Domani il Verona, tra quattro giorni il recupero con il Milan, quattro giorni di fuoco per l’Inter che esce da una settimana difficile fuori dal campo, complice le dimissioni di Sabatini, ma vogliosa, sul campo, di continuare a volare alto. Come le sue ambizioni. Il derby nel mirino, ma prima ancora il Verona. E Spalletti lo chiarisce a chiari note. “Ci vuole una vittoria per prepararsi bene, è il miglior allenamento mentale. Non che questa gara sia un allenamento, ma non c’è modo migliore per arrivare al derby che vincere questa gara. Anche perché quella viene dopo, sennò si rischia di fare confusione. Io sono abituato a fare una cosa per volta. Volevo intanto fare i complimenti a Vecchi per la vittoria del Viareggio, perché è riuscito a vincere un torneo difficilissimo. Ha trovato in finale uno dei migliori settori giovanili, poi è stato bravissimo perché aveva per 9-11esimi una squadra diversa. Riesce a trasferire quello che serve ai giocatori per avere personalità, usando anche giocatori come Vergani che hanno due anni in meno degli altri”. L’addio di Sabatini non lo ha lasciato sereno. “Le dimissioni di Sabatini hanno fatto rumore, visto i valori della persone e dell’uomo. Mi è dispiaciuto tantissimo perché lo conosco bene e mi spiace tanto dal punto di vista personale. Detto questo voglio dire che le sue dimissioni non lasciano nulla né nel bene e né nel male. L’Inter viene prima di tutto. Sabatini è un samurai del calcio, perché è uno che ha la sintesi e che dà veramente battaglia per incidere davanti alla battaglia”. Eppure sull’addio di Sabatini se ne sono dette tante. L’ex dirigente ha augurato a Spalletti altri anni di gloria e la conquista dello scudetto, critico invece l’ex presidente Moratti che ha parlato di un’Inter indebolita. “A me l’Inter e Milano piacciono, sono un po’ come Rafinha. Ci lavoro volentieri. Vengo presto, non essendo già stanco, perché voglio cercare di determinare. Io so una cosa, che se non raggiungeremo questo obiettivo quelli fatti come me (e mi sembra di vederne diversi qui dentro) ce lo porteremo dietro per sempre. Dovremo abituare anche i giocatori a pensare lo stesso. Con la maturazione questo ricordo potrà dare molto fastidio. Rispetto a Sabatini, ho con lui un bellissimo rapporto e lo manterrò, perché è intelligente e capace. Gli anni di contratto sono belli: se fai cinque anni di contratto, fai un cumulo di roba. Il messaggio per me e i calciatori è che ci dispiacerà per sempre se non raggiungeremo l’obiettivo”. Un pensiero anche per Emiliano Mondonico.”E’ facile perché era una persona squisita, molto diretto, sintetico. Riusciva a mandare dei messaggi che tutti riuscivano a capire in maniera veloce. Ha fatto bene con squadre normali, lanciando giovani importantissimi che hanno fatto fare un salto di qualità al calcio italiano. Mi accodo a chi affettuosamente è vicino al dolore della famiglia, sperando che rinascano altri di personaggi così”. E adesso non resta che vincere per blindare il quarto posto che per alcuni è un miracolo, per altri, la società, l’obiettivo minimo. “Io devo riuscire a far dare il massimo ai calciatori e raggiungere la posizione più importante che ci possa essere. Starà al gioco delle considerazioni e delle parti. C’è però una domanda da porsi: se stiamo raccogliendo abbastanza di quel che abbiamo a disposizione. Secondo me ci sono ancora possibilità. Non so come andrà a finire, ma può essere che mi possa dare problemi su come rimettermi in pari. Abbiamo tanto a disposizione, la squadra lo ha fatto vedere. Oggi c’era Ligabue ad Appiano, lui dice che gli anni passano per non ripassare più. Lo stesso i campionati. E qui c’è la possibilità di raggiungere un obiettivo importantissimo ed è per questo che anche domani ci sono 60mila persone allo stadio. Il desiderio di farli contenti deve essere fortissimo e farci dare la soluzione a qualsiasi piccolo problema individuale per fare i risultati che mancano”. Sulla formazione offre pochi spunti, ma chiarisce che le scelte non saranno improntate sul derby. “Saranno improntate a domani perché è una gara difficile. Un conto è volere assolutamente una cosa e un’altra è aspettare che la vita faccia il suo gioco senza andare a determinarla con forza, perché in questo sport quando si vogliono raggiungere risultati importanti serve un po’ di rabbia. O si nasce con la qualità di voler determinare qualcosa, o si diventa così, come quelli che sono tosti per potersi confrontare con chi vuole sostituirti in quel traguardo. Se ci alziamo e siamo già stanchi è un problema. Se abbiamo il fuoco dentro per determinare quel che passiamo di giorno in giorno diventa una storia differente”.