Gruppo F. Germania, inferno o paradiso. Con la Svezia proibito fallire

Domani sera posticipo di lusso del sabato Mondiale. Torna in campo la Germania, una Germania che dopo la clamorosa battuta d’arresto all’esordio col Messico deve vincere per forza, per tornare a credere nella qualificazione e scacciare i fantasmi di un’eliminazione che sarebbe clamorosa. L’ultima volta che una Nazionale campione del Mondo abbandonò il Mondiale successivo ai gironi fu proprio la Spagna, che nelle sue disavventure di Brasile 2014 fu eliminata da Olanda e Cile. Domani la Germania affronterà la Svezia, una Svezia che ha già battuto di misura la Corea e forte dei suoi tre punti in classifica arriva benissimo al prestigioso appuntamento. Il morale è alle stelle, la squadra sta dimostrando di poter ottenere risultati anche senza Ibra, a cui purtroppo sono rimasti solo show televisivi in America. Dimostrazione di forza quella del ct Andersson, che ha evidenziato personalità eccome a lasciar fuori l’asso dei Los Angeles Galaxy. Ma era giusto così: “Non ha lottato con noi durante le qualificazioni, non vedo perchè ora che col sudore abbiamo conquistato i Mondiali debba venir con noi in Russia”. Il gruppo è compatto, nessuna stella, tutto sembra funzionare.  Insomma, tutte premesse per un cocktail avvincente. Il fischio d’inizio del match è previsto per le 20 italiane, la sede sarà il Fisht Stadium di Sochi, all’estremo sud del continente russo. Loew si giocherà dunque il suo Mondiale sulle rive del Mar Nero. Dovrà condurre la partita, dovrà impossessarsi del pallino del gioco, dovrà svegliarsi Mesut Ozil, troppo lento e compassato e lontanissimo dai suoi livelli merengues. Confermatissima la coppia del Bayern, quella composta da Hummers e Boateng; davanti spazio all’attacco leggero, senza dar punti di riferimento: Draxler dovrà innescare il rapidissimo Werner, chiamato a colpire nei momenti che contano. Rischiosissima e incomprensibile la scelta di non convocare Sanè, stellare ala sinistra del City di Guardiola, un giocatore in grado di spaccare letteralmente le partite: in momenti come questi le sue enormi qualità avrebbero potuto cambiare il corso degli eventi. Dall’altra parte la Svezia cercherà il punto, un punto chiave, per tener lontano i rivali europei e sognare gli ottavi di finale. A centrocampo l’esperienza di Larsson, sugli esterni la qualità di Forsberg, davanti il tandem Berg-Toivonen. Un 4-4-2 compatto, determinato, aggressivo. Chiudere le linee, accorciare le distanze tra i reparti, difendere bassi con estrema attenzione rappresentano gli imperativi del commissario tecnico Andersson, tutte istruzioni necessarie vista le qualità evidenziate dai tedeschi negli ultimi anni. Sempre attenti alle vicende dei loro rivali, i tabloid britannici definiscono la Germania un “Sleeping Giants”, tradotto un gigante che dorme. Si sveglierà? A Sochi lo scopriremo.

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