Massimo Ciccognani
KIEV (Ucraina) Le lacrime dei giocatori del Liverpool perché la festa la fa ancora Madrid, con il Real che vince la sua terza Champions di fila, la tredicesima della sua storia. Ma la notte di Kiev (3-1 sul Liverpool) è macchiata dall’annuncio di Cristiano Ronaldo di chiudere la sua storia con il Madrid. Una bomba inattesa, che squarcia il cielo sopra Kiev: “E’ stato molto bello stare a Madrid – ha detto il portoghese, alla sua quinta Champions personale – Nei prossimi giorni darò una risposta ai tifosi, loro sì che sono stati sempre dalla mia parte. Abbiamo scritto la storia, e ora pensiamo a divertirci”. Già, domani sarà un altro giorno, ma le parole di Cristiano spaventano il Madrid. Come non mai e sanno tanto di addio. Battuto in finale un coraggioso e gagliardo Liverpool che ha pagato a caro prezzo le incertezze del proprio portiere Karius, autore di due errori colossali in occasione del primo e terzo gol degli spagnoli. Tutto nella ripresa. La sblocca Benzema, Manè firma il pari, poi, il doppio Bale che vale il trionfo Madrid. La Champions è uno spettacolo, la finale, il paradiso delle grandi emozioni. Tante, anche stavolta a Kiev dove all’ultimo atto sono approdate Real Madrid e Liverpool. Una notte di magia unica, quella che solo la Champions sa regalare. Spettacolo incredibile sugli spalti, Shevchenko porta in campo la Champions, gli inni delle due squadre che fanno da colonna sonora al fischio d’inizio. E sono brividi. Liverpool con il 4-3-3, Henderson centrale, Wijnaldum e Milner esterni di centrocampo, davanti i tre solisti, Manè, Firmino, Salah. Risponde il Real con il 4-3-1-2, Isco a galleggiare tra le linee pronto ad innescare Benzema e Cristiano Ronaldo. Arbitra il serbo Mazic, Olympic Stadium che è una bolgia in gran parte colorato di rosso. E si inizia con il Liverpool che prova a fare la partita. E ci riesce, perché in mezzo Henderson e Milner sono scegge impazzite, Salah e Manè a dare profondità, Firmino che in pressing recupera palloni su palloni. Più Liverpool in avvio, Real attento a non distrarsi anche se concede campo agli inglesi che giocano in un fazzoletto. Fantastico taglio di Firmino per Manè, ci pensa Navasche poi deve uscire sui piedi di Salah e Arnold lanciati a rete. Meglio il Liverpool, con il Real che prova a salire con Ronaldo che incrocia di poco alto sopra la traversa. Van Dijk salta più alto di tutti ma non inquadra la porta. Firmino viene murato al limite e Arnold vicino al gol cin una rasoiata che trova pronto Navas. Ritmi altissimi. Si ferma Salah che cade male dopo un contatto con Ramos. Resta in campo fino alla mezz’ora, poi il dolore alla spalla si acuisce ed è costretto ad uscire, dentro Lallana, con l’egiziano in lacrime. Il Liverpool ha speso molto e cala di intensità. Cresce il Madrid, con Kroos e Modric che prendono in mano il boccino del gioco. Fuori anche Carvajal, dentro Nacho. Seconda parte di gara più equilibrata col Real che trova anche il gol con Benzema che raccoglie il tap dopo una ribattuta di Karius su Ronaldo, ma il fancese era in off side. Se ne va così il primo tempo, con il Liverpool meglio in avvio e poi il ritorno del Madrid che alla fine fa segnare un 65% di possesso palla. Emozioni in avvio di ripresa. E anche gol. Isco centra la traversa dopo un assist involontario di Lallana. Il Madrid prende campo ma il vantaggio è occasionale complice un rinvio di Karius che con le mani serve involontariamente Benzema che la tocca quel tanto che basta per metterla dentro. Topica incredibile che non si vede neppure nei dilettanti. Il Liverpool prova a scuotersi, ma il ritmo è basso rispetto alla prima frazione. L’occasione però capita su palla inattiva, da calcio d’angolo dove svetta la testa di Lovren che fa torre per la zampata vincente di Manè: 1-1 proprio sotto la curva inglese. Adesso è un’altra partita. Zidane capisce che è il momento di cambiare per dare più incisività alla prima linea. E così fuori Isco, dentro Bale che impiega appena centopventi secondi per timbrare il cartellino. Il gallese, “invisioso” del gol di Cristiano a Torino contro la Juve ai quarti, inventa una sforbiciata che si insacca all’incrocio: delirio Real a venti dalla fine. Ramos deve immolarsi per chiudere su una percussione di Manè che si ripete a stretto giro centrando però il palo. Il Liverpool si scuote, non ci sta e attacca a testa bassa sciorendosi al controgioco del Madrid. Cristiano cerca il gol, ma viene chiuso in angolo. Non c’è un attino di tregua quando il cronometro indica appena quindici alla fine. Inglesi che adesso giocano il tutto per tutto, Real che prova a chiuderla. Finale bellissimo e non affatto scritto. Casemiro è una diga in mezzo e fa densità da togliere il respiro agli inglesi. Robertson e Henderson spingono ventre a terra, propositivi, i migliori in questo secondo tempo del Liverpool. Che però è sotto 2-1, ma non molla, con Il Real attento a non offrire agli inglesi di Kloop il destro per offendere. Gran giocata di Bale che apre il cambiogioco da destra a sinistra dove arriva al volo Benzema, stavolta si immola Karius. Otto alla fine, dentro Emre Can, fuori MIlner con Kloop che prova a dare vivacità al centrocampo, ma c’è poco da fare perché Karius ne combina un’altra da dilettante allo sbaraglio e sul sinistro da fuori di Bale commette un’altra papera pazzesca. Ed è 3-1 Real ad una manciata dalla fine. Lovren si immola su Bale lanciato a rete e devia in angolo. Cinque alla fine e adesso Real in scioltezza, in totale controllo della gara, con il Liverpool in ginocchio. E finisce qui, con la festa Madrid per un’altra notte magica. Al Liverpool, resta solo il rammarico e l’orgoglio per aver messo alla prova i campioni, “animali” da Champions. Perché quando parte la musica, il Real fa quello che nessun altro sa fare. Vincere. E sono tre di fila. Zidane in trionfo, nessuno ha mai fatto come lui, nessuno capace di fare come il Madrid. Si chiama Champions, ma si legge Real. E la storia ce lo ricorda. Ma su tutto, ci sono le parole di Cristiano che spaventano il Real e rovinano la festa della terza Champions di fila, perché il futuro del Pallone d’Oro, da stasera, è lontano dal Bernabeu.