Corrado Tamalio *
Diciamolo chiaramente, per come è stata condotta la gara e per il gioco espresso nel corso del primo tempo, e per come si era messo la partita, il pareggio fa male, oltre ogni beffa. Una partita da vincere e basta senza se e senza i ma anche se alla fine il bicchiere è sicuramente mezzo pieno. E’ stato un 2-2 rocambolesco, con il risultato venuto fuori da una condotta di gioco delle due squadre a viso aperto ma con il risultato che avrebbe dovuto e potuto premiare i rossoneri per volume di gioco e occasioni create. Troppe occasioni non concretizzate e sprecate dagli avanti rossoneri, senza dimenticare che se la vittoria non si è arrivata, la colpa è soprattutto della poco lucidità nell’area avversaria oltre a qualche disattenzione difensiva evitale, ed il calo alla distanza di Kessie, Biglia e Calhanoglu. Gattuso ci ha messo poi del suo con i cambi di Bakaioko e Castillejo, lasciando in panca Laxalt, unico a mio avviso di un gioco basato sulla rapidità e velocità nelle ripartenze che sono totalmente mancate al Milan nel corso della ripresa. Non è un Milan che sa e deve difendersi, perché quando arretra il baricentro inevitabilmente va in sofferenza, il centrocampo non fa filtro aprendo varchi invitanti per i bergamaschi che con gli ingressi di Zapata e Rigoni hanno trovato spazio e reti che gli hanno consentito di portare via da San Siro un punto importante. L’esatto contrario di un Milan che non può non prescindere dalla qualità di Kessie, Suso, Higuain e Bonaventura. Senza questi calciatori al top, rischia di andare in crisi di gioco. Tante occasioni sprecate contro l’Atalanta, copione che si è ripetuto al Castellani contro l’Empoli, dove non è bastato un eurogol di Biglia (deviazione decisiva di Capezzi) per portare a casa i tre punti, in un match giocato a viso aperto da ambo le parti. Nella ripresa i soliti troppi errori in fase conclusiva, col punteggio che ha finito con l’incoraggiare il generoso Empoli che ci ha provato fino alla fine con l’intraprendente Caputo che ha mandato in affanno la retroguardia e costretto Biglia (ha fatto tutto lui ieri sera), a commettere fallo in area con conseguente rigore trasformato dallo stesso Caputo che ha riportato in linea di galleggiamento l’Empoli e rimandato ad altra data i sogni rossoneri. Due partite, un unico comun denominatore, troppi errori là davanti e qualche incertezza di troppo in fase difensiva, costati in due partite quattro punti che meglio avrebbero espresso la classifica di un Milan che resta incollato a quota sei. Troppo distante dalla zona che conta. Un Milan che deve svegliarsi, deve ritrovare concretezza e soprattutto i tre punti già da domenica a Reggio contro il Sassuolo. Perdere altro terreno significherebbe allontanarsi troppo dalla zona champions, opzione che nessuno, nella Milano rossonera, vuole prendere in considerazione.
* ex calciatore, tifoso Milan