Massimo Ciccognani
MADRID Ha sconfitto la maledizione, lui che con le finali aveva un conto in sospeso. Jurgen Klopp si prende in una notte la sbornia più bella della vita di un allenatore. Alzare al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Un secondo prima del fischio finale di Skomina, Jurgen Klopp è andato da Mauricio Pochettino per stringergli la mano. Al triplice, a congratularsi col direttore di gara. Stava correndo verso la Kop, in una sbornia di felicità. Perché ha perso sei finali di fila, e a Kiev pensava di farcela. Macché. Sicché quella di stasera è stata una prova dura, per lui. Che ha fatto tre passi, quattro, cinque. Poi ha visto Jan Vertonghen per terra e non ha resistito. L’uomo Jurgen ha battuto l’allenatore Klopp, istinto e anima. Ha rialzato il belga in lacrime, così è corso poi a centrocampo ad abbracciare un ragazzo di Liverpool. Trent Alexander-Arnold, quello che più d’ogni altro rappresenta i Reds di oggi. Poi ognuno dei suoi, uno per uno. Ha preso poi la medaglia per primo. Abbracci, commozione. Ha rivolto il pugno verso la Kop in trasferta. E’ esplosa, per lui più che per gli altri dei suoi. Perché Klopp è Liverpool, adesso. Oggi, più che mai.
“E’ stata una notte incredibile, abbiamo giocato lottando. Sognavamo questa Coppa, non è stata la partita più bella ma dovevamo vincere e i ragazzi lo hanno fatto. E’ stata una stagione fantastica, intensa. Volevo che succedesse per i miei giocatori che hanno aspettato tanto. Ripeto, non è stata la nostra migliore partita e ringrazio anche il nostro portiere Alisson. Questa gioia la dedico alla mia famiglia che è seduta lì in alto, in tutte le finali che ho giocato e perso hanno sofferto e ora la vittoria è per loro, e per tutti coloro che sono stati miei allenatori. Sono anche orgoglioso per questo club”.
SALAH CREA, ALISSON CONSERVA E la vittoria del Liverpool porta benefici anche alla Roma che incassa cinque milioni di euro. A Madrid protagonisti proprio i due ex giallorossi, Momo Salah che ha sbloccato il risultato e il portiere Alisson che ha tenuto in piedi i reds nei momenti di difficoltà. “Nella mia testa ci sono tante emozioni – ha spiegato l’ex portiere giallorosso – Penso a dove sono partito, da una città piccola del sud del Brasile, e ora sono qui grazie alla forza del lavoro, e a quella che mi hanno dato famiglia e amici, che sono qui. Non c’è mia moglie, che aspetta il secondo figlio: lo chiameremo Matteo, un nome italiano. Voglio ringraziare tutti, Dio mi ha dato la forza”.
E non meno raggiante Momo Salah che lo scorso anno a Kiev uscì dal campo in lacrime dopo pochi minuti per infortunio. Quella di questa sera è stata la sua notte. Salah ha sbloccato il match dal dischetto, spianando la strada per la vittoria dei suoi. “È stata una notte incredibile. Vincere la Champions dopo quello che è successo l’anno scorso è bellissimo. I tifosi sono stati fantastici, non so che dire. Ricordo la delusione della scorsa finale, è stato speciale arrivare fin qui e vincere”.