Gattuso non ci sta e alla vigilia della sfida del Dall’Ara contro il Bologna, alza la voce. “Col Benevento abbiamo toccato il fondo – ha detto il tecnico rossonero – Non era corretto lasciare ai ragazzi i giorni liberi. Se a qualcuno non è piaciuto me ne sbatto. Sono incazzato, sono 40 giorni che non si vince. Le chiacchiere stanno a zero. Farci male da soli non porta a nulla. Gli alibi non servono a nulla. Siamo tutti responsabili. Non vengo a Milanello a pettinare le bambole”. Ma adesso c’è il Bologna e Gattuso chiede una prova maiuscola. “Dopo il Benevento ho detto di non aver visto l’anima e si vedeva che l’interpretazione era pessima, giocavamo da singoli e non da squadra. Da mesi vi dico che questa squadra se non gioca in certi modi, fatica contro chiunque. Siccome i giornalisti li fate voi, sto dicendo cose giuste o sbagliate? È vero che siamo quelli che hanno giocato di più e non sentiamo al top, ma stando organizzati bisogna capire i pericoli. Serve organizzazione, quando abbiamo giocato con umiltà abbiamo sempre fatto grandi cose. Se iniziamo a pensare che siamo fenomeni, senza anima e senza voglia, facciamo queste figure. E la cosa che più mi fa incazzare è che questi segnali negativi in allenamento non ci sono, poi in partita appaiono. Noi siamo forti, ci manca qualcosa per crescere ulteriormente, ma siamo giovanissimi e possiamo aprire un ciclo se becchiamo quelle tre o quattro scelte corrette. Serve cambiare in testa, parte tutto dalla testa e dalla mentalità. Ora ci manca questo”. Intanto c’è il Bologna avversario niente affatto facile.”Sarà una partita difficile come lo è stata quella con il Torino, una squadra meno grintosa ma con tanta qualità. Sarà difficile per noi, mi preoccupa la loro spensieratezza, non hanno pressione nè stress e quando il pallone pesa meno, la testa è più libera. Ma tutto questo – conclude – in campo avrà un valore relativo perché dobbiamo vincere e basta”.