Dopo i successi contro Finlandia e Liechtenstein, la Nazionale di Roberto Mancini cerca un altro doppio-passo vincente per consolidare il primato del girone di qualificazione a Euro2020. “Contro Grecia e Bosnia-Erzegovina (rispettivamente sabato ad Atene e martedì 11 giugno a Torino) ci attendono due partite difficili – commenta il cittì dal ritiro di Coverciano – Questo è un momento per noi importante perché abbiamo due compiti. Il primo è quello di vincere sempre per alzare la posizione nel ranking Fifa e il secondo è di vincere ancora per qualificarci all’Europeo. Diciamo che le prossime due partite sono quelle che ci potrebbero creare più ostacoli sul cammino della qualificazione. La Grecia è una squadra ottima, è migliorata molto rispetto a un anno fa, dobbiamo portarle rispetto. Ho preferito lasciare sei giorni in più ai ragazzi per togliersi le scorie del campionato, li ho trovati tutti rilassati”. Sono 33 i giocatori a disposizione di Mancini per questa seconda doppia-sfida internazionale con vista sull’Europeo: una convocazione allargata, nella quale spiccano il rientro di Belotti e l’assenza di Balotelli.
“Belotti è andato molto meglio nel girone di ritorno e questa convocazione l’ha meritata – continua Mancini -. Tanti altri giocatori come lui avranno la porta aperta fino a giugno. Balotelli? Ho parlato con Mario, l’ho cercato io, ho impiegato qualche giorno perché ha 8/9 numeri di telefono…Gli ho detto le motivazioni, ha tempo per rientrare. E’ solo una questione tecnica. Viste le qualità che ha, dipenderà da lui. Balotelli sa che ci sono cose che non deve fare e invece si è fatto espellere. Sa benissimo che è colpa sua, lui ha qualità per ritornare qui. Al momento non sta giocando al 100%”. I messaggi che il campionato da poco concluso ha lasciato in eredità alla rappresentativa maggiore, sembrano incoraggianti in una prospettiva di medio periodo. “Se oggi in Nazionale ci sono 33 giocatori – spiega il cittì – alcuni dei quali prelevati dall’Under 21, più altri 5/6 che sono a casa e che hanno le qualità per rientrare vuol dire che abbiamo trovato una quarantina di giocatori per la Nazionale, di cui 15/20 sono giovani. E questa è l’indicazione più importante arrivata dal campionato appena concluso. Da qui si può ripartire per fare tanta strada”.
“E’ difficile che in Italia non crescano giocatori bravi per giocare in Nazionale, in questo anno sono tanti quelli sbocciati in fretta. Come squadre di club noi italiani non siamo invece arrivati alle finali delle coppe europee e questo è il dato negativo emerso dall’ultima stagione calcistica”, ha aggiunto Mancini. Un pensiero va anche al possibile cambio di team manager azzurro, con l’arrivo di Gianluca Vialli al posto di Gabriele Oriali. “Il nostro presidente ha parlato con Luca tempo fa, spero che lui possa essere qua a prescindere da Lele, che spero rimanga – dice Mancini – Cercherò di convincere Lele, poi non so cosa farà. Lui è una persona importante e seria, ha un ottimo rapporto con tutti i giocatori”. L’importanza del doppio impegno contro Grecia e Bosnia non oscura l’attualità che arriva dai club di casa nostra. Fanno discutere la notizia ufficiale dell’approdo di Antonio Conte sulla panchina dell’Inter e quella relativa alla petizione avanzata dai tifosi bianconeri per rimuovere la stella di Conte dall’Allianz Stadium, dove l’Italia giocherà martedì 11 giugno contro al Bosnia.
“Questo clima non è bello, stiamo parlando di sport, di calcio, e non dovrebbe essere così. La stella? Conte dopotutto è stato un giocatore e un allenatore della Juve. Se scegli di fare questa professione, la professione ti porta ovunque. Se Conte ha deciso questo, ci avrà pensato e vuol dire che per lui è la soluzione giusta. Sarri alla Juventus? Non mi preoccupa. E ancora il giro delle panchine non è finito, vedremo cos’altro accadrà dopo la finale di Champions”.