Roma, ecco Pau Lopez: “Voglio ricambiare la fiducia del club, questo il posto giusto per crescere”

Altro giro, altro acquisto. A Trigoria è il giorno di Pau Lopez, il neo portiere acquistato dal Betis Siviglia. Ad introdurre il neo guardiano dei pali giallorosso, il ds Petrachi. “Pau Lopez è un giocatore che ho seguito personalmente. Puntare su di lui è una scelta di natura tecnica e di personalità, credo che lavorare in una piazza come Roma è molto difficile. A maggior ragione per un portiere, la pressione è tanta, è capitato che grandi portieri sono andati in difficoltà. Di lui mi ha colpito la personalità, è un portiere bravissimo sulle uscite: questo toglie anche tanti problemi alla difesa. Con l’idea tattica di Fonseca, ossia di partire da dietro col gioco, il portiere diventa un libero aggiunto. Lui ha un ottimo piede, viene da una scuola completamente diversa da quella italiana, ossia quella spagnola. L’ho visto in questi giorni, Savorani già gli sta dando dei concetti diversi. La speranza è che possa incamerare tutte le idee tattica di Savorani per migliorare”.

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Ed eccolo Pau Lopez. “Ringrazio il club per aver puntato su di me. Ora sta a me ricambiare la fiducia. In questi giorni con il mister ci stiamo concentrando sulla fase difensiva, ci spiega cosa cerca dalla sua squadra. Più avanti lavoreremo sul resto”.

Pregi e difetti, a cominciare dall’essere bravo a giocare con i piedi. “Credo dipenda dall’allenatore, in ogni caso il portiere deve adattarsi alle richieste del mister. Fonseca chiede di iniziare l’azione da dietro, quindi il portiere deve essere in grado di farlo. Difetti ne ho molti. Provengo da una scuola diversa da quella italiana, il modo di lavorare di Savorani è diverso, qui si cura ogni minimo dettaglio. Sono sicuro che dopo un primo periodo di ambientamento mi troverò bene. Ho tanta voglia di migliorare, in molti mi hanno parlato bene di Savorani. Imparare nel campionato italiano per me è una sfida importante”.

Raccoglie la sfida l’ex portiere sivigliano che sa bene di arrivare in un club dove a precederlo sono stati numeri uno come Alisson e Szczesny. “Alisson è stato un portiere importante ed è uno dei migliori. Non mi piacciono i paragoni, sono Pau e sono venuto qui per la Roma e per scrivere la mia storia. Ora inizia la storia di Pau e spero sia una bella storia, così che la gente possa essere orgogliosa di me”.

Nelle preferenze la Roma davanti al Barcellona e a squadre di Premier. “Quest’estate non volevo lasciare il Betis, poi dopo l’offerta della Roma avevo cambiato subito idea. Ho ritenuto fosse il momento giusto per fare un passo avanti e crescere ulteriormente, per cui avevo solo due opzioni: restare o venire qui a Roma. Ma questa è stata la scelta giusta. L’ingaggio ridotto? “Sia la Roma che io volevamo che arrivassi qua. Sono stati fatti degli sforzi da entrambe le parti, non è il caso di aggiungere altro”.

Chi le aggiunge è invece Petrachi. “Aggiungo io qualcosa: poteva sembrare comunque una sviolinata quella di anticipare questa cosa nella presentazione del ragazzo, però visto che è stata tirata fuori è evidente che non capita tutti i giorni di stabilire un ingaggio per far sì che l’operazione vada in porto. Per chiudere l’operazione, visto che il Betis non si alleggeriva di una virgola, il ragazzo ha preso la decisione di rinunciare allo stipendio. Anche l’agente aveva una percentuale sulla futura rivendita, e ha rinunciato anche lui. Questo è simbolo di maturità”.

Parola di nuovo a Pau Lopez che diventa il portiere più pagato della storia giallorossa. “È sempre una responsabilità quando un club scommette su di te, non si sa mai come andranno le cose. L’unica cosa che posso garantire è lavoro, umiltà e sacrificio, adesso sta a me dimostrare di valere. In ogni caso ho la serenità di lavorare duro e rendere orgoglioso gente e tifosi”.

Già dimenticato il Tottenham. “Sapevo che avrei avuto poche possibilità di giocare e prima giocavo spesso. Conoscevo Pochettino e mi aveva detto che non avrei giocato, ma che sarebbe stata un’esperienza utile per me, così è stato. Di fatto non ho giocato, ma lavorare con un nuovo allenatore dei portieri mi ha migliorato tantissimo, gli sono grato, se sono il portiere che sono oggi lo devo anche a lui ed alla sua esperienza. Era differente, avevo poche aspettative di giocare”.

In campo parla e sa come dirigere la difesa. “Già capisco l’italiano, ma per rispetto del club devo imparare a parlarlo. Per il club, per la gente e per i miei compagni devo impararlo. Arrivo in Serie A dopo aver cambiato diverse squadre negli ultimi anni. La mia intenzione è di fermarmi e crescere, e credo che questo sia il posto giusto. Un club straordinario, un allenatore di cui tutti mi hanno parlato bene. La Nazionale? Non ci penso molto, la mia convocazione dipenderà dalle prestazioni con la Roma. Quanto al mio modo di giocare dico solo che il portiere si deve adattare al mister. Se lui mi chiederà di giocare alto lo farò per aiutare la squadra. Se mi ispiro a qualcuno? Ho sempre visto i migliori portieri in tv e guardo a loro per migliorare”.