Gruppo E. Brasile spettacolo: 2-0 alla Serbia che torna a casa. Verdeoro primi di girone

dall’inviato Massimo Ciccognani

MOSCA Vincere, saper soffrire, stringere i denti nei momenti difficile. Questo il Brasile che stasera ha domato una Serbia che per coraggio, impegno e determinazione avrebbe meritato di andare avanti, ma che torna a casa con la consapevolezza di aver fatto bene e il massimo. Vince il Brasile, 2-0 e vola agli ottavi da primo del girone. Una partita che valevava e pure tantissimo questo Brasile-Serbia, partita chiave del gruppo E con sudamericani e Svizzera in testa al girone con 4 punti e la Serbia staccata di una sola lunghezza. Elvetici impegnati contro il Costa Rica, ancora zero punti, voglia di chiudere in bellezza, ma col pronostico tutto per gli uomini di Petkovic. E allora la qualificazione si fa quasi certamente qui allo Spartal Stadium. Brasile che vuole i tre punti per chiudere primo ed evitare scomodi incrocio in un prossimo futuro, serbi a caccia di quella vittoria che significherebbe qualificazione e al tempo stesso spedire a casa i mostri sacri del pallone. Emozioni al momento degli inni, prima quello serbo “Boze pravde”, ovvero “O Dio della giustizia”, poi con quello brasiliano “O patria amada”. Tutto esaurito, in tribuna anche il presidente Infantino. La maglia gialla dei brasiliani gioca uno straordinario effetto cromatico sotto la luce dei riflettori, quasi a sposarsi col verde del manto erboso dello Spartak. Brasile in campo  disegnato da Tite con il 4-3-3, con William, Gabriel Jesus e Neymar nel tridente offensivo, Coutinho, Casemiro e Paulinho in mezzo e davanti al romanista Alisson ci sono Fagner, Thiago Silva, Miranda e Marcelo anche se l’esterno del Madrid resta in campo appena 9′ minuti, rilevato da Felipe Luis per infortunio. Serbia col 4-2-3-1  col solo Mitrovic in prima linea, ma ben supportato da Tadi, Lijajc e la stella della Lazio Milinkovic. Dietro Stroikopvic tra i pali e pacchetto arretrato affidato a Ivanovic, Milenkovic, Tosic e al romanista Kolarov. E’ il Brasile a partire forte, Neymar parte palla al piede, dribbla tutti poi serve Coutinho che spara però su Jesus. L’inizio dei verdeoro è folgorante, squadra bellissima, gioco tutto di prima, a volte anche troppo lezioso, Serbia che attende ma non demorde. Giro palla Brasile, Casemiro fa muro in mezzo, Paulinho e Coutinho sono attaccanti aggiunti e la manovra brasiliana è a trazione anteriore. Serbia in attesa, palla buona per Kostic, sinistro velenoso deviato in angolo. Squadra muscolare ma solida, la Serbia: Kostic fa valere peso e qualità e quando parte è una spina nel fianco. Il Brasile tiene i ritmi bassi e lo fa con mestiere, pronto però ad innescare le frecce al suo arco. Come Neymar, eleganza palla al piede, l’attaccante del Psg c’è e vuole incidere sulla gara. L’apertura per Jesus è al bacio ma l’attaccante del City si fa recuperare da Milenkovic alla disperata. Dicevamo, giro palla e ritmo basso di una Brasile in totale controllo poi, l’accelerazione. Quella poco dopo la mezz’ora è fatale per i serbi che difendono male anzi, malissimo. Coutinho scappa via alla velocità della luce, serve tra le linee Paulinho che attende l’uscita di Stojkovic e lo beffa con lo scavetto. Brasile avanti e avanti pure la Svizzera contro Costa Rica. Gerarchie finora rispettate anche se Alisson si fa vedere con una tempestiva uscita su Ljaijc, poi ancora Neymar e tutti al riposo col Brasile meritatamente avanti. Al momento qualificate Brasile e Svizzera. Coutinho la gioca a tutto campo, bravo a non concedere punti di riferimento e a svariare sull’intero fronte d’attacco serbo. Serbia contratta, l’azione riparte ma troppo lenta, Milinkovic prova a scuotere i suoi, ma la manovra è di facile lettura per gli avversari ai quali servirebbero due gol per passare. Kolarov è inesauribile, Ljaijc e Tadic sfruttano bene le ripartenze offerte dal Brasile, ma non trovano l’attimo. Il Brasile rischia nulla se non quando Miranda anticipa in spaccata Alisson sulla conclusione velenosa di Adem Ljaijc. Neymar lanciato a rete solo davanti a Stojkovic, si fa ipnotizzare al momento della conclusione. La Serbia cresce, prende campo e approfitta di quell’incredibile leggerezza dell’essere brasiliano. E così il Brasile d’Europa, ovvero la Serbia, inizia a fare quello che sa fare. Milinkovic sale in cattedra, la palla sugli esterni viaggia veloce, in mezzo Mitrovic fa passare un brutto quarto d’ora. Aspetta solo la palla buona, che arriva sul cross di Tadic respinto da Alisson sulla testa dell’attaccante del Fulham che colpisce il corpo di Thiago Silva per tornare tra le braccia di Alisson, ma che occasione Serbia. Che adesso ci cede e affonda di giustezza, tanto non ha più nulla perdere. Alisson vola su Tadic, ci prova anche Milinkovic, palla fuori di poco, ma che brividi per il Brasile in chiaro affanno. Tite si copre, fuori Paulinho, dentro Fernandinho, mentre Svizzera e Costa Rica sono sull’1-1, ma il Brasile è un leone che dorme, guai a svegliarlo. E cos’ dal nulla, dopo lo spavento nasce il raddoppio a venti dalla fine nel momento migliore della Serbia. Dalla bandierina va Neymar, palla arquata per la testa di Thiago Silva che svetta imperioso e la mette dentro. E’ torcida Brazil. Fanno festa i tifosi verdeoro sugli spalti, la Serbia, generosa, adesso accisa il colpo e sa che forse non basterebbe neppure un miracolo per ribaltarla. Troppo cinica e concreta la formazione di Tite che a tratti sbanda, barcolla ma resta in piedi per piazzare al momento giusto la zampata vincente. La Serbia se la gioca fino alla fine, con grande coraggio, col Brasile a tenere palla e Neymar alla ricerca del gol personale. Che non arriva ma alla fine sono solo applausi. Per tutti.Vince il Brasile (2-0 il finale) che conferma il primato nel girone davanti alla Svizzera. Per i verdeoro ottavi contro il Messico il 2 luglio a Samara, e Svizzera che incrocerà la Svezia  il 3 luglio a San Pietroburgo. Il mondiale comincia ad entrare nel vivo.

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