Massimo Ciccognani
Domani all’Olimpico è di nuovo Juventus-Milan, finale di Coppa Italia. Juve e Milan, destini che si incrociano per l’ennesima volta. In palio il primo trofeo della stagione, la Tim Cup. In casa Juve voglia di portare a casa scudetto (ormai manca un nulla) e la Coppa Italia. Lo fanno capire in conferenza Allegri e Buffon. “Dobbiamo giocare la finale con entusiasmo – ha detto il tecnico – anche perchè nelle ultime due gare abbiamo avuto un po’ di brividi. E davanti a noi c’è una squadra durissima da affrontare. Rino l’ho avuto da calciatore ed è un appassionato di calcio e un testone. Non è semplice sedere sulla panchina del Milan dopo esperienze molto diverse, è stato ed è molto bravo. Il Milan da quando c’è lui ha conseguito risultati molto importanti. E poi quando hai giocato a livelli importanti rimetterti in discussione non è semplice e Gattuso è stato bravo, così come Filippo Inzaghi”. Scudetto e magari la Coppa, per una Juve che sarebbe da applausi. “Io non mi aspetto nulla e poi a noi le critiche hanno fatto bene. Però, non dimentichiamoci che è in arrivo il settimo Scudetto consecutivo ed è un risultato straordinario: godiamo anche di quello che abbiamo ottenuto. La fortuna di ogni allenatore è la società alle spalle in grado di mettere a disposizione del tecnico un gruppo di giocatori e uomini e nella mia carriera, per mia fortuna, è sempre stato così”. Del futuro non parla, anche se Marotta è convinto che la nuova Juve riparta proprio da Allehgri. “Innanzitutto dobbiamo portare a casa i trofei. Le frasi di Marotta possono solo farmi piacere, io con la società ho un ottimo rapporto e ha lavorato benissimo in questi quattro anni. Dopo il mio primo anno la società ha completamente ribaltato il gruppo con ottimi risultati. Poi a fine stagione, ci siederemo a tavolino e programmeremo il futuro”. Per Buffon, invece, è stata “un’annata emotivamente complicata, quello è innegabile, perchè è cominciata troppo presto per poter avere poi la forza di gestire con razionalità tutto quello che via via accadeva. Perchè è cominciata da novembre con una delusione che avrebbe ammazzato chiunque. Tant’è che anche recentemente, dopo qualche problemino che abbiamo avuto con la Juve di classifica, ogni mattina mi svegliavo, mi guardavo allo specchio e vedendomi in piedi mi dicevo: o sei la persona più forte del mondo, o sei la persona più infima e schifosa del mondo, perchè riuscire a stare ancora in piedi alla mattina con questa forza, non è da tutti dopo tutto quello che è accaduto quest’anno. Però non mi sono ancora risposto, devo capire ancora se sono più forte o più infimo. Valuteremo”. Ma la paura di chiudere la stagione con zero titoli c’è stata. “Certo, nessuno ti regala niente e di semplice non c’è stato nulla. La sceneggiatura di questa annata faceva presagire sorprese in negativo. Quindi le antenne sono sempre state molto dritte. Se pensiamo poi a quello che è successo in campionato nelle ultime due settimane, adesso siamo moderatamente fiduciosi e convinto, ma sfido chiunque ad esserlo all’86’ a San Siro”. E sul Milan, non ha dubbi. “Guarda, per la storia che caratterizza le due squadre, col Milan ho cominciato ben presto a capire che non si parte mai favoriti, sin dal lontano 2003 di una finale di Manchester. E devo dire che ad oggi, che siamo nel 2018, penso insieme ai miei compagni e alla società di aver fatto 4 finali col Milan, 2 le hanno vinte loro ai rigori, una l’abbiamo vinta noi ai supplementari e un’altra l’abbiamo vinta sempre noi ai rigori. Il che significa che col Milan le partite difficilmente finiscono al 90′ perchè regna un grande equilibrio. Perchè al di là dei valori tecnici, sono gare nelle quali tutto si appiana. Per cui anche domani immagino sia la stessa cosa”. Non pensa alla Nazionale, almeno ora. Sicuramente non ricordo con piacere le tantissime polemiche per il disturbo procurato alla Nazionale a marzo. Sono una persona che ha impostato la vita su orgoglio e dignità. Vedremo”.