In Premier comandano in tre. Lassù, dove tutto è più bello stasera ci sono Chelsea, Liverpool e ManCity, con Arsenal e Tottenham a meno due. Affascinante, è la Premier, che non regala attimi di tregua, solo spettacolo puro. E incertezza. Torna al comando il Chelsea di Maurizio Sarri che aggancia la vetta approfittando del pari nello scontro diretto di Anfield tra Liverpool e City. La decidono i gol di Eden Hazard, Barkley e sigillo allo scadere di Alvaro Morata. Solo Chelsea, bravo nel fraseggio, spumeggiante dalla cintola in su. Barkley recupera palla sulla trequarti. Hazard, servito al bacio, non deve far altro che metterla dentro. Ai Blues manca anche un rigore per atterramento di Giroud. Nella ripresa, Sarri la chiude, con l’onnipresente Barkley e nel fiunale Morata cala il tris ed esalta il “sarrismo”. Niente fuga per Liverpool e City che ad Anfield si spartiscono la posta ,a con gli uomini di Guardiola che recriminano per un rigore fallito dall’ex Leicester Mahrez ad una manciata di giri d’orologio dalla fine. Klopp vuole dimenticare Napoli e lanciarsi in vetta da solo, in mezzo Lovren va a fare coppia con Van Dijk, mentre il tecnico catalano rilancia Mendy per l’ex di turno Sterling. Gioca stretta e compatta la formazione di Klopp e in avvio fa ballare la retroguardia dei Citizien, ma i rosso si specchiano troppo nella loro bellezza, perdono palle velenose in uscite e per poco il City non ne approfitta. Firmino e Salah non graffiano e il City esce fuori alla distanza grazie all’ingresso di Gabriel Jesus che rileva un impalpabile Aguero. Guardiola ci prova e inserisce Sané per Sturrige con il tedesco che nel finale fa ballare Van Dijk che si salva alla meno peggio fino a cinque dalla fine quando lo stende. Ed è rigore che può decidere la partita, ma Mahrez sbaglia ancora dal dischetto, spedisce in curva e vanifica i sogni del City. Finisce 0-0 e sorride solo Sarri. Ad aprire la domenica era stato l’Arsenal di Emery a caccia della sesta vittoria consecutiva in campionato. Obiettivo raggiunto e valanga di gol sul groppone di un Fulham che a Craven Cottage subisce una manita ed una umiliazione interna che la dice lunga sul ritrovato momento dei Gunners. Senza Aubameyang, influenzato, schierando Iwobi, Welbeck e Mkhitaryan alle spalle di Lacazette, i Gunners dimostrano di voler puntare subito al colpo grosso. Ma il Fulham c’è, non molla e imprime alla gara ritmi indiavolati, con l’Arsenal in leggero affanno. Ci pensa Lacazette dopo mezz’ora di gioco, a togliere le castagne dal fuoco a Emery. L’1-0 non spaventa i padroni di casa che trovano il pari con Schurrle, che su assist di Vietto beffa Leno, ma che errore in uscita di Monreal. Cambia tutto nella ripresa, con l’Arsenal scottato da un avvio non propriamente brillante e subito a caccia del gol per mettere il musi avanti. E lo fa con il solito Lacazette con un destro chirurgico da fuori. Da cineteca il terzo gol dei Gunners con un uno-due tra i neo entrati Aubameyang e Ramsey, con quest’ultimo che la mette dentro dopo l’assist smarcante del compagno di tacco. Partita in ghiaccio, il Fulham allarga le magie della sua difesa e l’Arsenal va a nozze in controgioco. La chiude definitivamente Aubameyang che firma una doppietta e lancia i Gunners. Intanto saranno giorni di riflessione a Manchester sponda United perché nonostante la vittoria in rimonta contro il Newcastle, la panchina di Mourinho è ancora in bilico. Momentaccio che non sembra abbandonare il tecnico di Setubal per il quale saranno decisive le prossime sfide, alla ripresa, contro il Chelsea in Premier e contro la Juve in Champions League. Paradossalmente saranno Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri a decidere il futuro dello Special One. Zidane, chiamato a gran voce dallo United, rimane una più che valida alternativa, ma l’ex Madrid sembra più affascinato dal ritorno a Torino dalla sua vecchia e mai dimenticata Juventus.