dall’inviato Massimo Ciccognani
MOSCA Una volta era il vecchio Hotel Ukraina, oggi Radisson, uno dei più belli e lussuosi di tutta Mosca. E’ qui che vive Diego Armando Maradona e la sua “squadra” in questa trasferta mondiale finita decisamente male per l’Albiceleste. I ragazzi sono tutti a guardare la tv, Diego poi dovrà commentare per una tv venezuelana. Lo microfonano, lo sguardo corrucciato di chi vorrebbe spaccare il mondo. “Mi sento male per un altro mondiale che se ne va e in cui l’Argentina non è riuscito a giocarlo da protagonista”. Diego è un fiume in piena. “Tutti a parlare di Messi che non ha inciso, ma io l’ho visto sempre troppo isolato. Ho detto che se lo mettono in campo da nove, deve venire a cercare i palloni, deve andare a preparare il gioco….”. La lingua batte dove il dente duole. Il tema, manco a dirlo, si sposta su Sampaoli e Diego non le manda certo a dire. “La colpa sapete tutti di chi è. Noi non sappiamo come attaccare, non sappiamo cosa fare quando abbiamo la palla e basta vedere il confronto con la Francia sempre piena di alternative di gioco”. Il mondiale delle sudamericane però sta regalando una bellissima immagine dell’Uruguay e del maestro Tabarez. “Certo che è bravo, è bravo davvero e il suo Uruguay gioca bene e merita di stare dove è in questo momento. Mi auguro vada il più lontano possibile. L’Argentina – il ritorno a piedi pari sull’Albiceleste – non ha corsa, non sa attaccare, non sa proprio cosa fare del pallone quando è in fase di possesso”. Diego non ci sta, il fatto che l’Argentina sia tornata a casa, lo turba. E molto. E fa nulla per non farlo vedere: “E’ stato come andare al cinema a vedere la cronaca di una morte annunciata. Un altro mondiale senza gloria. Mbappé è stato bravo, mi ricorda il primo Caniggia, ma l’Argentina gli ha lasciato troppo spazio”. Diego continua a guardarsi intorno, e dopo la tv di nuovo in camera. Sai, dopo il malore. “Si tutta colpa dell’Argentina, ci avevo creduto”. Andrà meglio la prossima volta. E ci spera pure Diego. Forse.