Simone Dell’Uomo
Abbiamo spesso sottolineato in queste righe la bellezza e l’imprevedibilità del calcio inglese, tuttavia esistono leggi naturali che difficilmente il football riesce a confutare. Stasera a Wembley si affrontavano uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio, e un signore che per quanto affascinante non ha mai vinto nulla. Il nulla cosmico. Mauricio Pochettino. United-Tottenham finisce 2-1: al solito inserimento in apertura di Dele Alli abile a sfruttare l’altrettanto consueta palla brillante di un genio del calcio moderno come Christian Eriksen, rispondono Sanchez e Ander Herrera, che nella ripresa ribalta il punteggio e porta il Manchester in finale di Fa Cup. Era l’unico titolo rimasto a Jose Mourinho, e come spesso avviene da una quindicina d’anni a questa parte non ha sbagliato. Rushford e Martial in panchina pronti a subentrare e a spaccare la partita un vero e proprio colpo da maestro, titolare Herrera che guarda caso decide il match. In questo caso ha avuto vita agevole, affrontando una squadra difensivamente disastrosa, distratta, semplicemente scarsa. Tutt’altro che impeccabile sul primo gol, Vorm, scelto clamorosamente al posto di capitan Lloris, sale in cattedra e con una papera degna dei migliori zoo britannici regala al Man United una finale strameritata. A quel punto è stato un gioco da ragazzi servire allo special one l’arma migliore: difesa bassa, intensità, catenaccio all’italiana. Se aggiungiamo al cocktail di Wembley i cambi di Pochettino, abile soltanto a creare ulteriore confusione, il gioco è fatto. Deludente Kane, divorato dalla retroguardia avversaria: benissimo i centrali Jones e Smalling, aiutati dal gran lavoro di squadra. Deludente il Tottenham, che lascia ancora amarezza ai suoi tifosi: una misera coppa di lega in un ventennio di gestione Levy sottolinea gli evidenti limiti e i disastri della dirigenza ebrea, alla guida di un club che per storia e tradizione meriterebbe molto di più. Non riuscire a rinnovare contratti di Walker e Alderweireld ed accompagnarli alla porta sostituendoli con giovani disastrosi come Davinson Sanchez, significa moltiplicare per zero mentalità vincente. Nei prossimi anni anche Eriksen e Kane busseranno alla porta e chiederanno di andar via a vincere i titoli, quelli che evidentemente dalle parti di White Hart Lane sono considerati oggetti sconosciuti. Al Tottenham mancava poco per realizzare il fatidico salto di qualità, adesso sta tornando indietro, allestendo una difesa lontanissima dai livelli di prima. Quanto a Mourinho, nonostante lo straordinario campionato vinto da Premier, soltanto Conte potrà probabilmente contrastare la sua supremazia nelle coppe nazionali.