Suarez contro Ronaldo, a Sochi c’è Uruguay-Portogallo

Mancano poco più di 24 ore e domani i riflettori del Fisht Stadium di Sochi illumineranno campioni del calibro di Cristiano, Suarez e Cavani. Sulle rive del Mar Nero Ronaldo guiderà l’assalto del suo Portogallo all’Uruguay, per uno degli ottavi più intensi, belli e combattuti dell’intera competizione. Il fischio d’inizio è previsto per le 20, sarà il posticipo di un sabato mondiale che già regalerà blasone ed emozioni a partire dalle 16, quando Francia e Argentina apriranno le delicatissime danze degli scontri diretti. Sarà un match tremendamente affascinante, col Portogallo che vuole sognare ancora, vuole sfruttare gli ultimi grandi colpi di un campione che probabilmente in questo momento rappresenta il giocatore più forte del mondo. Dopo l’Europeo, Cristiano vuole conquistare anche il tetto del mondo, l’unica competizione che non ha mai vinto. Santos non allena certamente la rosa più forte del mondiale, anche perchè a Lisbona hanno perfettamente capito che la generazione composta dai Renato Sanchez, Andrè Gomes e Joao Mario rappresentava un fuoco di paglia, ma step by step vuol cercare di regalare un sogno al suo Pallone d’Oro. Un Portogallo fin qui balbettante è finito nella parte sinistra del tabellone, una parte piena e ricca di grandi squadre, di grandi campioni: se Cristiano dovesse passare il turno, potrebbe incredibilmente affrontare Leo Messi. Ma battere la garra uruguaiana non sarà semplice, distruggere quel castello composto da Godin&Jimenez nemmeno. L’Uruguay è una filosofia, è una passione, è una storia d’amore. Geograficamente il paese meno esteso rispetto a Brasile, Argentina e Colombia, resta l’unico team in grado sempre e comunque di disputare mondiali da protagonista, chiudendo puntualmente tra le prime 8 se non le prime 4. Non ha il blasone di Brasile e Argentina, ma rappresenta la grinta, la tenacia, la determinazione, la compattezza e la tattica per eccellenza. In panchina c’è un Guru, una leggenda del popolo, un vero e proprio Maestro: Oscar Tabarez. Un maestro pronto a regalare al mondo le sue ultime lezioni, un condottiero che combatte interiormente la sua partita più importante, quella sindrome di Guillain-Barrè che affligge il suo sistema nervoso e che rallenta i suoi movimenti motori, un condottiero che sa perfettamente di aver onorevoli soldati pronti a vender la loro vita in campo. Per lui. Per la patria. Per questo per i Silva e Ronaldo non sarà semplice scardinare l’Uruguay e conquistare i quarti, e dall’altra parte Suarez e Cavani sono pronti a sparare, come dimostrano i 9 punti su 9 con cui la Celeste ha dominato il girone Russo. Il Maestro ripartirà dal suo 3-5-2, regalando spazio agli italiani Torreira e Laxalt; Santos sceglierà il 4-4-2, con due esterni tecnici come Quaresma e Mario a premiare le sovrapposizioni di due esterni bassi molto molto bravi, Cedric e Guerreiro. Davanti attacchi stellari, a centrocampo tattica ed equilibrio. Due squadre che coi propri contenuti combatteranno per un sogno, un sogno chiamato quarti di finale, per un ottavo difficilmente replicabile per fascino e passione. Uruguay e Portogallo, dunque, a voi il sipario.

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