tempo abbastanza mogio da parte degli ospiti. Non proprio un Brescia-bis, ma quasi. Dall’altra parte, la squadra di Felice Mazzù, che ribalta il parere della critica dopo il 6-2 di Salisburgo. Aspettando la gara tra gli austriaci e il Liverpool, il Napoli è ovviamente primo nel girone con 4 punti. Due punti buttati o un punto guadagnato? È la domanda che aleggia nell’aria al triplice fischio. Assieme all’altra: sarebbe andata diversamente, con Lorenzo Insigne in campo?
La grande notizia, anticipata di pochi minuti rispetto alla pubblicazione delle formazioni ufficiali, è la clamorosa esclusione di Insigne, dirottato addirittura in tribuna. Con lui anche Faouzi Ghoulam, mentre in attacco Ancelotti sceglie la coppia formata da Milik e Lozano. Torna Manolas in difesa, panchina per Mertens. Qualche sorpresa anche nelle file belghe, perché pure Mazzù rinuncia al suo capitano, Dewaest. E non si copre affatto: Heyne resta in panchina, gioca l’ex viola Hagi in un 4-2-3-1 abbastanza spregiudicato.
Avvio di gara e subito il Genk mette in chiaro le cose. Non che crei grossi pericoli nei minuti iniziali, ma la disposizione dei belgi è un 4-2-3-1 iper-offensivo, in cui entrambi i terzini accompagnano l’azione, concedendo l’uno contro uno alle due punte del Napoli in ripartenza. Per gli ospiti, si segnala una bella ma futile cavalcata di Koulibaly palla al piede. E il 4-4-2, alla faccia del 4-3-3 annunciato dalla UEFA.
La gara entra nel vivo al quarto d’ora, quando gli azzurri danno il la al festival del legno. Doppio, per l’occasione. Mario Rui sfonda a sinistra e crossa in mezzo, sul secondo palo arriva Callejon: provvidenziale, per il Genk, la deviazione di Coucke che manda sul palo. Sulla sfera si avventa Milik che prima colpisce Lucumi e poi, a porta vuota ma praticamente da terra, scheggia la traversa.
Altro giro, altro affondo napoletano sulle deboli (difensivamente parlando) fasce offensive del Genk. Stavolta è Callejon ad andare sul fondo e mettere in area un cross al bacio. Milik da un metro colpisce la traversa: sfortuna o errore? Fatto sta che dopo 25’, e un piccolo brivido per il tiro di Hrosovsky finito di poco a lato rispetto alla porta di Meret dopo una deviazione, il Napoli tiene il controllo della gara e si mostra in grado di superare le non insuperabili resistenze avverse.
Attorno alla mezz’ora succede di tutto. Prima Mario Rui è costretto al forfait per un problema muscolare: dentro Malcuit al posto del portoghese. Poi Meret salva il Napoli con un gran riflesso sulla botta da fuori di Berge, diretta all’angolino. Infine gli azzurri sfiorano nuovamente il gol: Koulibaly colpisce a botta sicura ma Hrsovosky respinge sulla linea di porta. Sugli sviluppi dell’azione, Milik ha il più semplice dei tap-in di testa, ma non inquadra neanche lo specchio.
L’a tu per tu, con 25 metri di distanza, tra Berge e Meret continua. A fine primo tempo, il centrocampista norvegese cerca e trova la porta. Complice una deviazione, al portiere del Napoli serve un bel colpo di reni per salvare il risultato. Che resta invariato, quando le squadre si avviano negli spogliatoi: 0-0 dopo 45 minuti frenetici ed emozionanti, ma con le reti sgonfie.
A inizio ripresa la novità nel Napoli è che Malcuit, in difficoltà a sinistra, scambia la fascia di competenza con Di Lorenzo. Inoltre, Ancelotti avvicina Fabian a Milik dirottando Lozano sulla fascia sinistra: è l’antipasto del cambio che avverrà al 59’ con Mertens dentro al posto di Elmas e il Napoli che resta disegnato su un 4-4-2, ma molto più offensivo. In precedenza, grande occasione per Callejon, che incredibilmente da posizione agevole mette a lato.
Imbrigliato in un secondo tempo nel quale il Napoli, al netto dell’occasione vanificata da Callejon, annaspa, dopo Mertens il tecnico azzurro manda in campo anche Llorente, uomo Champions del Tottenham l’anno scorso, sostituendo Milik: prova da dimenticare per l’ariete polacco.
Il doppio cambio offensivo dà i suoi frutti fino a un certo punto. Nella parte finale di un secondo tempo giocato nettamente in sordina rispetto al primo, sono i belgi a segnalarsi per i pericoli croati. Fabian sfiora il rosso dopo una leggerezza a centrocampo, Allan scivola in area e lascia a Hagi un rigore in movimento, che il romeno sbaglia, trasformando la meta. È l’ultimo brivido di una partita raffreddatasi col passare dei minuti, come il clima di Genk.