Si gode il momento, la sua Atalanta che vede la Champions. Gasperini ostenta tranquillità, ma ammonisce i suoi. “Domani, anche se abbiamo un avversario da superare, è evidente che una nostra vittoria metterà il punto a questa stagione esaltante. Bisogna farla, dipendiamo da noi, non abbiamo bisogno di ascoltare gli altri campi. Paradossalmente potremmo anche arrivare terzi, renderebbe ancora migliore la stagione. Quasi impossibile arrivare quarti. Sarebbe ancora più straordinario. C’è un po’ di tensione, positiva, perché siamo vicini al traguardo. Il nostro obiettivo massimo, prima, era l’Europa League. Non pensavamo di arrivare in Champions a una giornata dalla fine. A ottobre, quando mi è stato chiesto cosa firmare, ho risposto “io voglio giocarmela”. Il titolo poi è stato “Voglio la Champions”, un po’ diverso. Nonostante sia oltre, c’è un po’ di attesa per domani”. Eppure, ripensando all’avvio di stagione, l’Atalanta dopo otto giornate era in piena zona retrocessione. “Se perdevi a Verona… non è solo il girone di ritorno, sono undici giornate del girone di andata. A gennaio eravamo in corsa su tutti i fronti, quindi è stata una grande continuità di risultati e di prestazioni. Tanti punti, ci è stato attribuito di essere piacevoli. Ma sono i punti a essere importanti. Due anni fa ne abbiamo fatti di più, però quest’anno abbiamo battuto spesso le squadre più forti, è una cavalcata perché partivamo da dietro. Questi ragazzi sono stati straordinari, vorrei che venissero girati i complimenti fatti a me. Per continuità. E poi 100 gol in stagione… è una squadra che ha qualità”. E poco importa che questa partita con il Sassuolo si giochi sul “neutro” di Reggio Emilia, casa degli emiliani. “Questo fa parte della follia della stagione, siamo passati sopra a tanti alibi e situazioni. È indubbiamente un’anomalia, avrei preferito a Bergamo, in una giornata così. C’è anche dietro la costruzione di uno stadio, un altro traguardo fantastico di questa società. Ha già iniziato e sta venendo su velocemente. È la casa dell’Atalanta, in funzione di questo si accettano dei disagi”. Infine un passaggio sui tifosi. Splendidi. “L’altro aspetto straordinario è al gente. Abbiamo iniziato a luglio, a Reggio Emilia, con migliaia di persone, che fa capire quanto l’Europa contasse. Paradossalmente arrivo a pensare che essere andati fuori a Copenaghen sia stata una fortuna. Non saremmo riusciti a tirare fuori una stagione così. Per quanto fece male, perché avevamo lavorato una stagione per agganciare l’Europa, forse è stata una pietra da cui è nata. Non saremmo riusciti a mantenere questo ritmo in campionato, in Coppa Italia, in Europa League… Sono pesanti tre partite. Ora siamo in trance agonistica da settimana. Siamo sui nervi. Non abbiamo avuto particolari infortuni. I ragazzi sono dei professionisti esemplari, abbiamo oramai raggiunto un metodo di lavoro che non è poi così straziante. Sarei veramente mortificato se loro pensassero in questo modo. L’avevamo già avuto l’anno scorso, quando abbiamo giocato l’Europa. Quando giochi più partite qualche infortunio scappa. Quando perdi i giocatori diventa un po’ più complicato. Adesso, completiamo l’opera”.